INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00422 presentata da PASTORINO LUCA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 24/06/2013

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00422 presentato da PASTORINO Luca testo di Lunedì 24 giugno 2013, seduta n. 39 PASTORINO , GIUSEPPE GUERINI e GREGORI . — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che: la Turchia sta vivendo uno dei più delicati e preoccupanti momenti della sua storia recente, da quando una manifestazione iniziata il 28 maggio 2013 a Istanbul, per salvare dalla demolizione l'ormai noto parco Gezi, alla quale le forze di polizia hanno reagito in maniera sproporzionata, ha dato l'avvio a una serie di proteste popolari, che si sono diffuse in non meno di novanta località in tutto il Paese – inclusi i grandi comuni metropolitani di Ankara, Smirne, Bursa, Adana, Koaceli, Gaziantep, Konya, Adalia e Kayseri, oltre quello stesso di Istanbul – e su Internet, in particolare mediante l’ hashtag «#OccupyGezi»; lo scopo delle proteste, che coinvolgono settori molto diversi della società turca con una presenza di secondo piano delle forze politiche d'opposizione, si è man mano esteso oltre le originali istanze ambientaliste, fino alla rivendicazione di una maggiore tutela dei diritti di libertà in una società meno paternalista e più aperta, alla denuncia degli eccessi di forza della polizia, alla più generale contestazione e richiesta di dimissioni del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan, del Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP), e del suo Governo; il pesante ed eccessivo intervento della polizia turca contro i manifestanti, avallato dal Governo del Primo Ministro Erdoğan, che ha usato parole molto dure contro le proteste, ha provocato scontri violenti, il cui esito è di sei decessi, migliaia di feriti e arrestati e danni ingenti a proprietà pubbliche e private; la Turchia riveste un ruolo geopolitico importante, sia in qualità di potenza regionale, in particolare militare – la Turchia conta il secondo esercito della NATO per personale –, a cavallo di alcune regioni cruciali per la stabilità del pianeta – Mediterraneo, Mar Nero, Caucaso e Medio Oriente –, sia in virtù di ragioni politiche e simboliche, per la capacità di coniugare democrazia e Islam; il cammino della Turchia sulla strada della democrazia è segnato dalle due questioni curda e cipriota, da un'insufficiente garanzia dei diritti fondamentali, in particolare quelli di libertà – di espressione, associazione e riunione, d'informazione e dei mezzi di comunicazione di massa – e nell'ambito della giustizia penale, e da un sistema politico-istituzionale fragile, caratterizzato in passato dal frequente intervento delle forze armate e, dal 2002 e per le successive elezioni del 2007 e 2011, dalla formazione di larghe maggioranze parlamentari, fronteggiate da un'opposizione debole, da parte dell'AKP, che ne ha approfittato, sia per avviare profonde riforme, inclusa una revisione della Costituzione e, quindi, la stesura di una nuova, i cui aspetti positivi e negativi sono stati ampiamente evidenziati, da ultimo, dalla Commissione europea nel Rapporto sui progressi della Turchia del 2012, allegato alla Comunicazione sulla strategia di allargamento 2012-2013, numero COM(2012)600, sia per costruire una solida rete di relazioni e clientele con i poteri e centri d'interesse economico del Paese; l'Unione europea ha una storia di ultradecennali rapporti di buon vicinato e collaborazione con la Turchia, che oggi trova il suo apice nell'unione doganale, la quale ha sviluppato un commercio per un totale di 120 miliardi di euro nel 2011, ed è stata segnata dalla firma, il 12 settembre 1963, di un trattato d'associazione – l'Accordo di Ankara – e dall'apertura ufficiale, il 17 dicembre 2004, delle trattative per l'adesione; l'Unione o, almeno, una parte degli Stati membri, hanno un atteggiamento a dir poco ambiguo circa i rapporti con la Turchia, che si è tradotto, in più occasioni, al blocco dei negoziati su alcuni capitoli e, soprattutto, alla mancanza di una posizione chiara sulle prospettive di adesione del Paese mediterraneo; il processo di adesione all'Unione rappresenta un elemento importante del dibattito politico turco e, come ha rilevato il Ministro Bonino nell'intervento alla Camera del 12 giugno 2013, un sostegno al processo di maturazione democratica del Paese, sicché, di conseguenza, anche se il Governo di Ankara deve, da parte sua, ancora compiere significativi progressi sui capitoli negoziali, l'atteggiamento ambiguo dell'Unione e di molti Stati membri costituisce un elemento negativo e un fattore di rischio nell'evoluzione delle relazioni della Turchia con l'Unione europea e dell'ordinamento e assetto politico del Paese; l'Unione e l'Italia in essa hanno il prioritario interesse e obbligo morale a favorire la maturazione democratica della Turchia, senza ingerenze e su un piano di parità e rispetto, e per questo, oltre prestare la debita preoccupata attenzione all'evolvere della situazione e compiere le necessarie dichiarazioni di rito, devono definire con urgenza, al termine di un dibattito ampio e approfondito, una posizione chiara circa il futuro delle relazioni con la Turchia, delineando una prospettiva di adesione – che includa le opportune riforme al sistema istituzionale dell'Unione, in modo da permettergli di reggere l'adesione di uno Stato membro dal peso rilevante, e, ovviamente, sia subordinata alla positiva conclusione del processo di allineamento all'ordinamento europeo e alla positiva soluzione di alcune questioni pendenti, tra cui quelle cipriota e curda – oppure di cooperazione e amicizia privilegiata; il Ministro Bonino ha dichiarato, nel citato intervento alla Camera del 12 giugno scorso, che «il Governo italiano continua a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia»; il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno non sembra destinato, almeno per quanto risulta dall'ordine del giorno, a occuparsi della situazione e delle relazioni con la Turchia, né risultano dichiarazioni in tal senso del Presidente Van Rompuy, né del Presidente della Commissione Barroso o dell'Alto Rappresentante Ashton–: quale sia lo stato del dibattito a livello europeo e dei singoli Stati membri sul futuro delle relazioni con la Turchia, in particolare con riferimento all'adesione o alla definizione di un rapporto privilegiato di cooperazione e amicizia; quale sia lo stato dei negoziati per l'adesione della Turchia all'Unione anche alla luce di notizie secondo le quali Germania e Olanda sarebbero contrarie alla ripresa dei negoziati medesimi; se la posizione ufficiale del Governo sia, in effetti, favorevole all'adesione della Turchia all'Unione; quale, secondo il Governo, dovrebbe essere il percorso per giungere all'adesione della Turchia e, anche considerate le cause e gli effetti dell'attuale crisi politica dell'Unione e il dibattito in corso sulle riforme, quali revisioni all'assetto istituzionale europeo si renderebbero necessarie per consentirgli di funzionare in maniera efficace in seguito all'ingresso di un Paese che, per il 2020, dovrebbe avere la maggiore popolazione dell'Unione europea; se il Governo ritenga necessario l'avvio di un dibattito, a livello europeo e nazionale, sulle citate questioni e come intenda prodigarsi in tal senso, in particolare se intenda avviare una discussione già nel Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, qualora sia confermato che questa non sia già prevista dall'ordine del giorno della sessione. (5-00422)
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Camera dei Deputati 
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00422 presentata da PASTORINO LUCA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 24/06/2013 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
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