RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00022 presentata da SOFFRITTI ROBERTO (COMUNISTI ITALIANI) in data 11/07/2006

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Atto Camera Risoluzione in Commissione 7-00022 presentata da ROBERTO SOFFRITTI martedì 11 luglio 2006 nella seduta n.023 La IX Commissione, premesso che: il 10 marzo 2006 il signor Dante De Angelis dipendente di Trenitalia, macchinista e delegato per la sicurezza, ha ricevuto lettera di licenziamento senza preavviso, lettera che giunge a seguito del suo rifiuto di condurre, il 4 febbraio 2006, l'Eurostar 9311 Bologna-Roma perché dotato del sistema Vacma («Uomo morto»), dispositivo considerato pericoloso per lavoratori e viaggiatori e giudicato insicuro ed in violazione del decreto legislativo n. 626 del 1994 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, da numerose Asl; l'adozione da parte di Trenitalia del dispositivo Vacma, giustificata con la necessità di incrementare i livelli di attenzione dei macchinisti, sembra rispondere a strategie aziendali volte alla riduzione del personale di cabina: da due ad un macchinista; da diversi mesi i macchinisti hanno portato avanti ripetute azioni di protesta contro la reintroduzione del dispositivo. Negli ultimi tempi di fronte all'inerzia di Trenitalia ed alla situazione di stallo della vertenza, i macchinisti hanno adottato una serie di misure di autotutela, rifiutando quei locomotori attrezzati con l'apparecchiatura Vacma, primo fra tutti Dante De Angelis, delegato per la sicurezza ed appartenente al sindacato Orsa; il 9 marzo 2006 l'Asl di Bologna (come già numerose altre Asl) ha sanzionato Trenitalia per aver violato, con l'adozione del sistema Vacma, l'articolo 35 del decreto legislativo n. 626 del 1994, adducendo nel dispositivo di condanna che: «Il Vacma nuoce alla salute dei lavoratori ed è potenzialmente pericoloso per la sicurezza ferroviaria»; dal 10 marzo si è allargata la rete di solidarietà nei confronti di De Angelis, dai lavoratori al mondo della politica e della società civile: due scioperi nazionali, assemblee, lettere, ordini del giorno di numerosi enti locali, interventi di autorevoli esponenti del mondo politico, che chiedono l'immediata revoca del licenziamento; sin dall'inizio di questa vicenda è stato chiaro che il licenziamento di De Angelis, pur colpendo duramente un singolo lavoratore, è un colpo che Trenitalia vorrebbe dare a tutti i ferrovieri ed i macchinisti che si battono per la sicurezza: nel licenziare un delegato per la sicurezza nei luoghi di lavoro nel pieno svolgimento del proprio mandato, vengono colpiti ed intimiditi tutti gli altri lavoratori. Infatti la consapevolezza generale dei motivi che sono alla base del licenziamento spiega il coinvolgimento e solidarietà verso la vicenda di De Angelis; successivamente Trenitalia, anziché prendere in considerazione le proteste dei lavoratori e le numerose posizioni espresse contro tale licenziamento, ha inasprito l'attacco personale contro il De Angelis denunciando il lavoratore per interruzione di pubblico servizio; il Gip di Bologna, in data 12 maggio 2006, ha archiviato la denuncia a carico del De Angelis, in quanto la gran parte del ritardo contestato non è in alcun modo addebitabile a condotta volontaria del medesimo. Dalla successione dei modelli M40 risulta che la vicenda avrebbe potuto essere risolta nel giro di pochi minuti, se non fosse stato per il ritardo nella comunicazione dell'ordine ripetuto di messa a disposizione del reparto di appartenenza che, anziché immediatamente, giunse al De Angelis a circa 50 minuti dalla richiesta contenuta nel mod. M40 n. 7. Tale lasso di tempo non è addebitabile in alcun modo al predetto (...); a seguito del pronunciamento del Gip di Bologna non esistono più i motivi formali per il licenziamento in quanto lo stesso Gruppo Fs in una lettera successiva a quella di licenziamento affermava che il macchinista non era stato licenziato per non aver usato il Vacma, bensì per interruzione di pubblico servizio, accusa archiviata da Gip di Bologna che oltre a «scagionare» il De Angelis definisce «singolare» la procedura dell'Azienda «anche a non voler adombrare una previsione degli eventi da parte dell'Azienda»; appare del tutto evidente secondo i firmatari del presente atto, che l'unico motivo che giustifichi il licenziamento è quello di natura politica sul rapporto tra lavoratori ed Azienda; è pertanto ravvisabile nell'atteggiamento di Trenitalia e del Gruppo FS il tentativo di attaccare le prerogative sindacali, esautorando di fatto il sindacato ed i rappresentanti per la sicurezza del proprio ruolo, limitandone libertà e diritti, impegna il Governo ad intervenire presso Trenitalia affinché revochi il provvedimento di licenziamento. (7-00022) «Soffritti, Sgobio, Diliberto, Pagliarini, Bellillo, Cancrini, Cesini, Crapolicchio, De Angelis, Galante, Licandro, Napoletano, Ferdinando Benito Pignataro, Tranfaglia, Vacca, Venier».
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 
CANCRINI LUIGI (COMUNISTI ITALIANI) 
GALANTE SEVERINO (COMUNISTI ITALIANI) 
PAGLIARINI GIANNI (COMUNISTI ITALIANI) 
SGOBIO COSIMO GIUSEPPE (COMUNISTI ITALIANI) 
VENIER IACOPO (COMUNISTI ITALIANI) 
BELLILLO KATIA (COMUNISTI ITALIANI) 
CESINI ROSALBA (COMUNISTI ITALIANI) 
CRAPOLICCHIO SILVIO (COMUNISTI ITALIANI) 
DE ANGELIS GIACOMO (COMUNISTI ITALIANI) 
DILIBERTO OLIVIERO (COMUNISTI ITALIANI) 
LICANDRO ORAZIO ANTONIO (COMUNISTI ITALIANI) 
NAPOLETANO FRANCESCO (COMUNISTI ITALIANI) 
PIGNATARO FERDINANDO BENITO (COMUNISTI ITALIANI) 
TRANFAGLIA NICOLA (COMUNISTI ITALIANI) 
VACCA ELIAS (COMUNISTI ITALIANI) 
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