MOZIONE 1/00138 presentata da CICCHITTO FABRIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20090316

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Atto Camera Mozione 1-00138 presentata da FABRIZIO CICCHITTO testo di lunedi' 16 marzo 2009, seduta n.146 La Camera, premesso che: il patto di stabilita' per gli enti locali (regioni, province e comuni sopra i 5.000 abitanti) ha lo scopo di coordinare la finanza degli enti locali con quella dello Stato, al fine di ottemperare al patto di stabilita' europeo; in base al patto di stabilita' europeo, gli Stati membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parametri di Maastricht, hanno deciso di adottare l'euro, devono continuare a rispettare quelli correlati alla finanza pubblica, ossia un deficit pubblico non superiore al 3 per cento del prodotto interno lordo e un debito pubblico al di sotto del 60 per cento del prodotto interno lordo (o, comunque, un debito pubblico che dia segnali di rientro); da piu' parti si e' sottolineato il fatto che il meccanismo rigido e quasi automatico del patto di stabilita' rischia di riflettersi in termini negativi sui tassi di sviluppo del Paese e di agire in termini prociclici. È, invece, indispensabile, soprattutto in un periodo di crisi economica come l'attuale, adottare politiche anticicliche finalizzate a contrastare il decremento dello sviluppo; a tal fine si deve valutare l'opportunita', per quanto concerne l'Italia, di rimodulare internamente i vincoli del patto di stabilita', che valgono rigidamente per i saldi di finanza pubblica statale, al fine di premiare gli enti piu' virtuosi e non comprimere eccessivamente gli investimenti, che possono avere non solo funzione anticiclica, ma costituire un'importante massa d'urto, tenendo anche conto del fatto che, a differenza dei pur essenziali interventi infrastrutturali di grande rilievo, essi rappresentano somme immediatamente spendibili e quindi hanno un impatto immediato; il patto di stabilita' interno per gli enti locali relativo agli anni 2009-2011, introdotto con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al fine di evitare eccessive correzioni nell'ambito della struttura dei conti di tali enti, non poteva che muoversi, nelle grandi linee, se non in armonia con il contenuto del precedente patto di stabilita' e quindi ha mantenuto il meccanismo della competenza mista - competenza per la spesa corrente e cassa per quella in conto capitale - per la definizione dei saldi-obietttivo della manovra; tale sistema, per quanto concerne la spesa per investimenti, rischia di danneggiarla a vantaggio della spesa corrente e, d'altro canto, non e' idoneo a garantire flussi adeguati ai pagamenti in relazione all'effettivo realizzarsi della spesa in conto capitale; malgrado le modifiche e le innovazioni introdotte sia nel citato decreto-legge n. 112 del 2008, sia nella legge finanziaria per il 2009, risultano comunque difficolta' ad incrementare la spesa per investimenti e quindi e' opportuna un'ulteriore revisione in materia; a tale proposito, il comma 8 dell'articolo 77-bis del gia' citato decreto-legge n. 112 del 2008, pur avendo la finalita' di consentire incrementi della spesa di investimento, con copertura riferita ad entrate di carattere straordinario, ha dato luogo ad interpretazioni difformi (si veda quella data dalla sezione regionale lombarda della Corte dei conti, interpellata dal sindaco di Varese) e, in particolare, la sua applicazione rigida contenuta nella circolare in materia della Ragioneria generale dello Stato ha lasciato insoddisfatti molti enti locali; una maggiore autonomia di spesa, soprattutto per investimenti degli enti locali, e' in linea con i nuovi principi del federalismo fiscale che la Camera dei deputati si accinge a discutere e ad approvare; per risolvere alcune situazioni di crisi di specifici comuni italiani, il Governo e' dovuto intervenire con specifiche dotazioni finanziarie, che si sono dovute porre al di fuori dei meccanismi del patto di stabilita', creando un certo grado di malcontento, soprattutto da parte degli enti locali piu' virtuosi; gli stretti vincoli del patto di stabilita' per il triennio 2009-2011 non consentono alle amministrazioni locali di utilizzare i residui passivi relativi alla spesa in conto capitale per portare a termine opere gia' programmate, nonche' regolare i pagamenti alle imprese fornitrici, che sono in grave difficolta' per mancanza di liquidita'; gli enti locali potrebbero essere «costretti» a contrarre non solo i pagamenti alle aziende fornitrici, ma anche l'erogazione di servizi sociali essenziali, pur di rispettare il patto di stabilita' per il triennio 2009-2011 ed evitare le applicazioni di sanzioni amministrative; per un efficace rilancio degli investimenti, anche ai fini anticongiunturali, e' necessario che queste risorse, gia' in possesso degli enti locali, possano essere almeno in parte utilizzate al fine di effettuare investimenti necessari in infrastrutture, scuole, manutenzioni ordinarie e straordinarie, ritenute essenziali per l'erogazione dei servizi ai cittadini, impegna il Governo: ad adottare iniziative normative volte a rivedere i criteri su cui si basa la disciplina del patto di stabilita' (calcolo del saldo finanziario e principio della competenza mista, nonche' riferimento ad un solo anno per il calcolo dei saldi-obiettivo), introdotta dal Governo Prodi, per renderla piu' idonea all'adozione di politiche dinamiche della spesa, atte a premiare gli enti virtuosi e a selezionare positivamente le tipologie di spesa piu' adeguate a promuovere lo sviluppo economico del Paese, nonche' per tenere anche conto delle variazioni demografiche dei comuni; a definire gli interventi da adottare per ovviare alla grave situazione in cui versano gli enti locali, assumendo, nei tempi utili alla predisposizione dei bilanci di previsione per il 2010, iniziative normative urgenti di riordino della finanza locale volte a garantire l'autonomia finanziaria di tali enti nel quadro della concreta attuazione del federalismo fiscale; a operare, sin da subito, con un'immediata iniziativa normativa, per poter ampliare il piu' possibile, ferme restando le compatibilita' finanziarie complessive, gli attuali vincoli del patto di stabilita' interno, al fine di incentivare la spesa di investimento degli enti locali virtuosi; ad adottare iniziative normative volte a superare, d'intesa con le associazioni delle autonomie locali, le criticita' derivanti dall'applicazione del comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, anche tenendo conto dei bilanci approvati; a valutare l'adozione di strumenti che consentano, in tale quadro, la liquidazione della maggiore quantita' possibile di crediti maturati dalle piccole e medie imprese nei confronti dei comuni, eventualmente mediante l'intervento della Cassa depositi e prestiti oppure mediante il rilascio di forme di garanzia dello Stato, al fine di sopperire alla grave mancanza di liquidita' delle piccole e medie imprese. (1-00138) «Cicchitto, Cota, Lo Monte, Bitonci, Bocchino, Iannaccone, Osvaldo Napoli, Fugatti, Baldelli, Lorenzin, Zorzato, Gava, Milanato».
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MOZIONE 1/00138 presentata da CICCHITTO FABRIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20090316 
MOZIONE 
COTA ROBERTO (LEGA NORD PADANIA) 
BALDELLI SIMONE (POPOLO DELLA LIBERTA') 
BITONCI MASSIMO (LEGA NORD PADANIA) 
BOCCHINO ITALO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
FUGATTI MAURIZIO (LEGA NORD PADANIA) 
GAVA FABIO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
LO MONTE CARMELO (MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA) 
LORENZIN BEATRICE (POPOLO DELLA LIBERTA') 
MILANATO LORENA (POPOLO DELLA LIBERTA') 
NAPOLI OSVALDO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
ZORZATO MARINO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
IANNACCONE ARTURO (MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA) 
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CICCHITTO FABRIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') 

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