MOZIONE 1/00181 presentata da BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20090518

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Atto Camera Mozione 1-00181 presentata da ANTONIO BORGHESI testo di lunedi' 18 maggio 2009, seduta n.178 La Camera, premesso che: il settore manifatturiero rappresenta una delle principali risorse del sistema produttivo italiano, e' composto da un numero notevole di imprese, molte delle quali sono di media e piccola dimensione, e comprende al suo interno molteplici comparti, ognuno con una propria specializzazione. Tra quelli forse piu' significativi vanno citati quello dell'industria aeronautica, quello alimentare, automobilistico, chimico, elettronico, farmaceutico e poi ancora il comparto meccanico, minerario e siderurgico e quello tessile; e' un settore fisiologicamente in costante mutamento, caratterizzato da una capacita' notevole di adattamento alle esigenze del consumo ed alle nuove tecnologie di produzione; la crisi globale, sia finanziaria che economica, che in questi ultimi mesi ha colpito anche il nostro Paese, ha inevitabilmente prodotto effetti evidenti anche sul settore manifatturiero, che ha pagato e sta pagando anche per la peculiarita' della sua composizione, cioe' per la presenza al suo interno di un numero elevato di piccole e medie imprese; la dimensione imprenditoriale e' uno degli aspetti del sistema produttivo che in questi mesi appare evidentemente messo in discussione: la dimensione imprenditoriale appare, cioe', una variabile decisamente importante per far fronte alle difficolta' attuali; quanto piu' e' ridotta tanto di piu' appare complesso per l'azienda superare la situazione attuale. Ricerca ed innovazione sono, infatti, fortemente legate alla dimensione aziendale. In questa ottica, e' necessario riflettere sulla necessita' di promuovere politiche specifiche che incentivino e promuovano le fusioni aziendali, con l'obiettivo di dare vita a realta' produttive piu' competitive; nell'audizione del 17 marzo 2009, tenutasi presso la Commissione finanze della Camera dei deputati, il Governatore della Banca d'Italia ha riferito che il credito delle banche italiane nei confronti delle imprese e' diminuito nettamente: questa diminuzione ha riguardato, in particolare, le aziende con meno di 20 addetti; un altro aspetto che appare necessario approfondire e' quello della flessibilita'. Negli ultimi anni questo e' diventato un terreno di confronto costante, che si e' pero' caratterizzato, purtroppo, per una marcata ideologizzazione. Si e', dunque, inevitabilmente «corrotta» la possibilita' concreta di fare della flessibilita' un'opportunita' di sviluppo ed uno strumento utilissimo per fronteggiare crisi congiunturali. La flessibilita' puo' essere, infatti, uno degli strumenti piu' efficaci per le piccole e medie imprese per fronteggiare e battere la crisi, purche' se ne impediscano abusi a discapito dei lavoratori, ai quali vanno garantiti strumenti di copertura dei redditi e dei servizi sociali tra una fase di occupazione e l'altra; investire sulla tutela e lo sviluppo delle piccole e medie imprese significa investire sul futuro del Paese: negli ultimi 5 anni, infatti, otto posti di lavoro su dieci sono stati creati dalle piccole e medie imprese. La presenza sul territorio di piccole e medie imprese rappresenta un fondamentale serbatoio di crescita imprenditoriale e di sviluppo e, contemporaneamente, un pilastro per l'integrazione con le imprese piu' grandi; uno dei freni principali che colpisce le piccole e medie imprese e, dunque, il settore manifatturiero nel suo complesso, e' il peso della burocrazia, che continua a frenare la loro capacita' di produzione; appare necessario focalizzare una politica fiscale adeguata e mirata al settore manifatturiero e delle piccole e medie imprese, che in grande parte lo costituiscono, basata su indicatori chiari, certi e realistici, anche per quanto riguarda il carico fiscale (studi di settore); e' doveroso intervenire affinche' le banche non limitino il credito alle piccole e medie imprese ed anzi siano disponibili, soprattutto in una fase di crisi come quella attuale, a finanziare e sostenere, accettandone i rischi, progetti di crescita e di sviluppo, in particolare quando questi siano fondati sull'innovazione tecnologica; in alcuni comparti del settore manifatturiero appare, altresi', inevitabile, in un'ottica di sviluppo di medio e lungo termine, dunque svincolata dalla pur necessaria difesa contingente dagli effetti della crisi, investire su una concreta riconversione della produzione. Esistono comparti in cui la ripresa non appare concretamente perseguibile: i segnali di una flessione irreversibile erano antecedenti alla crisi congiunturale attuale, le cui ragioni appaiono ancora piu' profonde, tanto da poter essere definite sistemiche, in quanto legate a processi ad alta intensita' di lavoro. In questi casi la riconversione della produzione e' l'unica possibile alternativa, che puo' e deve essere perseguita, legandola allo sviluppo tecnologico ed anche, ove necessario, alla crescita dimensionale delle entita' produttive; favorire la crescita dimensionale, sviluppare l'innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale mirata, garantire il credito sono questi i punti principali su cui fondare il sostegno e lo sviluppo del settore manifatturiero e dei suoi molteplici comparti, impegna il Governo: ad intervenire a sostegno del settore manifatturiero con interventi mirati a favorire la crescita dimensionale, sviluppare l'innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale mirata, garantire il credito; ad assicurare un'effettiva riduzione per una quota non inferiore almeno al 25 per cento degli oneri amministrativi e burocratici che attualmente gravano sulle imprese; ad istituire uno sportello unico come punto di riferimento univoco nelle relazioni tra le piccole e medie imprese e la pubblica amministrazione, prevedendo, comunque, la possibilita' che vengano certificati i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione quale garanzia da fornire agli istituti di credito per l'ottenimento di anticipazioni; a garantire alle piccole e medie imprese il rispetto dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni dei lavori svolti, anche in considerazione delle modifiche che l'Unione europea intende apportare alla direttiva europea sui ritardi di pagamento, al fine di prevedere che le piccole e medie imprese siano effettivamente pagate entro 30 giorni dai soggetti pubblici, anche attraverso meccanismi di compensazione; a prevedere che i crediti scaduti ed esigibili, per fornitura di beni e servizi, possano essere ceduti da parte delle imprese, senza autorizzazione del soggetto debitore, ad enti come la Cassa depositi e prestiti, che provvedera' a pagare il creditore, impegnando le pubbliche amministrazioni a restituire in via prioritaria alla Cassa depositi e prestiti le somme pagate, maggiorate degli interessi; ad innalzare il tetto annuo per la compensazione automatica dei crediti d'imposta e contributivi da 516 mila euro (un miliardo delle vecchie lire) a un milione di euro; ad introdurre, ove possibile, quote riservate alle piccole e medie imprese negli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi; a sostenere le piccole e medie imprese, anche con opportuni meccanismi premianti, ai fini dell'adeguamento e del rispetto degli obiettivi posti dall'Unione europea in tema di clima e di energia; a prendere gli opportuni impegni, in sede internazionale, per la revisione della normativa in materia doganale, per garantire maggiore trasparenza e rendere piu' stringenti le disposizioni in materia di acquisizione del marchio di origine del prodotto, al fine di tutelare il settore manifatturiero italiano; a prevedere che tra i criteri seguiti per il finanziamento di progetti imprenditoriali da parte degli istituti di credito sia assicurata massima priorita' alla valutazione dei progetti particolarmente originali ed orientati all'innovazione tecnologica; di fronte delle difficolta' delle piccole e medie imprese di accedere al credito bancario, ad adottare iniziative volte a disporre l'incremento dei fondi di garanzia per le piccole e medie imprese (cosiddetta «fondo Bersani») e presso l'Artigiancassa. (1-00181) «Borghesi, Misiti, Donadi, Evangelisti».
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DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI) 
EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI) 
MISITI AURELIO SALVATORE (ITALIA DEI VALORI) 
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BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) 

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