INTERPELLANZA URGENTE 2/00572 presentata da COLASIO ANDREA (L' ULIVO) in data 04/06/2007

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Atto Camera Interpellanza urgente 2-00572 presentata da ANDREA COLASIO lunedì 4 giugno 2007 nella seduta n.163 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che: il professor Renzo Guolo, docente di sociologia dell'Islam all'università di Torino, fra i più apprezzati sociologi e ricercatori italiani, è stato rinviato a giudizio su querela di Adel Smith, leader dell'Unione musulmani di Italia, per le opinioni espresse nei suoi confronti nel libro, edito da Laterza nel 2003, «Xenofobi e xenofili: gli italiani e l'islam»; chi ne conosce gli scritti può escludere che nutra pregiudizi nei confronti di cupole e minareti, anche se ha meritoriamente cercato di distinguere i credenti dai fondamentalisti e la religione fondata da Maometto dalle derive violente che imperversano di questi tempi. Si è macchiato però di ben più grave colpa: ha descritto Smith come « leader del tutto virtuale», «senza seguito» e non rappresentativo della comunità musulmana nel libro «Xenofobi e xenofili: gli italiani e l'islam» pubblicato nel 2003 da Laterza; c'è una imputazione da parte di un PM della procura di Bari, del reato di diffamazione e vilipendio della religione islamica (di cui agli articoli 81, comma 1, 595, commi 1 e 3 in relazione all'articolo 403 del codice penale) per aver offeso la reputazione di Adel Smith, presidente dell'Umi (Unione Musulmani Italiani) e perché così facendo «offendeva la stessa religione islamica»; la querela è stata presentata in data 1 o dicembre 2004 per i reati di diffamazione a mezzo stampa: vilipendio della religione islamica mediante vilipendio di ministro di culto; ingiurie; è stato richiesto il sequestro preventivo del libro ai sensi dell'articolo 321 e seguenti del codice di procedura penale e il processo è stato fissato per il 10 luglio 2007; Smith è uno dei tanti imam autoproclamatosi ( imam è chi guida la preghiera, non occorre aver fatto studi particolari); da circa trent'anni la questione dell'autoproclamazione degli imam costituisce un serio problema, tanto che negli Stati islamici sono tali solo quelli riconosciuti dai pubblici poteri. E così è anche nel resto d'Europa. In Italia non esistono «ministri di culto» musulmani, come possono confermare gli studiosi di diritto ecclesiatico (Ferrari, Casucelli, Colaianni); lo Stato italiano non ha alcuna intesa con la confessione islamica. C'è un vuoto giuridico che sarà colmato dalla legge sulla libertà religiosa ora all'attenzione del Parlamento. Tra l'altro proprio per ovviare a questo problema l'articolo 10 del disegno di legge in discussione prevede il riconoscimento da parte del Ministero dell'interno di simili figure; l'Umi è solo un'associazione, regolata dalle norme in materia; il libro di Guolo è una mappa (come precisato anche nel retro copertina) dei vari attori protagonisti del dibattito sull'islam in Italia. In questa mappa sono fondamentali quelle che i sociologi chiamano le «rappresentazioni» non solo degli italiani nei confronti dell'islam ma anche delle diverse organizzazioni islamiche su quelle concorrenti e sulle loro leadership . Il tutto senza alcun fine denigratorio e diffamatorio ma nel tentativo di analizzare le posizioni dei diversi attori politici religiosi e sociali. Un libro costruito, anche linguisticamente, secondo uno schema che fa «parlare» gli attori in campo che siano le gerarchie ecclesiali o gli intellettuali, i partiti o le associazioni islamiche. Anche le posizioni di Smith nei confronti delle altre organizzazioni islamiche o della Chiesa sono riportate; le opinioni dei diversi leader islamici riportate nel testo hanno carattere meramente descrittivo e non esprimono il pensiero di Guolo in materia; in quanto studioso del fenomeno, Guolo si limita a mettere in luce la radicalità della contrapposizione tra i diversi gruppi, che giunge sino all'uso di argomenti delegittimanti nei confronti dei rivali. A testimonianza di una frammentazione conflittuale sconosciuta ai più, che spesso concepiscono il mondo islamico come un mondo monolitico, non attraversato da posizioni assai diverse, politicamente e religiosamente. A testimonianza di quanto gli studiosi sanno da tempo: la forte conflittualità nel campo dell'islam organizzato (ovvero nell'associazionismo islamico politico e religioso), in cui ciascun gruppo tende a delegittimare, spesso con qualsiasi tipo di argomentazione, i concorrenti. Oggetto del libro sono i movimenti islamisti e non la religione; Guolo cerca di mettere in luce, in un periodo difficile dopo l'11 settembre 2001 per l'integrazione dei musulmani in Europa e in Italia, auspicata dall'autore anche in questo testo, come le posizioni dell'opinione pubblica italiana siano determinate più che dalle pozioni dei musulmani in quanto tali dagli attori di quello che gli studiosi chiamano «l'islam organizzato», ovvero l'associazionismo politico e non solo religioso islamico; e in particolare da alcune di queste associazioni. Mostrare la differenza tra musulmani e islamisti, tra quanti seguono la religione e quanti ne fanno un veicolo politico e ideologico, contribuisce a far comprendere all'opinione pubblica la differenza tra i primi e i secondi. Insomma, il testo analizza le posizioni politiche non la religione. Così facendo evita di schiacciare tutto il mondo musulmano in Italia sulle posizioni degli attivisti dell'islam politico. Difficile sostenere che Guolo volesse offendere l'islam: le sue posizioni di personalità aperta al dialogo e rispettosa di ogni credenza religiosa, così come le sue opinioni in materia, espresse in qualità di studioso di riconosciuta competenza e di opinionista in un grande quotidiano nazionale. Sostenere il contrario significa distorcere le sue posizioni. Dalla stessa, completa, lettura del libro «Xenofobi e Xenofili», emerge nettamente la sua posizione a favore dell'integrazione dei musulmani in Italia e del pieno rispetto dell'islam in quanto religione. In nessuna pagina del libro si può rintracciare un'affermazione offensiva nei confronti dei musulmani e dell'islam. Anzi, come è evidente dall'esame dei diversi capitoli, emerge nettamente una netta condanna delle posizioni xenofobe e antislamiche; il pm suppone che Guolo condivida le polemiche riportate dai diversi attori nel testo: ma l'intento dei ricercatori non è quello di condividere questa o quella affermazione del proprio oggetto di analisi, ma semmai mettere in evidenza la natura dei rapporti tra i protagonisti del campo islamico organizzato. Rapporti che, tra l'altro, mostrano l'inesistenza di un campo islamico compatto e omogeneo, con sommo dispiacere dei cantori dello «scontro di civiltà»; l'esposizione di fatti e valutazioni critiche gode di piena garanzia costituzionale, tanto più che nel caso del professor Guolo, si tratta di mere registrazioni della conoscenza e del pensiero altrui; solo «un'attività denigratoria fine a se stessa» configura, secondo la sentenza della Corte di Cassazione del 21 gennaio 2004 in materia, il reato di diffamazione; ad avviso degli interpellanti qui il professor Guolo esercitava pienamente il suo diritto alla libertà di ricerca. Inoltre la liceità di riportare frasi che possono essere ritenute offensive (tanto più all'interno di un lavoro che mette in luce la conflittualità tra protagonisti) è ammessa dalla stessa Cassazione (sentenza 24 settembre 2001 e n. 513 del 2003); nell'articolo 21 della Costituzione si dice che «tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» e l'articolo 33 dice che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento»; il caso in questione appare emblematico della necessità di dare completa attuazione ai principi costituzionali appena richiamati -: quale sia il giudizio del Ministro in ordine all'attuazione dei principi costituzionali che garantiscono il diritto alla ricerca scientifica e alla diffusione dei suoi risultati che tale caso evidenzia, e quali indirizzi intenda eventualmente assumere affinché essi abbiano una piena e rafforzata tutela nelle scelte legislative e nel confronto politico, al fine di assicurare la libertà di ricerca nel nostro Paese. (2-00572) «Colasio, Giulietti, Folena, Cuperlo, Allam, Fistarol, Gambescia, Caldarola, Viola, Frigato, Froner, Volpini, Squeglia, Papini, Garofani, Campa, Bianchi, Zanella, Codurelli, De Biasi, Baratella, Cinzia Maria Fontana, Intrieri, Lionello Cosentino, Dato, Pertoldi, Leddi Maiola, Crisci, Fincato, Ruggeri, Trupia, Fasciani, Gianni Farina, Galeazzi, Ferrari, Rampi, Fogliardi, De Zulueta, Buffo, Grillini, Mantini, Suppa, Rusconi, Delbono, Villari».
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INTERPELLANZA 
BIANCHI DORINA (L' ULIVO) 
CAMPA CESARE (FORZA ITALIA) 
DE ZULUETA TANA (VERDI) 
GALEAZZI RENATO (L' ULIVO) 
FOLENA PIETRO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) 
CODURELLI LUCIA (L' ULIVO) 
COSENTINO LIONELLO (L' ULIVO) 
CRISCI NICOLA (L' ULIVO) 
CUPERLO GIOVANNI (L' ULIVO) 
DATO CINZIA (L' ULIVO) 
DE BIASI EMILIA GRAZIA (L' ULIVO) 
DELBONO EMILIO (L' ULIVO) 
FARINA GIANNI (L' ULIVO) 
FASCIANI GIUSEPPINA (L' ULIVO) 
FERRARI PIERANGELO (L' ULIVO) 
FINCATO LAURA (L' ULIVO) 
FISTAROL MAURIZIO (L' ULIVO) 
FOGLIARDI GIAMPAOLO (L' ULIVO) 
FONTANA CINZIA MARIA (L' ULIVO) 
FRIGATO GABRIELE (L' ULIVO) 
FRONER LAURA (L' ULIVO) 
GAMBESCIA PAOLO (L' ULIVO) 
GIULIETTI GIUSEPPE (L' ULIVO) 
INTRIERI MARILINA (L' ULIVO) 
LEDDI MAIOLA MARIA (L' ULIVO) 
MANTINI PIERLUIGI (L' ULIVO) 
PAPINI ANDREA (L' ULIVO) 
PERTOLDI FLAVIO (L' ULIVO) 
BUFFO GLORIA (SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO) 
RAMPI ELISABETTA (L' ULIVO) 
RUGGERI RUGGERO (L' ULIVO) 
RUSCONI ANTONIO (L' ULIVO) 
SQUEGLIA PIETRO (L' ULIVO) 
SUPPA ROSA (L' ULIVO) 
VILLARI RICCARDO (L' ULIVO) 
VIOLA RODOLFO GIULIANO (L' ULIVO) 
VOLPINI DOMENICO (L' ULIVO) 
ZANELLA LUANA (VERDI) 
TRUPIA LALLA (SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO) 
GRILLINI FRANCO (SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO) 
BARATELLA FABIO (SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO) 
ALLAM KHALED FOUAD (L' ULIVO) 
CALDAROLA GIUSEPPE (L' ULIVO) 
GAROFANI FRANCESCO SAVERIO (L' ULIVO) 
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO UNIVERSITA' E RICERCA 
20070607 

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