INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00491 presentata da NARO GIUSEPPE (CCD-CDU BIANCOFIORE) in data 01/08/2001

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_00491_14 an entity of type: aic

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00491 presentata da GIUSEPPE NARO mercoledì 1 agosto 2001 nella seduta n. 028 NARO, GAZZARA, D'ALIA e GIUSEPPE DRAGO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che: nell'anno 1992, da parte della procura di Roma è stata aperta un'inchiesta sulle assunzioni di presunti falsi invalidi da parte del Ministero delle poste e telecomunicazioni; in seguito a detta inchiesta, il Ministro delle poste e telecomunicazioni dell'epoca, ha disposto un'indagine interna che ha portato tutti gli assunti nell'anno 1991-1992 ad essere sottoposti a visita di controllo medico-legale da parte di un' equipe di medici della commissione medica superiore dell'invalidità civile e delle pensioni di guerra del Ministero del tesoro; le risultanze delle verifiche pare abbiano portato all'archiviazione dell'inchiesta da parte della procura di Roma; successivamente altre procure, alle quali in precedenza erano stati trasmessi gli atti per competenza, hanno portato avanti tronconi d'inchiesta, ed i procedimenti sono a tutt'oggi in corso; i pubblici ministeri hanno, infatti, incaricato consulenti medico-legali i quali hanno risottoposto - per l'ennesima volta - a visita medica i dipendenti postali, facendo effettuare loro ulteriori esami ed accertamenti clinici; le consulenze, sembra che abbiano confermato, ancora una volta lo stato di invalidità di gran parte degli indagati, per gli altri, invece, (pochi per la verità) i consulenti medici dei pubb1ici ministeri avrebbero riscontrato delle discordanze tra il grado di invalidita che aveva dato loro il diritto all'iscrizione nelle liste delle categorie protette e quanto da loro accertato; si tratta di soggetti che, dopo essere stati riconosciuti invalidi da parte di un'apposita Commissione medica, conseguono il diritto all'iscrizione negli elenchi delle categorie protette, (Uplmo) e a distanza di tempo, utilizzano tale status per l'esercizio del loro diritto al lavoro, e ancora prima di essere assunti, sono sottoposti nuovamente a visita medico-legale presso la commissione dell'ospedale mi1itare che ha confermato in prima istanza il loro status di invalidi; la valutazione dei consulenti dei pubblici ministeri è solo una valutazione di parte, mancando ancora le contro perizie degli indagati che potrebbero non confermare quanto accertato dai periti dei pubblici ministeri; la Poste italiane Spa, in attesa della definizione delle inchieste penali, in questi ultimi mesi, ha mostrato di ritenere i fatti addebitati agli indagati come «reati commessi» e conferisce agli stessi una pretesa rilevanza nel rapporto di lavoro; su questo presupposto, ha formulato a centinaia di dipendenti formale contestazione di addebito, facendo riferimento agli articoli 51, 52, 54 del Ccnl, nella parte in cui si applica la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso quando si è accertato che l'impiego fu conseguito mediante produzione di documenti falsi o comunque con mezzi fraudolenti; le controdeduzioni dei dipendenti, i quali per lo più chiariscono che gli eventi per i quali pende il procedimento penale non hanno alcun nesso - autonomo e diverso da quello che potrebbe ipoteticamente derivare dal giudizio penale - con il codice disciplinare, in quanto non attinenti alle modalità di intrattenimento del rapporto di lavoro nè a quello dello svolgimento delle mansioni d'ufficio, inspiegabilmente non hanno trovato accoglimento da parte della Poste italiane Spa, che ha disposto i licenziamenti in tronco; la decisione della società datore di lavoro di applicare la sanzione disciplinare del licenziamento in tronco sulla scorta di comportamenti contestati ed ancora sub iudice appare quanto meno intempestiva, dato che altri enti presso i quali il personale già dipendente dalle Poste era stato trasferito per mobilità, non hanno applicato le stesse sanzioni; è convinzione generale che la Poste italiane Spa, subentrando all'ente pubblico, nell'ambito della riorganizzazione dell'ente, anche in considerazione del presunto esubero di personale abbia deciso di scegliere questa soluzione alternativa, cominciando dai dipendenti che dovrebbero essere maggiormente tutelati; i suddetti lavoratori, dopo oltre un decennio di stabile lavoro, sono oggi costretti ad impugnare il licenziamento ricorrendo al giudice del lavoro, per la salvaguardia del proprio posto di lavoro, a subire le umiliazioni delle continue visite medico-legali, a sborsare ingenti somme di denaro per il pagamento di ticket sanitari e per il pagamento degli onorari delle cause, alla violazione della privacy per essere oggetto di cronaca nei giornali nazionali e locali; in uno Stato democratico è doveroso che la giustizia faccia il suo corso e che siano accertati i fatti, ma non è giusto che centinaia di lavoratori dipendenti - assunti dal Ministero delle poste - possano essere licenziati dall'ente privato subentrante prima di esser dichiarati colpevoli con sentenza passata in giudicato -: se ed in che modo il ministro intenda intervenire affinché sono chiarite le motivazioni dei comportamenti persecutori nei confronti dei dipendenti in questione; se non ritenga di astenersi da siffatte procedure, anche tenendo conto delle numerose sentenze del giudice del lavoro che hanno disposto la sospensione dei licenziamenti intimati.(4-00491)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
D'ALIA GIAMPIERO (CCD-CDU BIANCOFIORE) 
DRAGO GIUSEPPE (CCD-CDU BIANCOFIORE) 
GAZZARA ANTONINO (FORZA ITALIA) 
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