INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06768 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120508

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-06768 presentata da RITA BERNARDINI martedi' 8 maggio 2012, seduta n.628 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il 19 febbraio 2012 la prima firmataria del presente atto ha visitato la casa circondariale di Rimini accompagnata dal Garante regionale dei diritti dei detenuti Desi Bruno, da Irene Testa (segretaria dell'associazione Il Detenuto Ignoto), Vincenzo Gallo (consigliere comunale del PD a Rimini), Ivan Innocenti (Associazione Luca Coscioni) e il radicale Filippo Vignali; nell'ispezione la delegazione e' stata guidata dal comandante Fernando Picini; i detenuti presenti nell'istituto sono 204 a fronte di 150 posti regolamentari disponibili; il 65 per cento dei detenuti sono tossicodipendenti, il 70 per cento stranieri in massima parte magrebini, albanesi e rumeni; i detenuti in attesa di primo giudizio sono 63, gli appellanti 25, i ricorrenti 21, i definitivi 77; i detenuti con posizione mista con una sentenza definitiva sono 11, mentre i detenuti con posizione mista senza definitivo sono 6; i semiliberi sono in tutto 6; solo 20 detenuti lavorano a rotazione perlopiu' impegnati in mansioni domestiche all'interno dell'istituto; oltre alla sezione Andromeda dedicata a 16 detenuti tossicodipendenti, la casa circondariale di Rimini si articola nelle seguenti altre sezioni: la I sezione, completamente fatiscente e superaffollata, fuori da qualsiasi legalita' costituzionale; la II sezione e' chiusa da tempo nonostante sia stato gia' approvato e finanziato un progetto di ristrutturazione del valore di 200.000 euro; la III sezione (36 posti) e' stata ristruttura recentemente; anche la IV sezione (30 posti) e' stata ristrutturata da poco grazie alle economie realizzate con il rifacimento della V sezione (50 posti) che funge da sezione filtro per i detenuti tossicodipendenti «meritevoli» di essere trasferiti nella sezione Andromeda; esiste inoltre un progetto per costruire un padiglione penitenziario al posto del campo sportivo degli agenti: trattasi di terreno demaniale dotato di acqua, luce e altre infrastrutture, che, secondo il comandante, consentirebbe un notevole risparmio; dei 145 agenti previsti in pianta organica, gli effettivi sono 102 con il compito di occuparsi anche del nucleo traduzioni; gli educatori sono 6; gli psicologi sono due: uno si occupa di tutti i detenuti per 36 ore mensili, un altro, invece, si occupa della sezione attenuata (Andromeda); nell'istituto operano anche due mediatori culturali, uno per gli albanesi e l'altro per i magrebini; quanto all'istruzione, le uniche scuole funzionanti sono quelle elementari e di alfabetizzazione; il volontariato nell'istituto e' poco attivo e si limita alla messa domenicale; lo stesso comandante ha espresso l'auspicio di una presenza maggiore; in merito all'aspetto sanitario, c'e' da rilevare che i medici sono pochi e per qualsiasi evento critico, anche il minimo, e' prevista la visita ospedaliera; la notte non e' prevista la guardia medica e la copertura dei turni va dalle 8 di mattina alle 22.00; come previsto, il personale e' fornito dalla ASL, psichiatra e infettivologo compresi; a domanda precisa sia tutti i detenuti interpellati nella I sezione, sia il comandante hanno risposto che il magistrato di sorveglianza di riferimento, il dottor Franco Raffa, non ha mai visitato i luoghi di detenzione da quando ha assunto l'incarico; nemmeno i funzionari della Asl di riferimento hanno mai fatto le previste ispezioni per verificare le condizioni igienico-sanitarie delle celle e delle altre strutture frequentate dai detenuti e dagli agenti; a seguito della dettagliata vista ispettiva alla I sezione, definita dal comandante il «Bronx», si segnalano le seguenti situazioni: in quasi tutte le celle di 16 metri quadrati si trovano 6 detenuti che passano 20 ore chiusi, tolte le 4 ore d'aria; per un'altra ora al giorno hanno la possibilita' di «socializzare» in un'altra cella; per oltre il 90 per cento si tratta di detenuti stranieri molto indigenti; nella cella n. 12 vi sono ristretti 5 detenuti in due letti a castello a tre piani; si tratta di un bosniaco, un serbo, un rumeno e due marocchini; un detenuto ha lamentato il fatto di non aver ricevuto il sussidio per fare una telefonata ai familiari per avvertirli del suo stato di detenzione nel carcere di Rimini; un altro, invece, prega la delegazione di fare una telefonata alla moglie per avvisarla che l'indomani sara' trasferito a San Vittore; nella cella n. 11 piove acqua dal soffitto dell'indecente gabinetto; il tunisino H.K. vorrebbe frequentare la scuola media, ma nel carcere non c'e' mentre lui vorrebbe utilizzare al meglio il residuo pena di 1 anno e 4 mesi; ha chiesto di andare in comunita' ma per fare un colloquio con l'assistente sociale del Sert ha dovuto fare 42 giorni di sciopero della fame e il tutto si e' risolto con un nulla di fatto; K.M.S. condannato a tre anni in primo grado, sposato con un'italiana, chiede di poter lavorare; M.B. ha una condanna definitiva a 5 anni di reclusione (prima volta) e ha chiesto di andare in comunita' per intraprendere un percorso riabilitativo; prima di essere arrestato aveva lavorato in regola come muratore; S.I. detenuto rumeno condannato a dieci mesi per il furto di 5 bottiglie di whisky; ha gia' pagato il biglietto per tornarsene in Romania, ma il tribunale ha rigettato l'istanza di rimpatrio; sempre nella I sezione, la delegazione incontra un detenuto che da 7 mesi non sente i figli minori di 4, 7, 10 e 12 anni, perche' non ha i soldi per chiamarli, «solo una suora» - racconta - «mi ha dato il paio di pantaloni che indosso»; un altro detenuto che non fa colloqui ne' telefonate sussurra «qui puoi solo morire»; a S.N. gli mancano da scontare solo 5 mesi, ha chiesto di parlare con il magistrato di sorveglianza, ma da ottobre non l'ha mai visto; il 4 settembre del 2009 gli e' stato anche negato il permesso di andare al funerale della moglie; ha due figli che stanno con la nonna; A.A. con fine pena nel 2016 ha presentato istanza al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) per essere trasferito dal carcere di Rimini in un istituto vicino a Foggia dove vive la sua famiglia, ma non ha mai ricevuto risposta nonostante la richiesta sia stata avanzata piu' di un anno fa e abbia una madre ottantottenne e una moglie con problemi psichiatrici; il detenuto fa colloqui solo ogni 4 o 5 mesi; nonostante la drammatica situazione umana e civile che caratterizza la I sezione del carcere di Rimini, c'e' anche chi in quella sezione vorrebbe rimanerci: e' il caso di N., tunisino di 36 anni sposato con un'italiana e con due figlie; N. e' stato assegnato al carcere di Asti, ma vorrebbe rimanere a Rimini perche' la sua famiglia risiede in provincia di Ravenna; N. precisa di essere rientrato in Italia per costituirsi a Ravenna ma di essere stato «intercettato» a Domodossola e condotto a Asti; il comandante ha molto insistito perche' la delegazione visitasse le altre sezioni, in particolar modo la «Andromeda» che e' il fiore all'occhiello dell'istituto; per motivi di tempo, purtroppo, non e' stato possibile alla delegazione farlo per la concomitanza dell'inizio di un convegno programmato nel pomeriggio dello stesso giorno della visita al carcere; l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede che «Il magistrato di sorveglianza, nell'esercizio delle sue funzioni di vigilanza, assume, a mezzo di visite e di colloqui e, quando occorre, di visione di documenti, dirette informazioni sullo svolgimento dei vari servizi dell'istituto e sul trattamento dei detenuti e degli internati»; il 1° comma dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede altresi' che «Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell'istituto, devono offrire la possibilita' a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Cio' deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilita' che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali. (...)» -: se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda intervenire per ridurre, fino a portarla a quella regolamentare, la popolazione detenuta nel carcere di Rimini; se e quando intenda intervenire, per quanto di competenza, per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria e degli psicologi; se e quali iniziative di competenza si intendano assumere affinche' sia assicurata un'adeguata assistenza sanitaria ai detenuti e l'assoluto rispetto dei livelli essenziali di assistenza; se intenda intervenire per dotare il carcere di Rimini di scuole che vadano al di la' delle elementari e dei corsi di alfabetizzazione; se intenda chiudere immediatamente la I sezione assumendo iniziative per lo stanziamento necessario alla sua ristrutturazione; quando verra' ristrutturata e riaperta la II sezione, visto che e' stato approvato e finanziato da tempo un progetto del valore di 200.000 euro; se intenda incrementare i fondi relativi alle mercedi per il lavoro dei detenuti, quelli riguardanti i sussidi per i piu' indigenti, quelli per le attivita' trattamentali e, infine, quelli da destinare alla pulizia dell'istituto e, in particolare, delle celle; in che modo intenda intervenire in merito ai casi singoli segnalati in premessa; cosa intenda fare, affinche' sia rispettato il principio della territorializzazione della pena; se abbia mai valutato o intenda valutare la possibilita' di utilizzare tecnologie tipo Skype per ridurre il costo delle telefonate effettuate dai detenuti ai loro congiunti; quali iniziative di propria competenza intenda assumere in relazione alle criticita' rappresentate in premessa con riferimento al ruolo della magistratura di sorveglianza.(5-06768)
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20120508-20120614 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06768 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120508 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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