INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01119 presentata da DAMIANO CESARE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090312

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-01119 presentata da CESARE DAMIANO giovedi' 12 marzo 2009, seduta n.145 DAMIANO, FASSINO, ROSSOMANDO, BOBBA, LOVELLI, LUCÀ, BOCCUZZI, RAMPI, VERNETTI, ESPOSITO, PORTAS, CALGARO, GNECCHI e GIORGIO MERLO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: il 15 marzo i vertici dell'azienda Indesit hanno confermato ai sindacati l'intenzione di chiudere lo stabilimento di None, sito nel pinerolese, dove sono impiegati circa 600 lavoratori tra impiegati ed operai. Le motivazioni addotte dal gruppo si riferiscono al livello di competitivita' della produzione di lavastoviglie che l'azienda giudica insufficiente; negli ultimi tre anni l'azienda ha operato importanti investimenti, sia sul nuovo prodotto che sugli impianti, per un importo complessivo di circa 60 milioni di euro di cui 20 proprio nello stabilimento di None, ma nonostante questo i rappresentati del gruppo hanno ribadito che «malgrado gli sforzi, tuttavia, la domanda di mercato e' stata molto al di sotto delle previsioni. Di conseguenza l'azienda non ritiene sostenibile la produzione in entrambi gli stabilimenti di None e di Radomsko, in Polonia. La decisione di mantenere lo stabilimento polacco a scapito di quello torinese e' dovuto esclusivamente a criteri di competitivita' sui mercati internazionali»; l'azienda Indesit, al momento, mantiene in Italia, oltre al quartiere generale di Fabriano, sette stabilimenti produttivi, in aggiunta a quello di None, il proprio centro ricerche, la logistica e le attivita' di marketing per un totale di circa 5.600 dipendenti; nello stabilimento di None si producono circa 850 mila elettrodomestici l'anno, e fino alla vigilia delle ferie estive la Indesit affermava che, nonostante alcuni problemi di concorrenza, l'azienda era da considerarsi sana; da notizie di stampa si apprende che la volonta' del gruppo dirigente aziendale di chiudere lo stabilimento di None, mantenendo lo stabilimento di Radomsko, sarebbe anche legata alla possibilita' di ricevere risorse statali in Polonia subordinate, tuttavia, ad un aumento della crescita occupazionale in quel Paese. Ne deriverebbe che la chiusura e il licenziamento di circa 600 lavoratori italiani corrisponderebbe ad un aumento delle assunzioni nello stabilimento in Polonia, con un vero e proprio «dumping sociale» a scapito dei nostri lavoratori; il 10 febbraio 2009 il Governo ha varato il decreto legge n. 5 che, all'articolo 2, prevede incentivi anche per l'acquisto di elettrodomestici. Una misura sicuramente parziale, perche' legata alla ristrutturazione dell'abitazione dell'acquirente, ma che sicuramente rappresenta un possibile incentivo all'aumento della domanda dei beni in questione; la crisi economica in atto sta investendo in maniera pesante il mercato del lavoro nel nostro Paese con un aumento esponenziale del ricorso alla cassa integrazione ed alle forme di sostegno al reddito e si stima che, per l'anno in corso, la disoccupazione nel nostro Paese sara' superiore all'8 per cento. Una situazione, quella dell'Indesit, inoltre, che si innesta in un territorio piemontese gia' fortemente interessato alla crisi occupazionale, con un'altra grande azienda, come la Fiat, che nel mese di marzo ha fatto ricorso alla cassa integrazione per due settimane che ha interessato piu' di 5.000 dipendenti; il 60 per cento della cassa integrazione ordinaria, infine, e' maturato negli ultimi quattro mesi del 2008 -: quali provvedimenti intenda adottare per garantire i livelli occupazione nella Regione Piemonte; se non ritenga, a fronte della grave situazione che si sta profilando in ordine allo stabilimento Indesit di None, di convocare con urgenza un tavolo di confronto tra l'azienda ed i sindacati al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento in oggetto e la conseguente perdita del posto di lavoro per piu' di 600 lavoratori; se non ritenga di dover verificare se alla chiusura dello stabilimento in oggetto non corrispondera' un aumento dell'occupazione dello stabilimento di Radomsko, condizione indispensabile per ottenere specifici finanziamenti del Paese ospitante lo stabilimento, e quali provvedimenti intenda adottare al riguardo; se non ritenga di dover verificare presso le istituzioni europee quali iniziative si stiano prendendo al riguardo. (5-01119)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01119 presentata da DAMIANO CESARE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090312 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
BOBBA LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOCCUZZI ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALGARO MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ESPOSITO STEFANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
FASSINO PIERO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
LOVELLI MARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
LUCA' MIMMO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MERLO GIORGIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
PORTAS GIACOMO ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
RAMPI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
ROSSOMANDO ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
VERNETTI GIANNI (PARTITO DEMOCRATICO) 
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DAMIANO CESARE (PARTITO DEMOCRATICO) 

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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI 
20090324 

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