MOZIONE 1/01120 presentata da DEL TENNO MAURIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20120808
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Atto Camera Mozione 1-01120 presentata da MAURIZIO DEL TENNO testo di mercoledi' 8 agosto 2012, seduta n.679 La Camera, premesso che: i recenti incidenti di inizio giugno 2012 al confine tra Armenia e Azerbaijan e sulla linea di contatto del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian destano grande preoccupazione nella comunita' internazionale. Alla luce della possibile recrudescenza del conflitto, l'8 giugno l'Alto Rappresentante UE Ashton ha emesso una dichiarazione in cui, rammaricandosi per la perdita di vite umane, manifesta «grande preoccupazione» per gli episodi di violenza e richiama le parti a «rispettare il cessate il fuoco e ad evitare ogni comportamento che possa portare ad una escalation della violenza sul terreno». I preoccupanti incidenti alla frontiera, che si registrano in maniera sempre piu' frequente negli ultimi mesi, evidenziano la necessita' di continuare sulla strada del negoziato sulla base della nuova versione aggiornata dei Principi di Madrid (2009) e delle intese raggiunte dalle parti nell'ambito del gruppo di Minsk in ambito OSCE e sulle base delle risoluzioni ONU; dal punto di vista storico, le radici del conflitto risalgono al 1828, quando, dopo una guerra di lunga durata tra la Russia e Iran, l'Azerbaigian vene diviso in due parti. Nel trattato di Turkmenchay (2 febbraio 1828) la parte settentrionale fu annessa al territorio dell'Impero russo mentre la parte meridionale divenne territorio dell'Iran. L'articolo 15 del Trattato autorizzo inoltre lo spostamento degli Armeni dall'Iran verso i territori dell'Azerbaigian del Nord, al fine di creare una roccaforte nei tenitori appena occupati dell'Azerbaigian dalla Russia. Si pongono in tal modo inconsapevolmente le radici del conflitto armeno-azerbaigiano del Nagorno-Karabakh; con la dissoluzione dell'Impero russo, in seguito alla riduzione del 1917, l'Azerbaigian insieme con Armenia e Georgia crearono la Repubblica federativa democratica di Transcaucasia. Quando la Repubblica venne sciolta nel maggio del 1918, l'Azerbaigian dichiaro' la propria indipendenza e fu creata la Repubblica democratica dell'Azerbaigian (RDA). La Repubblica federativa democratica fu la prima Repubblica parlamentare nell'Oriente musulmano, ma ebbe termine dopo solo qualche anno, quando l'Armata rossa invase Baku nell'aprile del 1920. Cosi' l'Azerbaigian, unitamente all'Armenia e alla Georgia, divenne parte della RSSF Transcaucasica, uno stato federato nell'URSS de jure ma nei fatti nuovamente occupato dalla Russia. Nel 1921 venne decretato di lasciare il territorio del Nagomo-Karabakh all'Azerbaigian, sotto la condizione che gli fosse concesso un elevato grado di autonomia amministrativa all'interno del territorio azerbaigiano. Durante il periodo sovietico negli anni 48' - 49' circa centomila azerbaigiani dell'Armenia vengono forzati ad abbandonare le loro terre di origine spostandosi dall'Armenia in Azerbaigian; con l'avvio della perestroika gorbacioviana alla fine del 1987 l'Armenia ha rivendicato apertamente il territorio della provincia autonoma del Nagorno-Karabakh (PANK) appartenente alla Repubblica dell'Azerbaigian. Con il declino dell'Unione sovietica, infatti, si acuirono le spinte separatiste e gli armeni del Nagorno-Karabakh crearono un movimento per l'annessione del Nagorno-Karabakh all'Armenia ovvero la creazione di un stato indipendente. Il 1° dicembre 1989, il Parlamento armeno dichiaro' l'annessione della regione del Nagomo-Karabakli all'Armenia; nel 1991 l'Azerbaigian dichiaro' la propria indipendenza e lo stesso anno fu dichiarata unilateralmente l'indipendenza del Nagorno-Karabakh; i primi anni dell'indipendenza azerbaigiana, pertanto, furono funestati dall'inizio del conflitto armeno-azerbaigiano del Nagorno-Karabakh. Uno degli eventi piu' traumatici del conflitto fu il massacro di Kliojaly, una piccola citta' nel Nagomo-Karabakli situata 14 chilometri a nordest di Khankendi, capoluogo del Nagorno-Karabakh. Il 25 febbraio 1992, gli armeni attaccarono la citta' da tutte le direzioni con artiglieria pesante. Fonti ufficiali affermano che vennero uccise in questo massacro ben 613 persone, tra cui 106 donne, 83 bambini e 70 anziani; 56 persone vennero uccise con particolare crudelta' (bruciati vivi, decapitati, scalpati); 25 bambini rimasero orfani, 130 bambini hanno perso un genitore; 1275 civili, tra cui donne e bambini, furono presi come prigionieri subendo violenze ed umiliazioni; 150 di questi prigionieri sono spariti senza lasciare alcuna traccia. Altri drammatici scontri etnici si verificarono sino alla cessazione delle ostilita', provocando intensi scambi di accuse; sempre nel 1992 nacque in seno all'OSCE il gruppo di Minsk, co-presieduto sin dal 1997 da Francia, Russia e Stati Uniti con il mandato di negoziare una soluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian; nel 1993 si mosse anche il consiglio di sicurezza dell'ONU adottando ben quattro risoluzioni (822, 853, 874, 884), ciascuna delle quali volta a ribadire l'integrita' territoriale dell'Azerbaigian e a sottolineare l'inviolabilita' dei confini internazionali. Nell'ambito delle risoluzioni venivano, inoltre, richiesti il ritiro immediato e incondizionato di tutte le forze armene ed il ritorno dei rifugiati e dei profughi interni alle loro case. Nella ministeriale OSCE di Madrid del 2007 i copresidenti del gruppo di Minsk enunciarono, sulla base dell'atto finale di Helsinki, i cosiddetti Principi di Madrid per la risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh, menzionando fra quelli basilari il divieto di ricorso all'uso della forza, il rispetto dell'integrita' territoriale ed il principio di autodeterminazione. Da allora i copresidenti del gruppo di Minsk hanno proseguito la loro attivita' negoziale con una costante elaborazione dei principi di Madrid, mediante le dichiarazioni dell'Aquila (2009), di Muskoka (2010) e di Deauville (2011), reiterati infine nell'ultimo statement pronunciato a Baku il 14 maggio 2012; il conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian ha causato fino ad oggi oltre 30 mila morti, un milione di rifugiati e profughi interni e circa il 20 per cento del territorio dell'Azerbaigian sotto l'occupazione dell'Armenia. Il cessate il fuoco, siglato il 1° maggio 1994, non ha risolto il problema di fondo, poiche' continuano numerose violazioni ed i tentativi di pacificazione definitiva falliscono; anche l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha preso posizione sulla questione con la risoluzione A/RES/48/114 del 20 dicembre 1993, nella quale si esprime preoccupazione per la situazione umanitaria in Azerbaigian stimando in oltre un milione il numero di rifugiati provenienti dall'Armenia e i profughi dai territori azerbaigiani sotto occupazione; il 14 marzo 2008 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 62/243 che riafferma il rispetto della comunita' internazionale per l'integrita' territoriale dell'Azerbaigian e chiede il ritiro di tutte le forze annate dell'Armenia dai tenitori occupati e la possibilita' per i rifugiati e profughi interni azerbaigiani di ritornare alle loro case; anche le istituzioni europee hanno espresso la loro posizione sul conflitto. L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha adottato il 25 gennaio del 2005 la risoluzione 1416, che ribadisce la richiesta del ritiro delle forze armene dai tenitori occupati per consentire il ritorno a casa dei rifugiati. L'Unione europea ha appoggiato questa posizione in due occasioni, nel 2002 e nel 2007, con delle dichiarazioni ad hoc; ancora piu' di recente la NATO con la dichiarazione del Vertice a Lisbona (20 novembre 2010), l'Unione europea ha adottato la risoluzione 2009/2216 (INI) (20 maggio 2010), e la risoluzione 2011/2316 (INI) (18 aprile 2012) con le quali conferma il supporto alla sovranita' dell'Azerbaigian e alla sua integrita' territoriale, e sancisce che il conflitto deve essere risolto nel pieno rispetto del diritto internazionale. L'Unione europea condanna inoltre fermamente la minaccia dell'uso della forza e l'inaccettabilita' dello status quo; le conclusioni del Consiglio affari esteri dell'Unione europea del febbraio 2012 richiamano il sostegno alla nuova versione aggiornata dei Principi di Madrid e invitano l'Armenia and l'Azerbaigian ad aumentare gli sforzi per trovare un accordo su tali Principi quali base per una soluzione negoziata e condivisa. L'Unione europea ricorda inoltre la dichiarazione dei co-Presidenti del gruppo di Minsk al Vertice G8 di Deauville (26 maggio 2011) che afferma la necessita' per le parti di compiere un «passo decisivo» per la risoluzione del conflitto nagornino e l'impegno assunto dal presidente armeno ed azerbaigiano nell'ambito del gruppo di Minsk volto a trovare una soluzione negoziata al conflitto,
impegna il Governo:
a mantenere alta l'attenzione anche nelle opportune sedi dell'Unione europea ed internazionali sul perdurare delle tensioni e degli incidenti sulla frontiera tra Armenia e Azerbaijan e sulla linea di contatto del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian; a valutare l'opportunita' di promuovere o aderire a iniziative, in sede di Nazioni Unite, volte ad una effettiva applicazione delle risoluzioni adottate dall'ONU sul conflitto del Nagorno-Karabakh; a promuovere nelle sedi internazionali ed europee iniziative volte a stigmatizzare il massacro di Khojaly, identificare e condannare i crimini contro la popolazione e nel contempo promuovere la comprensione tra le societa' civili, al fine di superare le tragiche memorie storiche nella regione; a facilitare, nelle sedi internazionali, iniziative volte al miglioramento delle relazioni bilaterali tra l'Armenia e l'Azerbaigian e a sostenere gli sforzi della co-Presidenza del gruppo di Minsk. (1-01120) «Del Tenno, Urso, Allasia, Abrignani, Abelli, Beccalossi, Berardi, Buonfiglio, Castiello, Ceroni, Crolla, De Camillis, De Corato, Di Caterina, Faenzi, Formichella, Fucci, Garagnani, Germana', Gibiino, Gottardo, Iannaccone, Isidori, Lazzari, Mantovano, Mazzuca, Milanese, Minasso, Nastri, Nicolucci, Pelino, Pizzolante, Pugliese, Luciano Rossi, Scalia, Scandroglio, Stradella, Testoni, Tortoli».
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MOZIONE 1/01120 presentata da DEL TENNO MAURIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20120808
MOZIONE
POLLEDRI MASSIMO (LEGA NORD PADANIA)
ABELLI GIAN CARLO (POPOLO DELLA LIBERTA')
ABRIGNANI IGNAZIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
ALLASIA STEFANO (LEGA NORD PADANIA)
BECCALOSSI VIVIANA (POPOLO DELLA LIBERTA')
BERARDI AMATO (POPOLO DELLA LIBERTA')
CASTIELLO GIUSEPPINA (POPOLO DELLA LIBERTA')
CERONI REMIGIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
CROLLA SIMONE ANDREA (POPOLO DELLA LIBERTA')
DE CAMILLIS SABRINA (POPOLO DELLA LIBERTA')
DE CORATO RICCARDO (POPOLO DELLA LIBERTA')
DI CATERINA MARCELLO (POPOLO DELLA LIBERTA')
FAENZI MONICA (POPOLO DELLA LIBERTA')
FORMICHELLA NICOLA (POPOLO DELLA LIBERTA')
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO (POPOLO DELLA LIBERTA')
FUGATTI MAURIZIO (LEGA NORD PADANIA)
GARAGNANI FABIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
GIBIINO VINCENZO (POPOLO DELLA LIBERTA')
GOTTARDO ISIDORO (POPOLO DELLA LIBERTA')
ISIDORI ERALDO (LEGA NORD PADANIA)
LAZZARI LUIGI (POPOLO DELLA LIBERTA')
MANTOVANO ALFREDO (POPOLO DELLA LIBERTA')
MAZZUCA GIANCARLO (POPOLO DELLA LIBERTA')
MILANESE MARCO MARIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
MINASSO EUGENIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
NASTRI GAETANO (POPOLO DELLA LIBERTA')
NICOLUCCI MASSIMO (POPOLO DELLA LIBERTA')
PELINO PAOLA (POPOLO DELLA LIBERTA')
PIZZOLANTE SERGIO (POPOLO DELLA LIBERTA')
PUGLIESE MARCO (MISTO-GRANDE SUD-PPA)
ROSSI LUCIANO (POPOLO DELLA LIBERTA')
SCANDROGLIO MICHELE (POPOLO DELLA LIBERTA')
STRADELLA FRANCO (POPOLO DELLA LIBERTA')
TESTONI PIERO (POPOLO DELLA LIBERTA')
TORTOLI ROBERTO (POPOLO DELLA LIBERTA')
IANNACCONE ARTURO (MISTO-NOI PER IL PARTITO DEL SUD LEGA SUD AUSONIA)
URSO ADOLFO (MISTO-FAREITALIA PER LA COSTITUENTE POPOLARE)
GERMANA' ANTONINO SALVATORE (POPOLO DELLA LIBERTA')
BUONFIGLIO ANTONIO (MISTO-FAREITALIA PER LA COSTITUENTE POPOLARE)
RONCHI ANDREA (MISTO-FAREITALIA PER LA COSTITUENTE POPOLARE)
SCALIA GIUSEPPE (MISTO-FAREITALIA PER LA COSTITUENTE POPOLARE)
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DEL TENNO MAURIZIO (POPOLO DELLA LIBERTA')