INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05111 presentata da SGAMBATO CAMILLA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 23/03/2015

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-05111 presentato da SGAMBATO Camilla testo presentato Lunedì 23 marzo 2015 modificato Martedì 24 marzo 2015, seduta n. 398 SGAMBATO , MANFREDI , VALERIA VALENTE , CARLONI . — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che: Poste italiane spa è una società interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che gestisce i servizi postali in una condizione di reale monopolio e che, sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, assicura l'espletamento del servizio universale, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui anche quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli; il piano di riorganizzazione previsto da Poste italiane spa, come dichiarato dall'AD Caio in Audizione in Parlamento, dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile nell'ambito dell'avviato processo di privatizzazione, e prevede a livello Nazionale la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici; nella regione Campania sembrano destinati alla chiusura, entro il 13 aprile prossimo, 21 uffici postali, e altri 39 interessati dalla riduzione delle giornate di apertura; in particolare, sembrerebbe che nella sola provincia di Caserta ciò comporterebbe interventi di chiusura per almeno 7 uffici tra i comuni di Vairano Patenora, Caserta, Marzano Appio, Teano, due a Sessa Aurunca, e Pontelatone; e nella Provincia di Napoli, tra gli altri, nei Comuni di Agerola e Seiano di Vico Equense; unitamente ad altre operazioni di razionalizzazione; è evidente che questo piano contrasta fortemente con la tradizione di vocazione sociale di Poste italiane, di diffusione dei servizi sul territorio, di aumento dei disagi per i cittadini specie nelle zone meno ricche; inoltre, questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati; i servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali nello svolgimento di moltissime attività quotidiane, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l'invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale; il 22 gennaio 2014 il presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni rispondendo a specifica missiva del Presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha ricordato che con apposita delibera l'Authority ha «ritenuto opportuno inserire (...) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (...) ritenendo prevalente l'esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio»; la delibera dell'AGCOM n.342/14/Cons del 26 giugno 2014 ha integrato i criteri elencati nell'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, prescrivendo all'articolo 2 relativo ai comuni rurali e montani, il divieto di chiusura di uffici postali situati in comuni rurali (quelli con densità abitativa inferiore a 150 abitanti per chilometro quadrato) che rientrano anche nella categoria dei comuni montani (quelli contrassegnati come totalmente montani), ed escludendo dal citato divieto soltanto i comuni in cui siano presenti più di due uffici postali e il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800; inoltre, la medesima delibera obbliga Poste italiane ad avviare con congruo anticipo con le istituzioni locali delle misure di razionalizzazione per avviare un, confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale; il Ministero dello sviluppo economico in data 12 febbraio 2015, a margine dell'incontro tenutosi tra il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, l'amministratore delegato di Poste italiane Francesco Caio e il presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani aveva dichiarato che regioni e comuni sarebbero stati coinvolti nel piano di chiusura degli uffici postali e che Poste italiane avrebbe coinvolto regioni ed enti locali per spiegare come servizi innovativi avrebbero assicurato la tutela del servizio universale per i cittadini–: se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, e se intenda intervenire al fine di aprire una concertazione tra la direzione di Poste italiane spa e le amministrazioni locali, garantendo il rispetto dei disposti stabiliti dall'Autorità per il garante delle comunicazioni; se non ritenga altresì appurare che Poste italiane, in vista di questa riorganizzazione aziendale, si sia attivata nel comunicare le proprie decisioni ai cittadini interessati. (5-05111)
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MANFREDI MASSIMILIANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
VALENTE VALERIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CARLONI ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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