INTERPELLANZA 2/00120 presentata da PITTELLA GIOVANNI SAVERIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19960717

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic2_00120_13 an entity of type: aic

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente, per sapere - premesso che: durante un recente seminario su "Dinamica costiera e sedimenti", tenutosi a La Spezia presso la sede ENEA-CRAM, e' emerso che nonostante il grande valore ambientale ed economico dei litorali non sono state eseguite ricerche tese a ricostruire l'evoluzione tridimensionale dei litorali nel periodo storico e a rilevare le caratteristiche dei fondali marini costieri, per essere in grado di prevedere l'evoluzione futura ed individuare, quindi, le aree costiere maggiormente vulnerabili; in tale seminario e' stato evidenziato che, oltre all'erosione, il problema piu' serio che minaccia i litorali e' rappresentato dall'inquinamento delle acque costiere dovuto all'immissione di acque non depurate direttamente lungo le spiagge; i casi illustrati nel seminario sono, in sintesi, i seguenti: 1) litorale del Volturno: e' stato evidenziato l'alto grado di inquinamento delle acque marine dovuto alla immissione lungo la costa di circa 600 milioni di metri cubi all'anno di acqua di scarico non depurata. E' stato inoltre evidenziato lo squilibrio ambientale determinato dalla costruzione del porto di Coppola Pinetamare, che provoca la dispersione verso il largo di sedimenti sabbiosi ed il loro accumulo a nord del molo, con conseguente erosione del litorale verso sud. E' stata individuata inoltre l'area di dispersione in mare di grandi volumi di sabbia, all'estremita' meridionale del litorale. In tale area andrebbero eseguite ricerche per stimare il volume di sabbie eventualmente utilizzabili per il ripascimento del litorale e per realizzare interventi tesi a contenere la dispersione delle sabbie verso il largo; 2) litorale del Sele: oltre all'elevato grado di inquinamento delle acque marine, e' stata individuata nella parte meridionale del litorale, verso Agropoli, l'area in cui si accumulano in mare ingenti volumi di sabbia. Come per il caso precedente, vanno espletate ricerche per stimare il volume delle sabbie accumulate in mare per la loro, eventuale, utilizzazione per il ripascimento del litorale, che e' generalmente in erosione con gravi danni ai manufatti e alla pineta; 3) litorale velino tra il porto di Casalvelino e Ascea Marina: e' stata ricostruita la dinamica dei sedimenti prima degli interventi antropici piu' consistenti (costruzione del porto e della diga sul fiume Alento) e attuale. I detriti sabbiosi vengono apportati sul litorale essenzialmente dal fiume Alento e dal torrente Fiumarella; una porzione minima viene immessa lungo costa da nord. I detriti venivano spostati lungo costa dalle mareggiate, verso nord da quelle di provenienza meridionale e verso sud da quelle di provenienza settentrionale. Tranne una parte, che veniva dispersa in mare piu' profondo in corrispondenza di Punta Telegrafo, la maggior parte dei detriti rimaneva sul litorale spostandosi da nord a sud, e viceversa. La costruzione del porto di Casalvelino ha provocato l'arresto dei detriti provenienti da nord, che si accumulano in parte lungo il molo settentrionale e in parte all'interno del porto. Ha altresi' determinato un'area di accumulo a sud del molo dove rimangono intrappolati i sedimenti ivi trasportati dalle mareggiate di provenienza meridionale, che non vengono piu' ripresi e ridistribuiti verso sud, come avveniva prima della costruzione del porto, durante le mareggiate provenienti da nord ovest. La costruzione di varie scogliere parallele alla costa, in corrispondenza dell'abitato di Casalvelino, ha facilitato l'accumulo delle sabbie che, in tal modo, sono state sottratte alla parte meridionale del litorale, la quale e' interessata da una violenta erosione che sta determinando seri problemi all'economia turistica. La costruzione della diga sull'Alento ha certamente aggravato il danno ambientale, contribuendo a compromettere gravemente l'equilibrio del litorale, che era gia' in erosione prima degli interventi antropici descritti. In pochi anni l'economia turistica del litorale puo' essere ulteriormente compromessa, considerato che si registra anche un aggravamento dell'inquinamento delle acque costiere. Andrebbero approfondite ed ampliate le ricerche in mare e terraferma per definire meglio i possibili interventi di riequilibrio ambientale, consistenti nel recupero delle sabbie accumulate in mare in corrispondenza di Ascea Marina e Punta Telegrafo, nel ripascimento del litorale con i detriti accumulati nei dintorni dell'area portuale, nella valutazione del volume di detriti recuperabili nelle aste vallive sovralluvionate, eccetera; 4) Arco naturale di Palinuro e Marina di Camerota: come gia' evidenziato nel 1991, l'area dell'Arco naturale e' interessata da una violenta erosione, che ha provocato l'asportazione di tutta la spiaggia che prima proteggeva l'Arco dalle mareggiate; tale situazione ha determinato l'inizio del crollo di massi dall'arco e la minaccia di ulteriori cedimenti. Puo' essere ricostituita la spiaggia esistente alcune decine di anni fa, realizzando una barriera con blocchi di roccia sistemati in modo da simulare la roccia stratificata circostante. Le ricerche condotte hanno consentito di individuare enormi volumi di sabbia che vengono trasportati verso sud lungo costa e si stanno accumulando in mare nei pressi di Marina di Camerota. Le ricerche andrebbero approfondite per valutare il volume di tali sabbie e la possibilita' di recuperarle per il ripascimento del litorale; 5) golfo di Policastro: in tale area sono state evidenziate le caratteristiche ambientali delle spiagge di grande valore economico-ambientale esistenti tra Punta Infreschi e Scario, lungo un tratto di costa ricco di bellezze naturali incontaminate e di insediamenti archeologici. Le spiagge ghiaioso-sabbiose si sono sviluppate durante il periodo freddo-umido denominato piccola eta' glaciale, dal 1500 al 1850 d.C. circa, quando i corsi d'acqua, oggi sempre secchi, hanno trasportato grandi volumi di detriti in mare. I detriti presenti sul litorale sono attualmente "fossili" e vengono erosi inesorabilmente dal moto ondoso provocando la continua riduzione delle spiagge. Le ricerche effettuate lungo costa hanno consentito di individuare le aree in cui si disperdono i detriti e la possibilita' di recuperarli e di contenerne la dispersione futura. Andrebbero approfondite le ricerche tese a valutare i volumi utilizzabili per il ripascimento delle spiagge e ad acquisire i dati per la progettazione di interventi da realizzare sul fondale marino per trattenere i sedimenti. Lungo il litorale tra la foce del fiume Bussento e Capitello, dove e' stato costruito il porto di Policastro, si sono determinate gravi modificazioni costiere, consistenti in una marcata erosione del litorale a sud del porto e nell'accumulo di ghiaia fine a nord del molo e di sabbia fine all'interno del porto. I rilievi condotti nell'area sommersa hanno consentito di appurare che la sabbia trasportata dal fiume Bussento viene prevalentemente dispersa verso il bacino profondo circa 700 metri e che si trova nella parte centrale del golfo, da punta Infreschi fino all'isola Dino. La sabbia, infatti viene trasportata dalla corrente fluviale scorrendo su un antico accumulo detritico formatosi durante l'alto medioevo: in tal modo viene trasportata in mare dal corso d'acqua; studi andrebbero effettuati anche per valutare la possibilita' di rimuovere il detrito accumulato a nord del porto, ridistribuendolo a sud lungo il litorale in erosione, riequilibrando l'ambiente costiero; 6) litorale di Maratea: il litorale e' costituito da coste rocciose in prevalenza con alcune spiagge ciottolose-sabbiose di grande valore ambientale ed economico, come quelle di Cersuta, Acquafredda, Fiumicello, Santoianni, Macarro, Marina di Maratea; l'unico tratto sabbioso e' rappresentato dal litorale di Castrocucco, al confine con la Calabria. E' stato messo in evidenza che le spiagge citate si sono sviluppate prevalentemente durante il periodo freddo-umido denominato piccola eta' glaciale, intercorso tra il 1500 e 1850 d.C., grazie all'apporto di grandi volumi di detriti calcarei a mare. Dall'inizio del secolo i litorali, non piu' alimentati sufficientemente di detriti ciottolosi e sabbiosi, sono andati soggetti ad una continua erosione. Una gran parte di detriti viene sottratta alla spiaggia dalle violente mareggiate e dispersa nelle aree con fondali marini superiori a 7-10 metri, dove rimane accumulata senza piu' essere restituita al litorale. Un disastro ambientale ha interessato il litorale di Castrocucco durante la mareggiata del 1987, quando in una notte sono state completamente erose e distrutte le dune secolari che erano ricoperte da una rigogliosa pineta; la mareggiata ha coinvolto anche le terre agricole retrostanti, accumulando circa 1 metro di sabbia sui terreni coltivati: numerosi metri di spiaggia (mediamente 50-70) erano gia' stati erosi nelle ultime decine di anni. Le ricerche hanno evidenziato la drammaticita' della situazione ambientale costiera di Maratea e del litorale di Tortora e Praia a Mare, in quanto la fascia costiera e' bordata da un profondo bacino che raggiunge la profondita' di circa 700 metri, ben individuato dalla costa del monte Bulgheria fino all'isola Dino. In tale bacino profondo vengono risucchiati enormi volumi di sabbia dalle spiagge del golfo di Policastro, di Maratea e della Calabria settentrionale. Gli studi effettuati hanno consentito di individuare due zone principali di risucchio, una di fronte alla foce del fiume Bussento e un'altra di fronte alla spiaggia di Praia a Mare, dove vengono risucchiati i sedimenti erosi lungo il litorale di Castrocucco. La grave situazione ambientale richiederebbe un approfondimento e ampliamento degli studi per individuare eventuali altre zone di dispersione e valutare le possibilita' di bloccare il risucchio verso il bacino profondo, in modo da poter recuperare periodicamente le sabbie per il ripascimento dei litorali; 7) litorale ionico salentino: gia' nell'ottobre 1994, nel corso del convegno nazionale sul tema "Impatto umano sull'ambiente costiero", organizzato dalla SIGEA (Societa' Italiana di Geologia Ambientale) e dal CNR-IRPI a Scalea (Cosenza), era stato evidenziato per la prima volta che le sabbie delle spiagge del Salento avevano un eccezionale significato ambientale, in quanto costituite esclusivamente da frammenti calcarei di organismi viventi attualmente sui fondali marini. I nuovi dati hanno evidenziato che anche le sabbie delle dune oloceniche sono costituite dagli stessi tipi di granuli calcarei; attualmente le spiagge del Salento sono interessate da una diffusa erosione che, a volte interessa anche le dune. Queste spiagge ad elevato valore ambientale ed economico andrebbero tutelate in quanto eccezionale patrimonio ambientale di tutta l'Unione europea. quali iniziative intenda assumere il Governo per tutelare e valorizzare il grande patrimonio dei litorali italiani. (2-00120)
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INTERPELLANZA 
ALBANESE ARGIA VALERIA (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) 
GATTO MARIO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
GERARDINI FRANCO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
IZZO DOMENICO (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) 
MAURO MASSIMO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
OLIVO ROSARIO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
PETRELLA GIUSEPPE (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
SICA VINCENZO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) 
CAPPELLA MICHELE RENATO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
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PITTELLA GIOVANNI SAVERIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) 

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