RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00146 presentata da ROMANO PAOLO NICOLO' (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 28/10/2013

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Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00146 presentato da ROMANO Paolo Nicolò testo di Lunedì 28 ottobre 2013, seduta n. 106 La IX Commissione, premesso che: la rete di telecomunicazioni, che possiede caratteristiche di monopolio naturale, è una risorsa strategica per gli Stati poiché garantisce l'esercizio di diritti costituzionali quali la libertà di comunicazione e l'accesso alla conoscenza veicolata attraverso la rete internet, oltre che la competitività e la crescita economica delle imprese; in Italia, la rete di accesso è di proprietà di Telecom Italia che, oltre ad essere il principale operatore telefonico del Paese, è uno dei principali attori del mercato finanziario nazionale; il valore della rete nazionale posseduta da Telecom Italia si aggira tra gli 8 e i 16 miliardi di euro ed è composta da 110 milioni di chilometri in rame e 4,1 milioni di chilometri in fibra ottica; per quanto concerne la rete wireless Telecom Italia registra un patrimonio il cui valore oscilla tra i 500 milioni e il miliardo di euro, con 12 mila antenne Tim; sulla base delle risultanze del libro dei soci, delle comunicazioni effettuate alla Consob e alla società ai sensi dell'articolo 120 del decreto legislativo n.58 del 24 febbraio 1998 e di altre informazioni a disposizione, l'azionariato di Telecom Italia, prima dell'accordo del 24 settembre, vedeva Telco s.p.a. come il principale azionista di Telecom con una partecipazione pari al 22 per cento delle azioni; il capitale di Telco era suddiviso in due categorie: azioni A che rappresentavano il 53,82 per cento del capitale azionario posseduto dagli investitori italiani tra i quali, emergevano, Generali, Mediobanca e Intesa e azioni B che rappresentavano il 46,18 per cento del capitale sociale posseduto da Telefonica; tutti gli azionisti Telco erano soggetti ad un patto parasociale, firmato in data 28 aprile 2007, che prevedeva il conferimento di tutte le partecipazioni possedute alla stessa Telco; il 24 settembre 2013 i soci di Telco, Generali, IntesaSanpaolo, Mediobanca e Telefonica hanno concluso un accordo che modifica il patto parasociale di cui sopra che si articola in due fasi. La prima fase prevede la sottoscrizione da parte di Telefonica di un aumento di capitale in Telco pari al 66 per cento. La seconda fase prevede la sottoscrizione da parte di Telefonica di un ulteriore aumento di capitate sociale Telco di 117 milioni di euro, aumentando la partecipazione di Telefonica in Telco da 66 per cento al 70 per cento. L'accordo prevede inoltre dei percorsi di uscita degli investitori italiani in Telco, consentendo, dunque, a Telefonica di ottenere il 100 per cento delle azioni di Telco e di acquisire la maggioranza nel consiglio di amministrazione di Telco e Telecom Italia; Telecom Italia, oltre ad avere un indebitamento netto pari a circa 29 miliardi di euro e un lordo di 38 miliardi, opera in un mercato domestico saturo (caratterizzato da una congiuntura economica negativa) che necessita di continui interventi di ammodernamento della rete; sebbene nell'ultimo anno gli utili di Telefonica, grazie soprattutto al mercato brasiliano, siano cresciuti del 21 per cento, l'azienda spagnola Telefonica risulta essere un'azienda molto più indebitata di Telecom. È, infatti, la compagnia telefonica più indebitata d'Europa, con 57 miliardi di euro di debiti, rispetto a Telecom che ne ha per 40 miliardi; occorrerebbe sapere da quale finanziatore la Telco intenda prendere le risorse finanziarie per acquistare Telecom e se non intenda reperire le risorse da una banca spagnola, magari, tratta in salvo dall'Unione europea, con l'intervento del fondo «salva Stati» ESM, il quale, a sua volta, è stato rimpinguato dallo Stato italiano con un versamento di 124 miliardi di euro (prima tranche ), presi a debito sui mercati finanziari e che verranno restituiti dai cittadini italiani attraverso il pagamento delle tasse attuali e di quelle future; l'Antitrust brasiliano ha fatto sapere alla Telco che, qualora dovesse portare a termine l'operazione con Telecom, dovrebbe cedere una delle due reti di cellulari presenti in Brasile, una targata Telefonica e l'altra targata Tim, rinunciando, quindi, ad uno dei mercati — se non l'unico fatta eccezione per l'Argentina — che produce utili; il decreto-legge n, 21 del 2012 recante «norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni», al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale conferisce al Governo «poteri speciali» attinenti alla g overnance delle suddette società (cosiddetta golden power ). Tali poteri sono esercitabili dal Governo nei confronti di società pubbliche o private operanti nei settori strategici della difesa e sicurezza nazionale nonché nei confronti delle società che possiedono asset di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti, delle comunicazioni. Con riferimento a tali ultimi settori i poteri speciali esercitabili dal Governo consistono nella possibilità di far valere il veto dell'Esecutivo alle delibere, agli atti e alle operazioni concernenti asset strategici, in presenza dei requisiti richiesti dalla legge, ovvero imporvi specifiche condizioni; l'articolo 2 del decreto-legge di cui sopra dispone che, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'interno e con il Ministro degli affari esteri, oltre che con i Ministri competenti per settore, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono individuati, con uno o più decreti, le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l'approvvigionamento minimo e l'operatività dei servizi pubblici essenziali, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, nonché la tipologia di atti o operazioni all'interno di un medesimo gruppo ai quali non si applica la disciplina di cui al presente articolo; i decreti di cui sopra non sono ancora stati adottati, rendendo, di fatto, inapplicabili le previsioni contenute nel citato decreto-legge n.21 del 2012; sulla base delle previsioni di cui alla direttiva 2009/140/CE del 25 novembre 2009 «recante modifica delle direttive 2002/21/CE che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica, 2002/19/CE relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime e 2002/20/CE relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica», come recepite dal codice delle comunicazioni elettroniche (decreto legislativo 1 o agosto 2003, n.259 modificato dal decreto legislativo 28 maggio 2012, n.70), l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha avviato, anche alla luce delle linee guida sulla separazione funzionale dettate dall'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC), la fase preliminare di valutazione del progetto di separazione funzionale della rete di accesso presentata da Telecom Italia; la separazione funzionale della rete di accesso, oltre che rafforzare l'assetto concorrenziale del mercato a vantaggio dei cittadini, appare una precondizione per consentire l'ingresso di nuovi capitali nella costituenda società in grado di sostenere gli investimenti necessari per l'ammodernamento della rete ed il passaggio alla fibra ottica in linea con gli obiettivi fissati nell'Agenda digitale europea che per il 2020 richiede che il 100 per cento della popolazione italiana sia raggiunta da una connessione di almeno 30 megabit/secondo ed almeno il 50 per cento con velocità di 100 megabit/secondo. Come dimostrato dallo scoreboard sui progressi dell'Agenda digitale europea dedicato all'Italia, il nostro Paese vede una copertura della rete NGA (con velocità di connessione di almeno 30mbps) pari al 14 per cento delle abitazioni contro una media europea del 53,8 per cento mentre la penetrazione della fibra ultraveloce (ad almeno 100mbps) appare dei tutto marginale; gli investimenti finora assicurati da Telecom Italia non si sono dimostrati sufficienti per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti a livello comunitario e la situazione di forte indebitamento di Telecom Italia e di Telefonica non fa presagire un rapido incremento degli investimenti nell'infrastruttura che appare essenziale per garantire l'accesso alla rete ai cittadini ed imprese italiani a condizioni almeno pari a quelle assicurate negli altri Paesi comunitari con effetti benefici sul terreno della crescita del Paese e dell'occupazione, impegna il Governo: ad assicurare piena tutela e valorizzazione dell'occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia; ad adottare, nei tempi più brevi, il regolamento sulla golden power recante l'individuazione degli attivi ritenuti strategici nel settore delle comunicazioni; a garantire, conseguentemente, un'efficace vigilanza, in base ai poteri previsti dalla golden power , sui beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse e la sicurezza nazionale nel settore delle comunicazioni; a chiedere nelle più opportune sedi europee garanzie affinché le banche interessate da aiuti provenienti dal fondo «salva Stati» (MES) non utilizzino risorse proprie per finanziare l'acquisto di asset strategici ai danni delle nazioni finanziatrici dello stesso fondo «salva Stati»; ad assumere iniziative affinché si pervenga allo scorporo della rete mediante la costituzione di una società della rete, in modo da consentire la gestione pubblica di una risorsa strategica per il sistema Paese, attraverso un investimento pubblico, in un quadro di compatibilità con quanto previsto dalle norme europee, nella costituenda società della rete, a condizione che Telecom Italia riconosca il diritto di opzione a fronte di tale investimento sulle quote di partecipazione della costituenda società. (7-00146) « Paolo Nicolò Romano , Barbanti , Cristian Iannuzzi , Nicola Bianchi , De Lorenzis , Catalano , Liuzzi , Dell'Orco , Pesco , Cancelleri , Ruocco , Pisano ».
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BARBANTI SEBASTIANO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BIANCHI NICOLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CATALANO IVAN (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DE LORENZIS DIEGO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DELL'ORCO MICHELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
IANNUZZI CRISTIAN (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LIUZZI MIRELLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PESCO DANIELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PISANO GIROLAMO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
RUOCCO CARLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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