MOZIONE 1/00540 presentata da REGUZZONI MARCO GIOVANNI (LEGA NORD PADANIA) in data 20110127
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Atto Camera Mozione 1-00540 presentata da MARCO GIOVANNI REGUZZONI testo di giovedi' 27 gennaio 2011, seduta n.425 La Camera, premesso che: il sistema della piccola e media impresa rappresenta il vero motore dell'economia del nostro Paese, costituendo la quasi totalita' del tessuto imprenditoriale italiano (il 94,8 per cento, dati Istat 2009) e occupando circa il 50 per cento degli addetti (dati Istat 2009); nonostante la crisi economica globale, le piccole e medie imprese italiane si confermano un tassello importante del patrimonio economico europeo, cosi' come dimostrano i recenti dati sul valore aggiunto: nel 2008 il manifatturiero italiano ha generato un valore aggiunto di 86,4 miliardi di euro, il 40 per cento in piu' di quello delle omologhe imprese tedesche e oltre il 60 per cento in piu' di quello delle francesi. Sempre nel 2008 le microimprese italiane dei settori tessile-abbigliamento, cuoio-pelletteria-calzature e mobile hanno generato un valore aggiunto di quasi 9 miliardi di euro, superiore a quello dell'industria aerospaziale francese (8,7 miliardi di euro). Nel complesso, le piccole e medie imprese italiane hanno dato un contributo al prodotto interno lordo europeo di quasi 10 miliardi di euro superiore a quello delle grandi imprese dell'auto in Germania, Francia e Spagna; la politica di rigore avviata dal Governo ha consentito al sistema Paese di resistere alla crisi finanziaria e nello stesso tempo ha attivato una serie di misure volte a liberare le potenzialita' inespresse delle imprese; tra gli interventi di maggior rilievo si segnalano: la detassazione delle prestazioni di lavoro straordinario e l'introduzione della detrazione del 10 per cento dell'irap dall'ire; il differimento del pagamento dell'iva al momento dell'effettivo incasso delle fatture, al fine di favorire, soprattutto, le piccole imprese; le agevolazioni per alcuni tra i settori industriali piu' importanti, quali quello automobilistico, tessile e degli elettrodomestici, che sono stati oggetto di forti incentivi; la possibilita' di rivalutazione degli immobili iscritti a bilancio a fronte del pagamento di un'imposta sostitutiva; l'introduzione della cosiddetta Tremonti-ter, che ha consentito di riavviare gli investimenti in macchinari da parte delle imprese e, proprio nel senso di incentivare gli investimenti, dovrebbe continuare ad indirizzarsi, tra l'altro, l'azione di Governo. Una riproposizione, magari in forma diversa, delle agevolazioni fiscali per le aziende che investono in macchinari e attrezzature costituirebbe una «boccata di ossigeno», soprattutto per le imprese medio-piccole. Altre misure varate a sostegno di una nuova politica produttiva vanno dalle agevolazioni per l'accesso al credito con il rifinanziamento del fondo di garanzia, alla moratoria sui debiti, dalla semplificazione del rapporto con la pubblica amministrazione attraverso strumenti quali la comunicazione unica, lo sportello unico per le attivita' produttive e la segnalazione certificata di inizio attivita', al contratto di rete per accrescere la competitivita' e la capacita' innovativa ed infine al taglio degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese al fondo nazionale di investimento a sostegno dei processi di patrimonializzazione; la difficile congiuntura economica continua ad incidere pesantemente sul nostro sistema produttivo, come testimoniano le molte crisi aziendali aperte e il massiccio ricorso alla cassa integrazione; i segnali di ripresa degli ordinativi che si registrano negli ultimi mesi sono da attribuirsi prevalentemente alla domanda che proviene dall'estero, mentre non si evidenziano segnali positivi sul fronte della domanda interna, sicche' si rende necessario assumere iniziative che diano stimolo ai consumi privati e agli investimenti pubblici; nonostante gli ultimi dati sulla produzione industriale risultino incoraggianti ancora oggi, tuttavia, molte imprese si trovano in una situazione di oggettiva difficolta', dovuta al perpetuarsi di molteplici problematiche che la crisi ha contributo ad accentuare; un primo ostacolo alla crescita di queste importanti realta' produttive e' rappresentato dalla minore liquidita', dovuta alla concreta difficolta' che le imprese di minori dimensioni hanno di veder soddisfatti in tempi ragionevoli i propri crediti, anche a causa della lentezza della giustizia civile: in media occorrono 1765 giorni per la conclusione di un procedimento, con un conseguente onere a carico delle aziende stimato in 2.331 milioni di euro (dati Confartigianato 2006); le piccole e medie imprese, gia' fortemente provate dalle difficolta' di accesso al credito bancario, circostanza che richiede un attento monitoraggio degli accordi di Basilea 3, accusano piu' delle grandi i ritardi nei pagamenti, rischiando la propria stessa sopravvivenza, con conseguenze dannose per l'intera filiera produttiva; al fine di contenere la pratica dei ritardi di pagamento, che interessa la maggior parte dei Paesi dell'Unione europea, e' stata approvata una direttiva relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, finalizzata a migliorare l'efficienza e l'efficacia degli strumenti di ricorso, con particolare riferimento a quelli delle pubbliche amministrazioni; sul fronte degli investimenti pubblici, occorre rilevare che il patto di stabilita' interno impone vincoli stringenti agli enti locali, penalizzando, soprattutto, quelli piu' virtuosi, che si vedono costretti a dover sospendere i progetti di investimento e i pagamenti alle aziende; un ulteriore freno agli investimenti e al rilancio delle attivita' produttive e' rappresentato dai pesanti costi burocratici che gravano sulle nostre piccole e medie imprese; su questo versante, nonostante le importanti iniziative gia' assunte dal Governo e sopra richiamate, si stima che l'onere a carico delle piccole e medie imprese si aggira intorno ad una media che va dai 1900 ai 2300 euro ad impresa; un particolare sostegno alle piccole e medie imprese e' arrivato dal rafforzamento delle misure di contrasto all'ingresso sul territorio nazionale di prodotti industriali contraffatti e dall'obbligo di etichettatura dei prodotti con l'approvazione della legge 8 aprile 2010, n. 55, («legge Reguzzoni-Versace»), che rappresenta un valido strumento di tutela del made in Italy. Attualmente sono state presentate alla Camera dei deputati numerose altre proposte di legge, che hanno l'obiettivo di estendere l'obbligo di etichettatura ai piu' importanti settori merceologici. In sede europea, la Commissione commercio internazionale ha adottato a larga maggioranza la relazione sulla proposta di regolamento sull'indicazione del Paese di origine di alcuni prodotti importati da Paesi terzi; cio' e' l'espressione di una volonta' di cambiamento che il Governo italiano dovrebbe cogliere, per dare concreta attuazione alle istanze espresse dalle imprese manifatturiere per una maggiore tutela del made in Italy, impegna il Governo: a prevedere, nell'ambito delle disponibilita' finanziarie, ulteriori meccanismi di incentivazione degli investimenti effettuati dalle imprese, soprattutto le medio-piccole, mediante l'adozione di misure di impulso al rinnovamento dei macchinari e delle attrezzature, sul modello della «Tremonti-ter», avviando la riforma del sistema degli incentivi alle imprese al fine di semplificarne le procedure di accesso e di destinare una maggior quota di risorse disponibili per l'attivazione, in particolare, di progetti di imprenditoria giovanile e femminile e adottando nel contempo misure a sostegno dei distretti produttivi italiani; ad assumere, quanto prima, iniziative normative di modifica dell'attuale disciplina sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con particolare riguardo alle pubbliche amministrazioni, che puntino al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia degli strumenti di ricorso contro tali ritardi, dando piena attuazione alle recenti misure adottate in materia dall'Unione europea e allineando il nostro Paese alle normative delle economie piu' avanzate; ad assumere iniziative di competenza dirette a rivedere ulteriormente il patto di stabilita' interno, consentendo alle amministrazioni locali l'utilizzo delle risorse disponibili per portare a termine gli investimenti gia' programmati, in particolare per gli interventi necessari sulle infrastrutture, l'edilizia scolastica, le manutenzioni ordinarie e straordinarie, ritenute essenziali per l'erogazione dei servizi ai cittadini; a proseguire nel processo di informatizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi, anche introducendo il principio di proporzionalita', al fine di correlare l'onerosita' degli adempimenti amministrativi alla dimensione dell'impresa, con l'obiettivo di snellire i tempi e le modalita' di esecuzione degli obblighi a carico delle imprese; a rafforzare gli strumenti di tutela del made in Italy, favorendo, per quanto di sua competenza, il rapido iter delle proposte di legge presentate alla Camera dei deputati sulla commercializzazione di prodotti strategici per l'industria italiana e adoperandosi in sede europea affinche' venga quanto prima adottato il regolamento sull'indicazione del Paese di origine dei prodotti importati da Paesi extracomunitari; a proseguire nella revisione degli studi di settore, nella loro architettura generale, ma soprattutto nella concreta applicazione sul territorio, tenendo presente che l'utilizzo delle stime operate dagli studi non puo' avvenire in maniera automatica, ma deve tenere in massima considerazione gli elementi forniti dal contribuente e che gli studi devono tornare ad essere un mero strumento statistico, applicato in maniera flessibile, con un diverso rapporto tra fisco e contribuente, in base alle specificita' delle diverse realta' territoriali, dei singoli settori merceologici e tenendo in debito conto gli effetti e le conseguenze della crisi economico-finanziaria, che ancora sta colpendo il nostro sistema produttivo; a monitorare le condizioni di accesso al credito per le piccole e medie imprese, alla luce del progressivo recepimento degli accordi di Basilea 3, aventi ad oggetto la capitalizzazione del sistema bancario, affinche' il raggiungimento dei nuovi parametri patrimoniali richiesti alle banche non comporti una stretta sul credito alle imprese e ad un aumento dei tassi di interesse. (1-00540) «Reguzzoni, Montagnoli, Lussana, Luciano Dussin, Fogliato, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, Dal Lago, D'Amico, Desiderati, Di Vizia, Dozzo, Guido Dussin, Fava, Fedriga, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gidoni, Goisis, Grimoldi, Giancarlo Giorgetti, Isidori, Lanzarin, Maggioni, Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».
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MOZIONE
CAPARINI DAVIDE (LEGA NORD PADANIA)
CHIAPPORI GIACOMO (LEGA NORD PADANIA)
DOZZO GIANPAOLO (LEGA NORD PADANIA)
DUSSIN GUIDO (LEGA NORD PADANIA)
DUSSIN LUCIANO (LEGA NORD PADANIA)
GIORGETTI GIANCARLO (LEGA NORD PADANIA)
LUSSANA CAROLINA (LEGA NORD PADANIA)
MOLGORA DANIELE (LEGA NORD PADANIA)
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STEFANI STEFANO (LEGA NORD PADANIA)
STUCCHI GIACOMO (LEGA NORD PADANIA)
ALESSANDRI ANGELO (LEGA NORD PADANIA)
ALLASIA STEFANO (LEGA NORD PADANIA)
BITONCI MASSIMO (LEGA NORD PADANIA)
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BRAGANTINI MATTEO (LEGA NORD PADANIA)
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CALLEGARI CORRADO (LEGA NORD PADANIA)
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