INTERPELLANZA URGENTE 2/00523 presentata da COMINARDI CLAUDIO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 15/10/2019

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Atto Camera Interpellanza urgente 2-00523 presentato da COMINARDI Claudio testo presentato Martedì 15 ottobre 2019 modificato Venerdì 18 ottobre 2019, seduta n. 241 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali , per sapere – premesso che: il Corriere della Sera ha pubblicato la vicenda di «Chiara», un'impiegata di un'azienda milanese, alla quale, a seguito di una seconda maternità, il consulente del lavoro dell'azienda avrebbe suggerito di accettare una proposta di dimissioni volontarie motivandola con la frase «Ti faranno morire...»; al rientro dalla maternità «Chiara» è stata demansionata e, da responsabile di un reparto dell'azienda, destituita dall'incarico, assegnato con contratto a tempo indeterminato alla sua sostituta, assunta durante il periodo corrispondente al congedo di maternità, quindi in palese violazione dell'articolo 4 della legge n.151 del 2001; rifiutata la proposta di dimissioni, a «Chiara» sarebbe stato prospettato, da un secondo consulente, il licenziamento certo al primo compleanno del secondo figlio; parallelamente «Chiara» è stata adibita a mansioni inferiori: produzione di fotocopie, triturazione di documenti, archiviazione di fascicoli cartacei; il caso di «Chiara» contribuisce a portare alla luce le dimensioni e i tratti del grave problema delle discriminazioni sul lavoro legate alla maternità: già nel 2018 l'Ispettorato nazionale del lavoro aveva registrato oltre 49 mila dimissioni o risoluzioni di contratto di lavoratrici madri e lavoratori padri, attualmente in crescita del 24 per cento; anche per i grandi numeri del suo tessuto economico, la Lombardia risulta fortemente interessata dal fenomeno: oltre diecimila rapporti di lavoro chiusi nel 2018 in fase di maternità (un migliaio in più del 2017); i casi di mobbing o licenziamento, il demansionamento e le discriminazioni di donne che comunicano la gravidanza al proprio datore di lavoro sono molto frequenti; molti datori di lavoro estendono le disposizioni contenute nell'articolo 2103 c.c. anche a questa fattispecie di lavoratrici; la modifica del suddetto articolo civilistico, attuata dal Jobs Act , e relativo alle mansioni del lavoratore, si presta infatti a un possibile utilizzo a scopo discriminatorio nei confronti dei lavoratori, poiché non compare il richiamo espresso al concetto di «mansioni equivalenti» in forza del quale la giurisprudenza costituzionale e di legittimità aveva assicurato al lavoratore una tutela oltremodo ampia e attenta a garantire, nel cambiamento di mansioni, non solo l'omogeneità oggettiva di livelli e retribuzioni, ma altresì un'omogeneità professionale soggettivamente intesa, ritagliata sul singolo lavoratore in considerazione delle specifiche esperienze lavorative pregresse; tale precetto civilistico, nel caso del demansionamento di «lavoratrici in stato di maternità» viola di fatto il principio costituzionale del rispetto dei diritti inviolabili della persona anche nelle formazioni sociali ove la sua personalità si svolge (articoli 2, 4 e 35 Cost.), così che il lavoro è visto non solo e non tanto come fonte di sostentamento, ma anche come strumento imprescindibile per l'espressione e la realizzazione della personalità del lavoratore; nel caso di specie, l'applicazione del suddetto precetto civilistico viola altresì il principio di uguaglianza (articoli 3 e 37 della Costituzione), nonché le norme antidiscriminatorie di cui al decreto legislativo n.198 del 2006; il cosiddetto «patto di demansionamento» è infatti ammesso in circostanze e ipotesi del tutto eccezionali, previste all'articolo 7, del decreto legislativo n.151 del 2001 in materia di tutela della maternità, ossia l'assegnazione a mansioni inferiori della lavoratrice in gravidanza nel caso in cui quelle di assunzione siano ricomprese tra le mansioni a rischio o comunque interdette in relazione al peculiare stato della lavoratrice; è pur vero che sussiste una giurisprudenza che ammette il patto in dequalifica qualora l'alternativa sia il licenziamento, ma poiché nello specifico delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri fruitori di congedo il licenziamento è atto totalmente soggetto a divieto e non può mai costituire un'alternativa (salvo i casi di totale cessazione dell'attività aziendale), la decisione dell'azienda di «demansionamento» della lavoratrice rientrata dal congedo di maternità risulta arbitrario: la normativa vigente tutela infatti la lavoratrice madre stabilendo che questa debba essere adibita alle ultime mansioni da lei svolte o equivalenti, nonché beneficiare di eventuali miglioramenti delle condizioni di lavoro. Il demansionamento ingiustificato costituisce, di conseguenza, una forma di «discriminazione diretta di genere»; è vietata qualsiasi discriminazione per quanto riguarda: l'accesso al lavoro, attraverso il riferimento di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive, o in modo indiretto concernente un qualunque aspetto o condizione delle retribuzioni, per quanto riguarda un lavoro al quale è attribuito un valore uguale tra uomini e donne per qualifica, mansione e crescita. Infine è vietata ogni discriminazione per causa di matrimonio –: quali iniziative, anche di tipo normativo, il Ministro interrogato intenda intraprendere, sia per evitare l'applicazione distorta dell'articolo 2103 c.c. nei confronti delle lavoratrici-madri, sia per rafforzare le tutele previste per le medesime, anche attraverso la previsione di gravi sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che violano i principi di non discriminazione di genere e anti- mobbing . (2-00523) « Cominardi , Siragusa , Barzotti , Ciprini , Costanzo , De Lorenzo , Pallini , Segneri , Villani , Davide Aiello , Amitrano , Cubeddu , Invidia , Tripiedi , Tucci , D'Arrando , Faro , Ficara , Flati , Frusone , Galizia , Gallinella , Giarrizzo , Giordano , Giuliano , Giuliodori , Grimaldi , Grippa , Gubitosa , Iorio , Iovino , Lombardo , Gabriele Lorenzoni , Lovecchio , Maglione , Manzo , Marino , Martinciglio ».
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CIPRINI TIZIANA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
FRUSONE LUCA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GALLINELLA FILIPPO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TRIPIEDI DAVIDE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LORENZONI GABRIELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SEGNERI ENRICA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
FLATI FRANCESCA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MAGLIONE PASQUALE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MARTINCIGLIO VITA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GIULIODORI PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
IORIO MARIANNA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
IOVINO LUIGI (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GRIMALDI NICOLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PALLINI MARIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SIRAGUSA ELISA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GIORDANO CONNY (MOVIMENTO 5 STELLE) 
D'ARRANDO CELESTE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
AIELLO DAVIDE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CUBEDDU SEBASTIANO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
COSTANZO JESSICA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
INVIDIA NICCOLO' (MOVIMENTO 5 STELLE) 
AMITRANO ALESSANDRO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DE LORENZO RINA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TUCCI RICCARDO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MANZO TERESA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GIULIANO CARLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LOVECCHIO GIORGIO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
FARO MARIALUISA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
VILLANI VIRGINIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
FICARA PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MARINO BERNARDO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GRIPPA CARMELA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GIARRIZZO ANDREA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LOMBARDO ANTONIO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GUBITOSA MICHELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BARZOTTI VALENTINA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GALIZIA FRANCESCA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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