INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06076 presentata da MANCUSO GIANNI (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20120201

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-06076 presentata da GIANNI MANCUSO mercoledi' 1 febbraio 2012, seduta n.580 MANCUSO e ANTONINO FOTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: le Casse di previdenza dei professionisti, pur nella palese evidenza della loro autonomia, sancita dai decreti n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996 che ne hanno stabilita la personalita' giuridica privata, hanno sempre accettato ed anzi auspicato un dialogo collaborativo con le istituzioni pubbliche, in quanto coscienti della rilevanza pubblica del loro ruolo; la natura privata delle Casse e' stata, d'altro canto, di recente confermata dalla sentenza del TAR del Lazio, depositata l'11 gennaio 2012, che le ha escluse dall'elenco ISTAT degli «organismi pubblici non economici», allegato annuale alla finanziaria; in una logica collaborativa le Casse hanno risposto a quanto previsto dal decreto interministeriale del 29 novembre 2007, di estendere l'orizzonte temporale del proprio bilancio tecnico, il rendiconto triennale prospettico che ogni Cassa deve comporre, ad almeno 30 anni e comunque fino a 50, al fine di assicurare la propria stabilita' e la sostenibilita' delle proprie prestazioni anche alle generazioni future; per rispettare i termini ministeriali tutte le Casse hanno dovuto affrontare serie e profonde riforme del proprio sistema pensionistico e richiedere anche sacrifici ai propri iscritti, nel rispetto delle linee guida stilate o dagli stessi Ministeri. Tale processo di riforma e' durato tre anni; ora, il recente decreto-legge «salva Italia» chiede agli enti privati, mentre nulla si richiede agli enti previdenziali pubblici, un'ulteriore dimostrazione della propria solidita': l'assicurazione di un saldo previdenziale, ovvero il rapporto tra entrate contributive e uscite previdenziali, a 50 anni. E per farlo venivano concessi alle Casse solo 3 mesi, aumentati a 6, con scadenza al 30 giugno 2012, solo grazie ad un emendamento; le Casse dei professionisti non si sottraggono a questa ennesima richiesta, pur considerandola iniqua, ma, almeno, chiedono di conoscere con precisione i criteri con cui dover rispondere. Inizialmente, infatti, e' stato imposto di non considerare nelle proiezioni i patrimoni, pur essendo stati essi accantonati proprio ad ulteriore garanzia delle prestazioni previdenziali, ne' tantomeno i rendimenti; durante l'audizione alla Commissione bicamerale di controllo del 25 gennaio 2012, invece, il Ministro Fornero ha dichiarato che potrebbe essere rilevante il «flusso di rendimento che origina dallo stock» patrimoniale. Questa sua affermazione, naturalmente, se confermata, modificherebbe totalmente le modalita' di calcolo da approntare -: se il Governo intenda consentire agli enti previdenziali privati dei professionisti di considerare il rendimento generato dal patrimonio nell'ambito dei calcoli dei saldi; se il Governo, alla luce dei tempi assai ristretti, intenda tempestivamente comunicare agli enti interessati secondo quali precisi criteri si debbano impostare i calcoli richiesti. (5-06076)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
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