MOZIONE 1/00184 presentata da CICCHITTO FABRIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20090526

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Atto Camera Mozione 1-00184 presentata da FABRIZIO CICCHITTO testo di martedi' 26 maggio 2009, seduta n.182 La Camera, premesso che: gli effetti della crisi economica stanno avendo forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro, soprattutto sulle imprese manifatturiere e su quelle che svolgono attivita' di ricerca, sperimentazione ed innovazione. L'ISTAT, nel IV trimestre 2008, conferma che la produzione manifatturiera nazionale e' arretrata del -10,7 per cento (- 4,8 per cento su tutto il 2008); riguardo ai primi mesi del 2009, l'indice della produzione industriale complessivamente considerato nel mese di marzo 2009 ha segnalato una diminuzione del 4,6 per cento rispetto al mese precedente nonche' una variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti pari a meno 9,8 per cento; nello stesso periodo gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie hanno registrato, in termini congiunturali, variazioni negative: meno 5,4 per cento per i beni intermedi, meno 4,3 per cento per i beni di consumo totale, meno 4,1 per cento per i beni strumentali e meno 2,6 per cento per l'energia; a fine 2008 le imprese si sono trovate a fronteggiare un calo del -8,8 per cento nel mercato nazionale e del -7,4 per cento su quelli esteri del proprio portafoglio ordini a fine anno; pesante e' poi la flessione del fatturato nel secondo semestre 2008 (-8,8 per cento, -2,9 su base annuale), mentre i prezzi alla produzione, che contengono gli aumenti ad +0,6 per cento, si sono giovati della caduta delle quotazioni delle materie prime (in particolare quelle energetiche e i metalli). Nei settori piu' legati al ciclo degli investimenti, metalli, meccanica e mezzi di trasporto, i listini prezzi registrano variazioni negative; gli indicatori confermano che il carattere della congiuntura, anche per parte del 2009, non sara' diverso, prevedendo una situazione di seria difficolta' specie nel settore manifatturiero, a fronte della maggiore tenuta di altri settori; dagli ultimi dati che l'ISTAT ha diffuso per il terzo trimestre del 2008, emerge che il tasso di disoccupazione e' salito al 6,1 per cento, con un incremento dello 0,5 per cento rispetto al precedente anno; il numero delle persone in cerca di occupazione ha registrato il terzo aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.527.000 unita', il 9 per cento in piu' rispetto allo stesso periodo 2007; l'industria ha registrato un'ulteriore riduzione tendenziale dell'occupazione (-1,0 per cento, pari a 53.000 unita'), concentrata nel lavoro indipendente; d'altro canto, stando alle rilevazioni dell'Inps, anche il regime della cassa integrazione sta subendo incrementi eccezionali con altissimi ricorsi alla sospensione dal lavoro per effetto del calo dei consumi; e' opportuno ricordare i rischi ben piu' gravi che - in conseguenza della crisi finanziaria - avrebbe potuto correre l'apparato produttivo se il Governo italiano, gia' dall'estate 2008 ed i Governi dell'Unione in forma coordinata non avessero provveduto tempestivamente a «mettere in sicurezza» il sistema del credito e a garantire i risparmiatori le misure del Governo a sostegno dei settori di taluni beni di consumo durevoli - a partire dall'auto - hanno consentito di contenere gli effetti economici della crisi ed avviato, in coerenza con indicazioni di carattere internazionale, le premesse per un'inversione di tendenza entro il secondo semestre dell'anno in corso; con il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, convertito in legge con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, sono state previste una serie di misure organiche riguardanti il sostegno del settore automobilistico e mirate per il salvataggio, la ripresa ed il sostegno delle imprese, segnatamente quelle piccole e medie dei settori in maggior crisi; le misure di deregolazione e di semplificazione adottate dal Governo nel corso del 2008 hanno agevolato l'attivita' ordinaria delle imprese, in particolare delle micro e delle piccole; l'estensione, per la prima volta, della cassa integrazione in deroga alle piccole imprese da parte del Governo ha contribuito alla tenuta dei livelli occupazionali; le grandi imprese italiane si stanno caratterizzando per la rilevante espansione in ambito internazionale: l'operazione Fiat-Chrysler - il cui successo dipende in larga parte dal primato che il gruppo torinese puo' vantare sul versante delle nuove tecnologie ecologiche - e' un chiaro segnale della capacita' del nostro sistema produttivo di superare la crisi puntando sul cambiamento e sull'innovazione; l'internazionalizzazione della piu' importante azienda manifatturiera del Paese e' altresi' una condizione necessaria per assicurarne lo sviluppo, garantirne la presenza sui mercati e preservare, nel contempo, una prospettiva agli stessi stabilimenti italiani; il Governo - una volta realizzata la joint venture con il colosso Usa - ha chiesto alla Fiat affidamenti per gli stabilimenti italiani aprendo un tavolo di confronto che si intende portare ad esiti positivi; peraltro sono in corso le trattative per l'acquisto della Opel da parte della Fiat; ai successi della FIAT si associano quelli dell'ENI, che prosegue una stretta partnership con il principale fornitore di gas dell'Unione, la Russia, ma non tralascia collaborazioni a tutto campo, quali da ultimo un contratto da 1,5 miliardi firmato in Egitto per lo sviluppo di progetti nei settori del gas e del petrolio; tuttavia la peculiare caratteristica del settore industriale ed artigianale italiano e' la dimensione distrettuale del suo sistema produttivo; in questo ambito l'organizzazione e le concentrazioni territoriali hanno permesso alle relative aziende di beneficiare di vantaggi competitivi determinati dall'ambiente sociale ed economico in cui si collocano, da un sistema di risorse e di fornitura locale che consente di contenere il costo del lavoro e assicura flessibilita' alle imprese, da un complesso di capacita' e conoscenze di imprenditori e lavoratori che costituiscono la base dell'originalita' e della qualita' dei prodotti italiani; non va dimenticato che il tessuto delle attivita' manifatturiere italiane, in particolare quello del Nord e del Centro, e' tra i piu' performanti d'Europa; in particolare, la Lombarda ed il Nord Est presentano il valore aggiunto manifatturiero pro capite piu' alto in assoluto rispetto ai maggiori Paesi UE, con rilevanti risultati anche in altri settori dell'economia quali costruzioni, servizi; cio' nonostante le piccole medie imprese, in particolare manifatturiere, stanno subendo il pesante fenomeno della delocalizzazione; si tratta di imprese ad elevatissimo investimento in forza lavoro specializzato e dotate di grandi patrimoni immateriali costituiti da brevetti, modelli e marchi, che si sostengono con forti anticipazioni di risorse finanziarie da parte degli istituti di credito; e' in atto un trasferimento vero e proprio di attivita' o di fasi della produzione da un Paese all'altro, soprattutto in vista di poter produrre a costi sempre piu' bassi. La spinta fondamentale a questo processo e' duplice: le imprese cercano di essere presenti in mercati di sbocco che appaiono sempre piu' vasti e di ridurre i costi del lavoro per mantenere la loro competitivita'; i fenomeni in questione esplicano conseguenze nel medio e lungo periodo spesso devastanti per i luoghi d'origine delle imprese dislocanti poiche' avvengono senza gradualita' alcuna e senza che il Paese oggetto della delocalizzazione abbia il tempo di maturare la propria crescita. Tutto cio' si ripercuote sulla sfera economica, sulla struttura e sulla composizione dei sistemi produttivi, nonche' sulla sfera sociale di entrambi i Paesi; zone particolarmente colpite e penalizzate dagli effetti della delocalizzazione industriale sono il Lombardo-Veneto ed il Piemonte soprattutto riguardo al settore manifatturiero dell'industria della moda, dell'abbigliamento e del tessile; nella Comunicazione della Commissione Europea Small Business Act viene sottolineata l'importanza delle piccole e medie imprese, in quanto creatrici di posti di lavoro e protagoniste della crescita delle comunita' locali e regionali. La Commissione UE ha quindi individuato le iniziative essenziali da adottare, sia a livello europeo che degli Stati membri, verso tali realta' produttive, favorendo la creazione di condizioni di concorrenza paritarie per le piccole e medie imprese. Il 5 maggio 2009, la Commissione attivita' produttive della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimita' la risoluzione sullo Small Business Act; tutti gli osservatori e le istituzioni internazionali sono concordi nel ritenere che le terapie adottate di concerto tra i Governi dei maggiori Paesi, sia sul versante della crisi del settore finanziario dove sono in preparazioni programmi di revisione di carattere strutturale, sia su quello dei comparti produttivi, abbiano arrestato la spirale verso il declino e posto le condizioni per la risalita; la Bce ha ridotto il tasso di sconto ai livelli piu' bassi ipotizzabili; cio' favorira' la riapertura del credito alle imprese; nonostante le spinte al rialzo (dovute alla ripartenza della domanda cinese) il prezzo del greggio resta a livelli sostenibili; impegna il Governo a recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati Membri dell'Unione Europea dallo Small Business Act e a realizzare al piu' presto gli impegni previsti dalla Risoluzione approvata in merito dalla X Commissione della Camera dei deputati, anche attivando un'organica azione di difesa e di sostegno alle imprese del settore dell'abbigliamento dei territori vocati e ricomprendendo in tali azioni l'osservanza da parte dei beneficiari di impegni diretti alla loro permanenza nei luoghi d'origine, al mantenimento e all'incremento della forza lavoro locale, all'assegnazione di lavori e all'eventuale esternalizzazione di processi produttivi ad imprese appartenenti all'indotto in cui esse operano; a dare immediata esecuzione alle disposizioni relative alle misure urgenti a tutela dell'occupazione, alle disposizioni in favore delle piccole e medie imprese, nonche' alle ulteriori norme volte al superamento dell'attuale crisi finanziaria, allo scopo previste dal decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito in legge con modificazioni dall'articolo 1 della legge 9 aprile 2009, n. 33; ad avviare, nei settori e nei distretti in cui operino i «programmi di risanamento e sviluppo», interventi a favore delle reti d'impresa, definendo, anche sul piano normativo, la soggettivita' giuridica delle reti d'impresa come presupposto per una loro maggiore integrazione economica; ad intraprendere le occorrenti iniziative affinche' sia urgentemente emanato il decreto ministeriale previsto dalla delibera CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo 2009 relativa a criteri e modalita' di funzionamento del fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti UE sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficolta'; ad accelerare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese creditrici e a predisporre le misure previste dalla legge per quanto riguarda la certificazione dei crediti suddetti, onde consentirne lo sconto da parte degli istituti di credito, nonche' ad adottare tutte le misure operative atte a garantire effettivamente l'applicazione ed il rispetto delle norme sui termini di pagamento dei fornitori; a proseguire nell'impegno per garantire la continuita' del credito alle imprese, anche attraverso le risorse previste per i confidi; a perseguire gli obiettivi di tutela delle piccole e medie imprese nel settore manifatturiero anche attraverso l'attivazione di interventi riguardanti: a) la sottoscrizione di accordi con le organizzazioni rappresentative del sistema del credito per la concessione di prestiti temporanei ed a tassi agevolati volti a mantenere in vita le imprese in difficolta'; b) la semplificazione degli adempimenti amministrativi; c) la riduzione dei carichi fiscali (Iva ed imposte sulla produzione) e degli oneri sociali; d) la concessione di una quota significativa di incentivi per gli investimenti diretti alla ricerca e all'innovazione tecnologica delle PMI manifatturiere; e) la riduzione del costo dell'energia, riportandolo sui livelli degli altri Paesi dell'UE, con particolare riferimento ai settori con elevati consumi energetici, come l'industria tessile; ad emanare al piu' presto il regolamento dell'«Impresa in un giorno»; a valutare la possibilita' di un intervento per la riduzione delle aliquote contributive che pesano sul costo del lavoro delle imprese artigiane; ad accelerare quanto piu' possibile, d'intesa con le Regioni, la definizione del «piano casa»; a considerare la possibilita' di ridurre la contribuzione Inail per il settore artigiano. (1-00184) «Cicchitto, Cota, Iannaccone, Bocchino, Vignali, Cazzola, Moroni, Fava, Simonetti, Raisi, Baldelli, Allasia, Della Vedova, Reguzzoni, Versace, Torazzi, Mazzuca, Cosenza».
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