INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00766 presentata da FONTAN ROLANDO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19970220

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il 6 febbraio 1997 una pattuglia di sedici agenti, su ordine del procuratore della Repubblica di Trento, Francantonio Granero, ha perquisito le sedi del partito autonomista trentino tirolese e le abitazioni dei suoi dirigenti; l'intervento della procura della repubblica e' conseguenza di un esposto che avrebbe indicato alcune irregolarita' nel tesseramento del partito inquisito e del conseguente svolgimento del relativo congresso, celebrato nel 1992; lascia perplessi la circostanza che una materia come quella dei rapporti interni di una associazione - certamente sindacabile, in sede civilistica, su impulso dei soci dell'associazione stessa - si trasferisca con una logica che potrebbe avere come presupposto il semplice fatto che questa associazione e un partito politico, in sede penale. Ma la perplessita' si trasforma in grave preoccupazione, quando si apprende - come si e' appreso e senza smentita - che l'ipotesi di reato configurato e' quella di cui all'articolo 294 del codice penale cioe' "attentato contro i diritti politici del cittadino"; l'introduzione di questa ipotesi di reato crea interrogativi inquietanti se ha come presupposto i comportamenti interni di un partito, i rapporti di forza all'interno del medesimo e le modalita' con le quali un partito realizza le proprie decisioni e le proprie scelte di linea politica ed amministrativa; la Costituzione - nel momento in cui ha affidato ai partiti la funzione di concorrere a "determinare la politica nazionale" - e' stata di una prudenza e di una saggezza estreme e si e' limitata a richiedere che essi adottino il "metodo democratico" lasciando, per il resto, cioe' per la propria organizzazione interna e per le modalita' di conseguimento dei loro obiettivi, ampia ed insindacabile liberta', con potere di autocontrollo da parte degli organi interni, nella consapevolezza che le liberta' politiche sono il presidio piu' sicuro ed ineludibile della democrazia; ma anche le conseguenze concrete delle citate iniziative della magistratura trentina pongono interrogativi altrettanto preoccupanti; in via di fatto, c'e'e un partito che ha responsabilita' di Governo che e' stato posto, in un modo inusitato e moralmente violento, nel drammatico interrogativo di essere una associazione per delinquere; c' e' un intera popolazione che, indipendentemente dalle autonome e diverse scelte politiche personali di ciascuno, si interroga se un partito cui l'elettorato ha attribuito largo consenso abbia finalita' diverse da quelle di concorrere alla formazione della politica provinciale; c e un partito che, nei fatti, e' condizionato nello svolgere il proprio congresso nei tempi e nei modi stabiliti dai propri organi eletti; ci sono, infine, migliaia di persone che temono di vedersi perquisire per il solo fatto di avere aderito ad un partito politico; di fronte a quanto sta accadendo non si puo' rimanere indifferenti, perche' al di la' dell'ipotesi d'accusa, la situazione, come si determinata e come si sta evolvendo, investe le regole fondamentali del sistema ed il libero esercizio dei diritti politici; poiche' - proprio per le premure del procuratore della Repubblica - si e' invocato l'articolo 294 del codice penale, non e' irrituale - nella presente situazione e nei suoi riflessi - interrogarsi quanto le iniziative qui lamentate concorrano a difendere e a garantire il libero esercizio dei diritti politici del cittadino; poiche' e' impensabile, in una societa' ordinata, lasciare irrisolti questi dubbi e lasciate sospesa ed incerta la tranquillita' dei cittadini rispetto ai propri diritti -: quali iniziative intendano intraprendere al fine di ripristinare nella popolazione trentina il senso della legalita', scosso da queste vicende. (3-00766)