MOZIONE 1/00345 presentata da SCHIRO' GEA (PER L'ITALIA) in data 17/02/2014

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Atto Camera Mozione 1-00345 presentato da SCHIRÒ Gea testo di Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198 La Camera, premesso che: la drammatica esperienza dei due conflitti mondiali ha favorito la costruzione di un'Europa fondata sulla centralità della persona umana, sulla stabilità e sulla solidarietà. A questo processo di unificazione dell'Europa hanno contribuito organizzazioni sovranazionali, tra cui il Consiglio d'Europa; la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB), fondata con la denominazione «Fondo per lo sviluppo sociale del Consiglio d'Europa» da otto degli Stati membri del Consiglio d'Europa nel 1956 (tra cui l'Italia), è la più antica tra le istituzioni finanziarie internazionali europee ed è lo strumento finanziario della politica di solidarietà del Consiglio d'Europa; con l'allargamento del Consiglio d'Europa ai Paesi dell'Europa orientale si è assistito al cambiamento della mission della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e dell'area geografica dei Paesi che ne fanno parte. Vi sono stati tre vertici (nel 1993, nel 1997 e nel 2005-2006) dei Capi di Stato e di Governo che hanno confermato il ruolo del Consiglio d'Europa come presidio dei diritti umani e come promotore della coesione sociale e dei diritti sociali ed economici dei cittadini dei Paesi che ne fanno parte. Oggi la Banca si occupa di edilizia sociale, istruzione, sanità, prevenzione e rimedio alle catastrofi naturali e, ultimamente, anche di rifugiati, ritornando con questo nuovo obiettivo alla ragione sociale originaria; in una fase delicata quale quella che stiamo vivendo, a causa della crisi economico-finanziaria, la Banca svolge una funzione importante nella soluzione di problematiche legate al peggioramento delle condizioni economiche e sociali delle popolazioni europee in un'ottica solidaristica; dopo aver portato a compimento con successo il piano di sviluppo della Banca stabilito nel 2010-2014, soprattutto a favore dei 21 Paesi europei con maggiori difficoltà dell'Europa centro-orientale e sud-orientale, il 22 novembre 2013, il consiglio di amministrazione ha approvato all'unanimità il nuovo piano per lo sviluppo della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa 2014-2016, impegnandosi per uno sviluppo sociale sostenibile in tre ambiti: il rafforzamento dell'integrazione sociale, la gestione dell'ambiente, il sostegno delle infrastrutture a vocazione sociale ed il sostegno alle micro, piccole e medie imprese; la crisi economica ha causato un forte deterioramento della situazione sociale in diversi Stati membri della Banca ed un allargamento dell'area interessata dalla crisi. L'indebolimento della solidità finanziaria dei debitori della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa ha iniziato ad essere particolarmente forte dall'anno 2009/2010; la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa ha concesso prestiti per il finanziamento di progetti per la creazione di posti di lavoro, attraverso il sostegno concesso alle micro, piccole e medie imprese nella maggior parte dei Paesi dell'Europa orientale. Tra il 2010 e il 2012, il finanziamento della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa a favore della creazione e del mantenimento dei lavori ammontava a 1,8 miliardi di euro, pari al 29 per cento del volume totale dei prestiti commerciali, seconda solo alla Banca europea per gli investimenti quanto a impegno; alla fine del 2012, la quota di prestiti a favore dei Paesi del gruppo dei cosiddetti target countries (Albania, Bosnia, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Georgia, Ungheria, Kosovo, Macedonia, Lettonia, Lituania, Malta, Montenegro, Moldavia, Polonia, Repubblica slovacca, Repubblica ceca, Romania, Serbia, Slovenia e Turchia) ammontava al 61 per cento del totale dell'importo di prestiti. Lo stock in favore di questi Paesi è aumentato del 25 per cento, passando da 5,87 miliardi di euro a fine 2009 a 7,35 miliardi di euro alla fine del 2012; il capitale sottoscritto al 31 dicembre 2012 della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa ammontava a 5.466 milioni di euro suddivisi tra 40 Stati membri e con il 16,7 per cento il nostro Paese, insieme a Francia e Germania, detiene la quota di partecipazione più alta; per allargare e sostenere la sua azione, la Banca ha rafforzato negli ultimi anni la cooperazione con tutte le maggiori istituzioni europee. Nel quadro di questa cooperazione vanno iscritti gli accordi con la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea di ricostruzione e sviluppo e con la Commissione europea. Oggi la Banca gioca un ruolo attivo nel quadro del Western Balkans investment framework , meccanismo europeo destinato al finanziamento di progetti nei Paesi dei Balcani. Inoltre, la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa intrattiene una cooperazione con la Banca mondiale, con la quale ha in essere un accordo di cooperazione; il nostro Paese ha partecipato all'aumento di capitale nel 2012 con un impegno importante (325 milioni di euro circa), anche se si tratta più di una garanzia che di un esborso, poiché la Banca si autofinanzia a condizioni favorevoli sul mercato dei capitali, gode del rating di tripla «A» e il suo bilancio si mantiene in equilibrio perché concede prestiti, non dà contributi a fondo perduto; a fronte di questo aumento deliberato dal Parlamento, si lamenta la scarsa destinazione di tali fondi per progetti italiani (nel 2011, su 2,11 miliardi di euro di progetti approvati, non c’è nemmeno un progetto approvato in Italia e su 1,85 miliardi di euro di prestiti approvati solo 16 milioni (pari allo 0,9 per cento) riguardano l'Italia, mentre numerosi sono stati i progetti finanziati in altri Paesi che hanno riguardato scuole, case di riposo per anziani e carceri, impegna il Governo: ad attivarsi al fine di favorire la realizzazione di progetti ed interventi nell'ambito delle competenze e degli obiettivi della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB); ad adottare misure volte a promuovere presso le nostre istituzioni, nazionali e locali, la conoscenza degli strumenti finanziari, delle iniziative e delle opportunità che la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa offre per realizzare interventi in settori che riguardano le calamità naturali, l'edilizia sociale, nonché la tutela, la valorizzazione e il potenziamento delle piccole e medie imprese; ad attivarsi, per quanto di competenza, affinché la Banca adotti criteri basati su aree tematiche e non solo territoriali, allargando il perimetro della sua azione a fronte delle difficili sfide dell'attuale contesto economico e finanziario internazionale; a conservare l'attuale misura di partecipazione e di diritto di voto all'interno dell'istituto, considerato il rilievo sociale e politico degli obiettivi perseguiti dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa. (1-00345) « Schirò , Buttiglione , Santerini , Marazziti , Fitzgerald Nissoli , De Mita , Rossi , Caruso , Sberna , Gigli , Binetti ».
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BINETTI PAOLA (PER L'ITALIA) 
BUTTIGLIONE ROCCO (PER L'ITALIA) 
CARUSO MARIO (PER L'ITALIA) 
DE MITA GIUSEPPE (PER L'ITALIA) 
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA (PER L'ITALIA) 
GIGLI GIAN LUIGI (PER L'ITALIA) 
MARAZZITI MARIO (PER L'ITALIA) 
ROSSI DOMENICO (PER L'ITALIA) 
SANTERINI MILENA (PER L'ITALIA) 
SBERNA MARIO (PER L'ITALIA) 
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