INTERPELLANZA URGENTE 2/01301 presentata da SPERANZA ROBERTO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 04/03/2016
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Atto Camera Interpellanza urgente 2-01301 presentato da SPERANZA Roberto testo presentato Venerdì 4 marzo 2016 modificato Venerdì 1 aprile 2016, seduta n. 600 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'economia e delle finanze , per sapere – premesso che: la perdurante situazione di grave crisi economica e sociale del Mezzogiorno non può non suscitare profonda preoccupazione e sollecitare una significativa inversione di tendenza nell'azione dello Stato; in questo quadro si rileva che i tecnicismi connessi con i numerosi decreti ministeriali che determinano le regole per il finanziamento delle università (decreti ministeriali annuali per la determinazione del fondo di finanziamento ordinario, decreto interministeriale per la definizione dei costi standard di formazione degli studenti universitari, decreti ministeriali annuali per la riassegnazione delle risorse per il reclutamento da turnover , oltre ad altri meno significativi inclusi tra i circa 40 decreti attuativi previsti dalla cosiddetta legge Gelmini) stanno sottraendo al Mezzogiorno sempre più risorse; da più parti (come segnalato ad esempio dai professori Baccini, Giannola, Fiorentino, Viesti) si stanno delocalizzando ampie fette dei servizi universitari dal Sud verso il Nord e creando le condizioni per una conseguente dismissione di alcune istituzioni universitarie meridionali; in particolare, risulta inarrestabile il processo innescato dal meccanismo, interconnesso e consequenziale, che collega il turnover degli atenei alle loro disponibilità economiche, la possibilità di attivare corsi di studio alla disponibilità di docenti strutturati, la possibilità di avere più studenti a quella di avere più corsi di studio e, infine, il finanziamento degli atenei al numero degli studenti iscritti; la conseguenza di un siffatto modello non può che essere il collasso degli elementi più deboli del sistema, o meglio di quelli che appaiono più deboli sotto il profilo finanziario e del contesto socio economico di riferimento territoriale, al lordo degli errori e delle omissioni delle procedure di valutazione e di finanziamento (vedi autori citati) operate di recente; gli studi citati sembrano dimostrare che si tratta di un indebolimento indotto da scelte ministeriali che richiedono forse, per l'ampiezza del loro impatto sociale, un riesame parlamentare; infatti, i tagli economici alle università statali eseguiti tra il 2008 e il 2014 hanno gravato pesantemente sul Mezzogiorno (circa 250 milioni euro/anno tra il 2014 e il 2008) ed in misura irrisoria al Nord (poco più di 25 milioni euro/anno), mentre, già nella precedente fase di crescita dei finanziamenti, al Sud erano state elargite somme aggiuntive nettamente inferiori rispetto al Centro e al Nord (nel confronto tra il 2009 e il 2001, circa 250 milioni euro/anno in più ai primi contro i circa 500 milioni di euro per ciascuno dei secondi); il finanziamento delle università meridionali, quindi, è oggi pari a quello dell'anno 2001, mentre al Settentrione, pur nel bel mezzo della ben nota crisi economica nazionale, arrivano, rispetto allo stesso anno, quasi 500 milioni euro/anno in più; negli anni della civiltà della conoscenza una porzione molto grande del territorio italiano e delle popolazioni che vi risiedono non ha ricevuto finanziamenti aggiuntivi dedicati alla ricerca e alla formazione nelle università; i costi dei servizi offerti sono andati significativamente aumentando e, pertanto, è conseguentemente diminuito il livello di servizio offerto agli studenti delle università del Sud; il risultato è un flusso migratorio aggiuntivo, dal Sud verso il Nord, di circa 30.000 studenti universitari all'anno, a servizio dei quali, il meccanismo normativo ideato in sede ministeriale, ha già spostato circa 240 docenti dal Sud al Nord e si accinge a triplicare se non a quadruplicare detto numero nei prossimi anni; tra la tante criticità, la preoccupazione più grande è relativa al decreto interministeriale (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Ministero dell'economia e delle finanze) 9 dicembre 2014, n.893, dal quale dipenderà quasi il 70 per cento del finanziamento statale alle università, che prevede, in attuazione di quanto richiesto dalla legge n.240 del 2010 (l'articolo 5, comma 4, lettera f) , prevede «l'introduzione del costo standard unitario di formazione per studente in corso, calcolato secondo indici commisurati alle diverse tipologie dei corsi di studio e ai differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera l'Università»); il costo standard , così come definito per decreto, è prevalentemente controllato da fattori di attrattività (numerosità degli iscritti, capacità di saturare le classi di studio, e altro) fattori che, è dimostrato, dipendono significativamente dalla demografia e dal livello di infrastrutturazione dei territori; il decreto mette sullo stesso piano, ad esempio, università che operano in regioni a mobilità lenta e ridotta quali la Basilicata, la Calabria o la Sardegna con altre nelle quali l'alta velocità si è andata ad aggiungere ad una rete stradale e ferroviaria già ben più matura; lo stesso decreto non considera minimamente gli studenti fuori corso, penalizzando fortemente quei territori nei quali la formazione secondaria produce, in media, come dimostrato dai rapporti OCSE, studenti con competenze inferiori; si mortifica così quel ruolo di «ascensore» sociale che solo le università riescono a svolgere; per esso sono inoltre state sollevate questioni di illegittimità, ritenute non infondate dal Tar del Lazio in risposta ad un ricorso presentato dall'università di Macerata; la stessa università ha rilevato, nello specifico, la violazione dell'articolo 76 della Costituzione; elementi di ulteriore criticità sono trasversalmente denunciati con riferimento alla mancanza di un adeguato filtro tra l'azione dell'Anvur e le scelte politiche delegate al Ministero. Così che la valutazione operata dall'Agenzia diventa criterio di finanziamento tout court , con distorsioni varie, delle quali quelle territoriali già richiamate rappresentano il primo campanello d'allarme. Senza considerare che dette valutazioni sono operate tutte con criteri ex post che non garantiscono il ruolo di terzietà che la legge demanda all'Agenzia stessa; non risulta, inoltre, che siano in corso iniziative specifiche adeguate per operare un equo riequilibrio dell'utilizzo delle risorse; le università rappresentano elementi imprescindibili per il mantenimento e l'attrattività di capitale umano di qualità e quest'ultimo è motore irrinunciabile per la ripresa del Mezzogiorno e, con esso, dell'intero Paese –: se non ritengano che l'azione del Governo vada urgentemente allineata ai principi e ai criteri direttivi definiti in ambito parlamentare volti a migliorare la qualità dell'intero sistema universitario e non solo di una parte di esso; se non ritengano che il non intervenire tempestivamente per riequilibrare il sistema di finanziamento ordinario delle università aggravi la situazione economica e sociale del Mezzogiorno, in contrasto con i principi che lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri ha più volte richiamato; se non ritengano che sia necessario assumere iniziative per sospendere l'attuazione del citato decreto ministeriale n.893 del 2014 per poter meglio definire i principi direttivi e il periodo con riferimento ai quali il Governo è delegato ad operare; se non ritengano che sia necessaria una maggiore attenzione complessiva al ruolo che le università possono e devono svolgere per lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno come componente centrale e ineludibile della strategia per la ripresa complessiva del Paese e, a tal fine, quali iniziative intendano intraprendere in questa direzione. (2-01301) « Speranza , Luciano Agostini , Roberta Agostini , Albanella , Amato , Bersani , Bossa , Bruno Bossio , Carloni , Capodicasa , Casellato , Cassano , Cuperlo , D'Incecco , Gianni Farina , Raciti , Ginefra , Giorgis , Lauricella , Gnecchi , Epifani , Iacono , Impegno , Incerti , La Marca , Lattuca , Leva , Patrizia Maestri , Malisani , Marzano , Marco Meloni , Mognato , Montroni , Murer , Pagani , Giorgio Piccolo , Ribaudo , Stumpo , Taranto , Valiante , Ventricelli , Vico , Zappulla , Zoggia ».
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INTERPELLANZA
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AGOSTINI LUCIANO (PARTITO DEMOCRATICO)
BERSANI PIER LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO)
BOSSA LUISA (PARTITO DEMOCRATICO)
CAPODICASA ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO)
CUPERLO GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO)
D'INCECCO VITTORIA (PARTITO DEMOCRATICO)
FARINA GIANNI (PARTITO DEMOCRATICO)
GINEFRA DARIO (PARTITO DEMOCRATICO)
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO)
MURER DELIA (PARTITO DEMOCRATICO)
VICO LUDOVICO (PARTITO DEMOCRATICO)
AGOSTINI ROBERTA (PARTITO DEMOCRATICO)
ALBANELLA LUISELLA (PARTITO DEMOCRATICO)
AMATO MARIA (PARTITO DEMOCRATICO)
BRUNO BOSSIO VINCENZA (PARTITO DEMOCRATICO)
CASELLATO FLORIANA (PARTITO DEMOCRATICO)
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO (PARTITO DEMOCRATICO)
GIORGIS ANDREA (PARTITO DEMOCRATICO)
IACONO MARIA (PARTITO DEMOCRATICO)
IMPEGNO LEONARDO (PARTITO DEMOCRATICO)
INCERTI ANTONELLA (PARTITO DEMOCRATICO)
LA MARCA FRANCESCA (PARTITO DEMOCRATICO)
LATTUCA ENZO (PARTITO DEMOCRATICO)
LAURICELLA GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO)
LEVA DANILO (PARTITO DEMOCRATICO)
MAESTRI PATRIZIA (PARTITO DEMOCRATICO)
MALISANI GIANNA (PARTITO DEMOCRATICO)
MARZANO MICHELA (PARTITO DEMOCRATICO)
MOGNATO MICHELE (PARTITO DEMOCRATICO)
MONTRONI DANIELE (PARTITO DEMOCRATICO)
RACITI FAUSTO (PARTITO DEMOCRATICO)
RIBAUDO FRANCESCO (PARTITO DEMOCRATICO)
STUMPO NICOLA (PARTITO DEMOCRATICO)
TARANTO LUIGI (PARTITO DEMOCRATICO)
VALIANTE SIMONE (PARTITO DEMOCRATICO)
VENTRICELLI LILIANA (PARTITO DEMOCRATICO)
ZAPPULLA GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO)
ZOGGIA DAVIDE (PARTITO DEMOCRATICO)
CASSANO FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO)
MELONI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)
PAGANI ALBERTO (PARTITO DEMOCRATICO)
PICCOLO GIORGIO (PARTITO DEMOCRATICO)
CARLONI ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO)
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