INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02159 presentata da DE ROSA MASSIMO FELICE (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 13/02/2014

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Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02159 presentato da DE ROSA Massimo Felice testo di Giovedì 13 febbraio 2014, seduta n. 173 DE ROSA , MANNINO , TERZONI , DE LORENZIS , LOREFICE , MANLIO DI STEFANO , BECHIS , BUSTO , DAGA , SEGONI , ZOLEZZI , CARINELLI , PESCO e CASO . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: a Milano, nel quartiere Gallaratese, nella parte di parco Trenno che si affaccia su via Lampugnano, insiste il cantiere della Via d'Acqua, una delle opere previste per Expo 2015. Il parco di Trenno, insieme a quello delle Cave e al Pertini, ospiteranno questa opera idraulica che serve a far scorrere l'acqua nel laghetto del sito di Expo, collegando il canale Villoresi al Naviglio Grande di Milano; il costo di realizzazione dell'opera è di 89 milioni di euro, i lavori sono stati appaltati a un'azienda già sotto inchiesta per lavori in altre zone d'Italia (la Maltauro spa), mentre il progetto definitivo, a quanto consta agli interroganti, non è mai stato votato dal consiglio comunale di Milano; l'opera è stata infatti inserita tra quelle prioritarie e gestite direttamente dalla società Expo spa con il commissario unico Giuseppe Sala; il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, nell'ambito dei lavori per Expo 2015 il 12 novembre 2013, ha firmato il declassamento dei limiti degli inquinanti tollerati nei terreni, il parametro di riferimento delle CSC (le concentrazioni di soglia di contaminazione oltre le quali scatta la bonifica) passa da residenziale/aree verdi a industriale; tale procedura abbreviata si è resa possibile grazie alla semplificazione delle procedure di gestione degli scavi relativi ai lavori di competenza di Expo spa e la Via d'Acqua è appunto una di quelle opere commissariate dalla società per azioni che gestisce l'Esposizione Universale del 2015; a dare i poteri speciali al commissario unico è stato il decreto-legge n.43 del giugno 2013, dove è scritto che il commissario può provvedere in deroga alla legislazione vigente a mezzo di ordinanza; il commissario Sala ha quindi deciso che per tutto il sedime della via d'Acqua si potranno applicare i parametri di riferimento degli inquinanti della tabella B del decreto legislativo n.152 del 2006 invece che quelli della tabella A, come avviene per aree urbane, verdi, residenziali; si tratta di un declassamento che deroga alle norme urbanistiche comunali. Il tracciato della Via d'Acqua viene pertanto equiparato ad un'area industriale e come tale va classificato: «il canale è in cemento armato impermeabile» è scritto nel documento firmato da Sala; le aree contaminate che preoccupano i cittadini sono quella di via Quarenghi, zona Bonola. Una ex cava sopra cui sono iniziati i lavori della base-cantiere degli operai che lavorano alla Via d'Acqua, la cava di via Cancano al parco cave, in area Cascina Merlata (via Triboniano) e in via Calchi-Taeggi. Il cantiere è stato aperto prima ancora che la valutazione di rischio ambientale fosse trasmessa al consiglio di zona 8 del comune di Milano; l'inquinamento dell'area di via Quarenghi è cosa nota dagli anni ’70, dai tempi della vecchia proprietà, Salvatore Ligresti; negli anni duemila si è aperto un contenzioso tra comune di Milano e nuova proprietà, la società Grassetto, proprio sulla bonifica; un progetto di box interrati è stato respinto anni fa dal comune proprio per il mancato accordo sulla bonifica e il rischio ambientale che ne sarebbe derivato; lo sforamento dei limiti di legge è confermato dagli ultimi rilievi disponibili fatti dall'amministrazione milanese nel 2008: Pcb, idrocarburi, metalli pesanti oltre la soglia di legge; è necessario che i poteri speciali del commissario unico, concessi per agevolare la realizzazione di un evento importante come l'Expo 2015, non divengano lo strumento ed il pretesto per avallare gli ennesimi abusi su un territorio già ridotto ai minimi termini e diminuire ulteriormente la qualità della vita dei propri cittadini; andrebbe valutata la possibilità di un blocco del cantiere al fine di disporre le bonifiche necessarie e l'adozione di un progetto alternativo, già predisposto da associazioni ambientaliste come Italia Nostra, che tuteli i parchi, il territorio e la salute dei cittadini, evitando sprechi inutili per le casse dello Stato–: quali siano i reali poteri di deroga concessi al commissario straordinario Expo, riguardo alle modalità di declassamento delle aree oggetto di bonifica e in particolare in rapporto all'articolo 32 della Costituzione italiana che garantisce la tutela della salute dell'individuo e della collettività, specificando altresì i motivi per i quali l'opera non è stata oggetto di valutazione di impatto ambientale malgrado la stessa indiscutibilmente produca un massiccio impatto paesaggistico e alteri fortemente il sistema ambientale e urbano in cui va ad inserirsi e rendendo pubblica, nella sua completezza, tutta la documentazione relativa al progetto ed alle successive e possibili varianti. (5-02159)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
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BECHIS ELEONORA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BUSTO MIRKO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CARINELLI PAOLA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CASO VINCENZO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DAGA FEDERICA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DE LORENZIS DIEGO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DI STEFANO MANLIO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
LOREFICE MARIALUCIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MANNINO CLAUDIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PESCO DANIELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SEGONI SAMUELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TERZONI PATRIZIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
ZOLEZZI ALBERTO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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