INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02473 presentata da GATTI MARIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100211

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-02473 presentata da MARIA GRAZIA GATTI giovedi' 11 febbraio 2010, seduta n.282 GATTI, DAMIANO, MATTESINI, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GNECCHI, MADIA, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA, SCHIRRU e MURER. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la grave crisi economica che ha investito il nostro Paese nel corso degli ultimi due anni appare, nonostante le reiterate dichiarazioni tendenti all'ottimismo di autorevoli esponenti governativi, ancora lontana dalla conclusione; molti indicatori economici mostrano che la ripresa dell'economia italiana sara' modesta per un periodo piuttosto lungo, con conseguenze negative per il tasso di occupazione lavorativa che continuera' a diminuire anche dopo che la crescita avra' ripreso il suo cammino; i dati OCSE non lasciano, purtroppo, margini di ottimismo riguardo alla situazione occupazionale italiana nell'immediato futuro: le previsioni dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico stimano, infatti, che entro la fine del 2010 il nostro Paese tocchera' un tasso di disoccupazione del 10,5 per cento, raggiungendo livelli sconosciuti da molti anni; a pagare le conseguenze di questa drammatica situazione sono, al solito, le categorie piu' esposte e meno tutelate della societa': giovani, precari, immigrati e donne; per queste ultime basti pensare che gli obiettivi stabiliti dai Trattato di Lisbona riguardo all'occupazione femminile fissavano la soglia del 60 per cento entro il 2010, si e' invece al 47,2 per cento, 12 punti percentuali al di sotto della media dell'Unione europea; le donne lavoratrici continuano inoltre a pagare un prezzo assai alto al momento della maternita': fonti dell'Universita' Bocconi attestano che, in Italia, il 25 per cento delle donne del sud, e il 19 per cento delle donne del nord, si ritrova senza lavoro dopo la nascita del primo figlio; tali cifre appaiono, ad avviso degli interroganti, indegne di un Paese civile soprattutto se si pensa che in alcune aree del Paese e per alcune tipologie contrattuali di lavoro e', purtroppo, non infrequente il ricorso da parte dei datori di lavoro al metodo delle cosiddette dimissioni in bianco, consistente nel far firmare alla neoassunta una lettera di dimissioni volontarie, su foglio bianco e senza data, da utilizzare nel caso in cui la lavoratrice rimanga incinta; nel periodo del Governo Prodi, allo scopo di tutelare le lavoratrici e i lavoratori (poiche' questo strumento e' utilizzato, seppur in misura minore, anche nei confronti degli uomini, al fine di cautelarsi in caso di malattia o infortunio), e porre fine a questa triste pratica, era stata approvata dal Parlamento la legge 17 ottobre 2007, n. 188, la quale introduceva un meccanismo che impediva il ricorso alle dimissioni in bianco, prevedendo l'introduzione di un modulo informatico dotato di caratteristiche di anticontraffazione e antifalsificazione, grazie a una numerazione alfanumerica progressiva e di limitata validita' temporale; gli effetti della suddetta legge, che alla Camera e' stata approvata all'unanimita' e al Senato con il voto favorevole di una parte cospicua dell'opposizione, non hanno potuto pero' dispiegarsi a causa della fine della legislatura e dell'avvento del Governo Berlusconi che ha provveduto immediatamente, mediante l'articolo 39, comma 10, lettera l), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ad abrogare la norma in questione; l'attuale Governo ha giustificato tale scelta sostenendo che le procedure legate alla cosiddetta legge sulle «dimissioni in bianco» rappresentavano solamente un appesantimento burocratico e non garantivano neanche la risoluzione del problema; l'abrogazione della legge n. 188 del 2007 e' stata fortemente avversata dagli esponenti del centrosinistra, dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti della societa' civile che piu' sono vicini al tema in questione, poiche' con tale provvedimento e' venuta meno una misura che tutelava i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; inoltre l'abrogazione, ad avviso degli interrogante, e' significativa della politica del lavoro adottata dall'attuale maggioranza parlamentare, sempre meno attenta e sensibile rispetto alle esigenze, ai diritti e alle rivendicazioni delle donne -: quali siano i dati in possesso del Ministro interrogato al numero delle donne dimessesi «volontariamente» a un anno dalla maternita' e dei contenziosi, che abbiano a oggetto la firma di un foglio di dimissioni in bianco, tra lavoratori e datori di lavoro. (5-02473)
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20100211-20100331 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02473 presentata da GATTI MARIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100211 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERRETTA GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOBBA LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOCCUZZI ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
DAMIANO CESARE (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MADIA MARIA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MATTESINI DONELLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIGLIOLI IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOSCA ALESSIA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MURER DELIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
RAMPI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SANTAGATA GIULIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
20100331 

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