INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02511 presentata da SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100218

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-02511 presentata da AMALIA SCHIRRU giovedi' 18 febbraio 2010, seduta n.285 SCHIRRU, BELLANOVA, CODURELLI, RAMPI, MOSCA, GNECCHI, MIGLIOLI, DAMIANO, BERRETTA, BOCCUZZI, MADIA e CALVISI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: il triste fenomeno del caporalato e' presente in tutte le regioni italiane. Certamente i dati raccolti dai diversi istituti descrivono che il lavoro nero e sommerso e' piu' presente nelle regioni del mezzogiorno ma quelle del centro e del nord non sono certo esenti. Del resto, non bisogna dimenticare come il fenomeno del caporalato non riguardi solo il Sud e i lavoratori immigrati, bensi' tutto il Paese (essendo diffuso in molte imprese e cantieri soprattutto, in quelli che si occupano della realizzazione di grandi opere - presenti in tutto il territorio nazionale, compreso il Nord) e gli stessi lavoratori italiani; secondo quanto si apprende dalla stampa locale sarda, come nelle campagne, anche nei cantieri del nostro paese negli ultimi anni si e' diffuso drammaticamente il fenomeno del caporalato, gestito sempre piu' dalla malavita organizzata; a La Maddalena, la magistratura indaga sui casi di caporalato segnalati dagli operai nei cantieri per il G8; risulta che gli accertamenti si ricolleghino al clima delle operazioni per accogliere il summit del G8, dominato da due fattori chiave, entrambi potenzialmente all'origine della mancata applicazione delle norme su sicurezza e contratti. Da una parte l'iniziale segretezza sulle opere, dall'altra l'atmosfera di emergenza continua imposta dalla protezione civile. Tra le societa' coinvolte nello scandalo della protezione civile, alcune risultano collegate ai fratelli Anemone (oggi sotto accusa per corruzione), come Cogecal, Arsenale Scarl, Maddalena Scarl. Oltre a imprese differenti ma collegate; si apprende che nella fretta di dare inizio alla demolizione siano stati ingaggiati centinaia di edili, addetti alla carpenteria e agli sbancamenti. Piu' della meta' dei mille ingaggiati sarebbe formata da stranieri: soprattutto rumeni, moldavi, albanesi, egiziani. Fra gli italiani, parecchi calabresi, campani, siciliani. I sardi, all'avvio, sono pochi. I maddalenini all'interno dei cantieri, per tutto il ciclo dei lavori 24 ore su 24, non supereranno mai i 30, fatta eccezione per la ventina impiegati nella guardiania. Oltre 800 lavoratori vivono per mesi ammassati in container da 4 posti ciascuno; risulta ancora che in quei mesi l'acqua nell'area Faravelli manchi spesso, rendendo impossibile lavarsi a fine turno e di conseguenza causando alcune tensioni. Anche in mensa risultano disservizi, tanto che si registrano diversi casi di operai ricoverati in ospedale con sintomi d'intossicazione; e' stato denunciato che, mentre i «servizi» vigilano per evitare infiltrazioni terroristiche e numerosi dipendenti firmano documenti nei quali rinunciano ai diritti sindacali, monta la protesta. La vita nei cantieri maddalenini tra i disagi, senza spazi sufficienti, alimenta i contrasti tra fazioni e gruppi. Spesso ci sono zuffe e tafferugli. Coinvolti in particolare immigrati di etnie diverse. In questo quadro le proteste filtrano all'esterno. Superano i sistemi di sorveglianza (per vigilare sull'area era stato mobilitato il battaglione San Marco). Le organizzazioni sindacali si mobilitano. Della faccenda si occupa la stampa. Nel dicembre 2008 Fabrizio Gatti, del settimanale «L'Espresso», scopre irregolarita', straordinari in nero, vessazioni, soprusi; sempre dalla stampa, si apprende che l'ispettorato del lavoro muove i primi passi all'indomani della firma di un'intesa tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il capo della protezione civile che per la prima volta concede i nullaosta sulla vigilare nei cantieri; e' ancora in corso in Commissione lavoro l'indagine conoscitiva su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera) e nell'ultima audizione con i responsabili di Medici senza Frontiere sono state denunciate le condizioni estreme di degrado in cui vive la popolazione soggetta ai caporali, abbandonata, di fatto, dalle istituzioni, ma anche dalle associazioni di categoria. Denunciano: «Spesso siamo presenti in questi siti e constatiamo che cercano di alleviare le sofferenze di tali lavoratori soltanto le associazioni locali, di volontariato e di beneficenza. Abbiamo sempre testimoniato l'assenza delle istituzioni e di associazioni di categoria come sindacati e associazioni datoriali». Solo per fare un esempio, per quanto riguarda il caporalato, i lavoratori soggetti percepiscono dai 25 ai 40 euro al giorno per 8-10 ore di lavoro, di cui devono darne circa 5 o al caporale, che spesso e' un loro connazionale, o a chi poi li porta direttamente sui campi di lavoro. Da questa cifra di 25-40 euro bisogna quindi decurtare ulteriormente questi 5 euro; la Fillea, sindacato dei lavoratori delle costruzioni della Cgil, ha lanciato recentemente una campagna per equiparare il reato di caporalato al reato di traffico di esseri umani, sollecitando il Governo a farsi carico di questa vergognosa problematica; il precedente Governo Prodi aveva messo a punto un disegno di legge voluto dall'allora Ministro del lavoro, Cesare Damiano, e dal Ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, che non e' mai stato approvato per via della caduta del Governo ma che «introduceva il reato di caporalato con pene da 3 a 8 anni e sanzioni molto pesanti per l'imprenditore che si serve del caporale pari a 9 mila euro a persona sfruttata». Una volta caduto il Governo, la proposta di legge e' stata ripresentata da un gruppo di parlamentari del Pd, ma attualmente non e' oggetto di trattazione -: se i fatti sopra evidenziati corrispondano a verita'; come intenda intervenire per combattere la piaga del caporalato, a tutela della sicurezza degli operai e per il contrasto all'irregolarita' nei cantieri edili; se non ritenga opportuno intraprendere tutte le iniziative possibili a livello locale e nazionale, per contrastare i fenomeni di sfruttamento della manodopera, del caporalato e dello schiavismo, coinvolgendo in forma attiva, le forze di polizia, gli enti locali, le organizzazioni professionali, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni della societa' civile. (5-02511)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02511 presentata da SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100218 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERRETTA GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOCCUZZI ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALVISI GIULIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
DAMIANO CESARE (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MADIA MARIA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIGLIOLI IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOSCA ALESSIA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
RAMPI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
20100317 

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