INTERPELLANZA URGENTE 2/00164 presentata da FASSINO PIERO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 27/11/2001

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Interpellanza urgente Atto Camera Interpellanza urgente 2-00164 presentata da PIERO FASSINO martedì 27 novembre 2001 nella seduta n. 069 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che: la Banca di Roma, gruppo che detiene il 62,8% delle azioni del Banco di Sicilia e, attraverso il Banco il 76,26% delle azioni dell'IRFIS, impegnato ormai da qualche anno m una complessa ristrutturazione aziendale, ha reso note le linee del nuovo piano industriale che riguardano il gruppo e interessano direttamente anche il Banco di Sicilia; il nuovo progetto industriale riduce il Banco ad una mera rete di sportelli facenti capo ad una costituenda società denominata «Nuovo Banco di Sicilia» e determina l'acquisizione, attraverso operazioni di concambio azionario, delle azioni del Banco di Sicilia detenute dalla Regione e dalla Fondazione, pari al 37,16%, in cambio di una partecipazione residuale nella holding Banca di Roma; tale operazione, determina una radicale modifica della condizione e dei diritti dei soci di minoranza (Fondazione e Regione) ed essa appare destinata ad una unilaterale affermazione delle esigenze dell'attuale azionista di controllo; è opportuno richiamare anche la profonda opera di ristrutturazione operata dal Banco di Sicilia che ha portato nell'esercizio 2000 ad un utile netto di 128 mld, ad un risultato lordo gestione di 385 mld con un incremento dell'89,3% e una crescita del patrimonio netto dell'8,7%; nel primo semestre del 2001 inoltre, il trend positivo si è ulteriormente rafforzato con un utile di periodo di 126 mld; il Banco di Sicilia presenta oggi un rapporto sofferenze nette su impieghi clienti pari al 2,5%, in linea cioè con le primarie banche nazionali; considerato inoltre che la fusione per incorporazione del Banco di Sicilia in Banca di Roma potrebbe determinare conseguenze negative sull'intera economia siciliana, facendo venire meno uno dei più antichi e prestigiosi marchi bancari dell'intero nostro Paese nonché la direzione strategica ed il know-how aziendale che sarebbero spostati altrove o dispersi. Si creerebbe pregiudizio per migliaia di posti di lavoro ad alta qualificazione nonché, per i livelli occupazionali dell'indotto. Verrebbe altresì meno l'importante funzione di presidio ed il supporto territoriale rappresentato nella realtà siciliana dalla presenza nel 65% dei comuni, dall'attività di servizio a favore del 92% della popolazione nonché da una quota di mercato superiore al 30%; il piano industriale 2000-2002 del Banco di Sicilia già individuava le linee di trasformazione dell'Istituto orientando l'attività commerciale principalmente alla raccolta gestita prevedendo aggregazioni funzionali e ridisegnando processi già in buona parte avvenuti. Basti pensare alla forte riduzione del numero delle filiali capozona ed alla chiusura delle filiali estere. Tuttavia quello stesso piano mirava «a salvaguardare e valorizzare i connotati e le valenze territoriali del Banco, conservando e rafforzandone il radicamento regionale e le sue proiezioni extraregionali e, per quanto riguarda il personale, prevedeva sì la riduzione nel triennio da 8.403 del 2000 a 7.663 nel 2002, ma attraverso esodi fisiologici, esodi incentivati e processi di mobilità verso la Banca di Roma compensati con 250 nuove assunzioni, solo parzialmente realizzate. Con l'attuazione della fusione per incorporazione, verrebbero definitivamente meno le finalità (creazione di un polo bancario siciliano) che portarono la Regione siciliana ad accettare la scomparsa dell'ex Sicilcassa e la sua incorporazione nel Banco di Sicilia, dopo aver investito nei due istituti oltre 1.100 miliardi, così come anche gli obiettivi di erogazione di 3.400 mld di legge Sindona; occorre richiamare il rispetto delle clausole sottoscritte col contratto di vendita del gruppo Mediocredito Centrale e che espressamente prevedono «l'impegno della parte acquirente ad attuare il piano industriale secondo le linee guida presentate al Tesoro in sede di offerta definitiva e a non apportarvi variazioni, con particolare riferimento alla partecipazione di controllo del Banco di Sicilia che non siano state preventivamente concordate col Tesoro; a valorizzare i connotati e le valenze regionali dell'azienda Banco di Sicilia, tra l'altro conservandone il marchio e mantenendo la sede legale a Palermo, a non cedere a terzi, in tutto o in parte l'azienda del Mediocredito Centrale, include le partecipazioni di maggior rilievo, senza il gradimento del Tesoro»; consegue che il preventivo gradimento del Tesoro è altresì necessario nell'ipotesi di trasferimento di azioni tra i componenti l'azionariato di riferimento stabile che modifichino o alterino in modo sostanziale la partecipazione di ciascun componente all'interno del gruppo -: quale valutazione abbia il Governo della operazione di incorporazione per fusione decisa dalla Banca di Roma nei confronti della controllata azienda Banco di Sicilia e alla quale si oppongono con forza il Presidente della Regione, le forze sociali e sindacali siciliane, l'intera Assemblea Regionale Siciliana; se la Banca di Roma abbia presentato formale richiesta di assenso al Tesoro, così come previsto dall'articolo 7 del contratto di vendita del Mediocredito Centrale; se il ministro del Tesoro abbia già dato l'assenso, se intende darlo o se ritiene di bloccare l'operazione. (2-00164) «Fassino, D'Alema, Violante, Gasperoni, Minniti, Olivieri, Turco, Vianello, Angioni, Cabras, Chianale, Crisci, Diana, Fluvi, Gambini, Kessler, Mancini, Mariotti, Mussi, Nieddu, Oliverio, Quartiani, Ranieri, Rava, Rugghia, Sandi, Sandri, Spini, Stramaccioni, Tolotti, Michele Ventura, Finocchiaro, Lumia, Agostini, Benvenuto».
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