INTERPELLANZA 2/00569 presentata da MATRANGA MARIA CRISTINA (FORZA ITALIA) in data 19950628

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - atteso che: il dottor Bruno Contrada, dirigente della Polizia di Stato che dal 1962 sino al giorno del suo arresto ha ricoperto incarichi di grande rilievo (Capo della Squadra Mobile di Palermo, Capo della Criminalpool, Capo di Gabinetto dell'Alto Commissario Antimafia, Vice Direttore del SISDE) conducendo ed esaminando sino all'ultimo indagini di singolare complessita' e delicatezza, e' detenuto dal 24 dicembre '92 in attesa di giudizio di primo grado con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso sulla base delle accuse lanciate da alcuni pentiti; il dottor Contrada, prima ristretto nel carcere militare di Forte Boccea a Roma, e' stato poi trasferito, dall'inizio del dibattimento, presso il carcere militare di Palermo dove, unico detenuto, e' stato tenuto per oltre un anno in cella di isolamento ed e' tuttora sottoposto alla sorveglianza di venti militari; il gravissimo stato di prostrazione e di stress psicofisico del Contrada e' stato addirittura reso piu' precario e pericoloso per una serie di trasferimenti richiesti per motivi di carattere processuale effettuati a Padova, Roma, Napoli ecc; nella piu' totale noncuranza per le precauzioni che debbono essere adottate in presenza di un uomo di eta' ed in condizioni di salute come il dottor Contrada; il 13 giugno u.s., nel corso della novantottesima udienza presso la quinta Sezione Penale del Tribunale di Palermo, il dottor Contrada, del quale si e' potuto riscontrare un calo ponderale di 24 kg., e' stato colto da malore e subito trasportato al reparto di rianimazione dell'Ospedale di Palermo; nonostante cio' il dottor Contrada (al quale sono state respinte per ben sette volte le richieste di scarcerazione avanzate dai suoi legali e per il quale e' stato invece richiesto il congelamento dei termini di custodia cautelare per cui la carcerazione preventiva potra' protrarsi sine-die in presenza di un dibattimento che procede da oltre un anno ad un ritmo di due udienze settimanali) non ha chiesto ai suoi legali scarcerazione e arresti domiciliari per motivi di salute; la immane gravita' di questo caso riporta ancora una volta alla ribalta il tema relativo allo stravolgimento ed alla lesione dei princi'pi che dovrebbero presiedere al cosiddetto "giusto processo", ponendo il nostro Paese (dove oltre il 40 per cento della popolazione carceraria continua ad essere in attesa di giudizio) ai margini della civilta' giuridica -: se alla luce dei fatti suesposti non ritenga di dover chiarire in Parlamento, il pensiero del Governo sull'intera vicenda fornendo anche dati e notizie rassicuranti relative allo stato di salute psicofisica del dottor Contrada e, piu' in generale sul trattamento che viene riservato a quanti sono sottoposti a misure cautelari e sulle misure adottate per garantire loro un livello civile ed accettabile di salute fisiopsichica; quali provvedimenti il Governo abbia adottato o stia per porre in essere al fine di affrontare in termini complessivi e concreti il tema della giustizia nel nostro Paese, anche alla luce di fatti come quello in questione che testimoniano della lentezza esasperante dei processi e dell'uso in taluni casi troppo disinvolto e comunque umanamente inaccettabile della custodia cautelare. Un fenomeno, questo, che ha portato con se' numerosi e tristemente noti episodi di lutto e di dolore che non possano essere tollerati in un Paese civile. (2-00569)