RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00091 presentata da TERZONI PATRIZIA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 12/09/2013

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Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00091 presentato da TERZONI Patrizia testo di Giovedì 12 settembre 2013, seduta n. 76 L'VIII Commissione, premesso che: l'Italia è ritenuta dalla comunità scientifica uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo e ne è dimostrazione pratica la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, determinando un impatto sociale ed economico rilevante; i terremoti che hanno colpito la Penisola hanno causato danni economicamente consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in circa 135 miliardi di euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale e soprattutto la perdita di vite umane; in Italia, il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l'energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri Paesi ad elevata sismicità, quali la California o il Giappone. Ad esempio, il terremoto del 1997 in Umbria e nelle Marche ha prodotto un quadro di danneggiamento (senza tetto: 32.000; danno economico: circa 10 miliardi di euro) confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di dollari USA), malgrado fosse caratterizzato da un'energia circa 30 volte inferiore. Ciò è dovuto principalmente all'elevata densità abitativa e alla notevole fragilità del nostro patrimonio edilizio; le conseguenze di un terremoto, tuttavia, non sono sempre gravi: molto dipende infatti, dalle caratteristiche di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica. Questa caratteristica, o meglio la predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata da una scossa sismica, si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze che ci si deve aspettare in seguito alle oscillazioni cui la struttura sarà sottoposta; infine, la maggiore o minore presenza di beni a rischio e, dunque, la conseguente possibilità di subire un danno (economico, in vite umane, ai beni culturali, e altro), viene definita esposizione (di vite umane, beni economici, beni culturali); il rischio sismico è determinato da una combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell'esposizione ed è la misura dei danni che, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti), ci si può attendere in un dato intervallo di tempo; in Italia, possiamo attribuire alla pericolosità sismica un livello medio-alto, per la frequenza e l'intensità dei fenomeni che si susseguono. La Penisola italiana, però, rispetto ad altri la California o il Giappone, nei quali la pericolosità è anche maggiore, ha una per la notevole fragilità del suo patrimonio edilizio, nonché del sistema infrastrutturale, produttivo e delle reti dei servizi. Il terzo fattore, l'esposizione, si attesta su valori artistico e monumentale unico al mondo. In questo senso è significativo l'evento del 1997 in Umbria e Marche, che ha fortemente danneggiato circa 600 chiese e, emblematicamente, la Basilica di S. Francesco d'Assisi; l'Italia è dunque un Paese ad elevato rischio sismico, inteso come perdite attese a seguito di un terremoto, in termini di vittime, danni alle costruzioni e conseguenti costi diretti e indiretti; il primo obiettivo di un programma generale di protezione dai terremoti è la vita umana. Per questa ragione è molto importante valutare il numero delle ossia dei morti e dei feriti; i motivi che determinano la perdita di vite umane possono essere di diverso tipo: crollo di ponti e altre costruzioni, ma anche incidenti stradali, attacchi di cuore ed altro. A questi si quelli legati a fenomeni innescati dal terremoto, come cadute di rocce, frane, inondazioni e incendi. Da alcune statistiche effettuate sui principali terremoti nel è stato rilevato che circa il 25 per cento dei morti causati da un terremoto sono dovuti a danni non strutturali degli edifici e a fenomeni successivi al terremoto e innescati da questo; il rischio sismico, oltre quindi al verificarsi del fenomeno fisico, è uomo; poiché non è possibile prevedere il verificarsi dei terremoti, l'unica strategia applicabile è quella di gli effetti del fenomeno sull'ambiente antropizzato, attuando adeguate politiche di e riduzione del rischio sismico; la protezione civile ha stilato le norme di comportamento in caso di terremoto. Nel decalogo si trovano i comportamenti da tenere prima, durante e dopo il sisma. Ma viene anche spiegato il ruolo del singolo cittadino: «Prima del terremoto: informarsi sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi. Informarsi sulle norme da adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza; informarsi su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce. Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto; evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissare al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero cadere addosso; tenere in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti; a scuola o sul luogo di lavoro informarsi se è stato predisposto un piano di emergenza. Perché seguendo le istruzioni si può collaborare alla gestione dell'emergenza; Durante il terremoto: prima di tutto mantenere la calma e sapere come comportarsi; se si è in luogo chiuso cercare riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave. Possono proteggere da eventuali crolli; ripararsi sotto un tavolo. È pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero cadere addosso; non precipitarsi verso le scale e non usare l'ascensore. Talvolta le scale sono la parte più debole dell'edificio e l'ascensore può bloccarsi e impedire di uscirne; se si è in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge. Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami; se si è all'aperto, allontanarsi da costruzioni e linee elettriche. Potrebbero crollare; stare lontani da impianti industriali e linee elettriche. È possibile che si verifichino incidenti; stare lontani dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine. Si possono verificare onde di tsunami; evita di andare in giro a curiosare e raggiungere le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale. Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli; evitare di usare il telefono e l'automobile. È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi; Dopo il terremoto: assicurarsi dello stato di salute delle persone attorno a te. Così si aiuta chi si trova in difficoltà e si agevola l'opera di soccorso; non cercare di muovere persone ferite gravemente. Si potrebbe aggravare le loro condizioni; uscire con prudenza indossando le scarpe. In strada si potrebbe rimanere ferito con vetri rotti e calcinacci; raggiungere uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti. Potrebbero cadere addosso; Il ruolo del cittadino: norme di comportamento; conoscere e seguire alcune semplici regole di comportamento può aumentare la sicurezza nei confronti del terremoto. Il primo passo è guardarsi intorno e identificare nella abitazione tutto ciò che in caso di terremoto può trasformarsi in un pericolo. La maggioranza delle persone pensa che le vittime di un terremoto siano provocate dal crollo degli edifici. In realtà, molte delle vittime sono ferite da oggetti che si rompono o cadono su di loro, come televisori, quadri, specchi, controsoffitti. Alcuni accorgimenti poco costosi e semplici possono rendere più sicura la casa in cui si vive: allontanare mobili pesanti, come le librerie, da letti o divani o posti dove normalmente ci si siede; utilizzare per appendere i quadri i ganci chiusi, che impediscano loro di staccarsi dalla parete; mettere gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature e fissare gli oggetti sui ripiani alti con del nastro biadesivo; fissare alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti; in cucina, utilizzare un fermo per l'apertura degli sportelli del mobile dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo che non si aprano durante la scossa; fissare gli apparecchi elettronici, stereo, computer, ai ripiani con del nastro di nylon a strappo; se si abita in zona sismica: è necessario conoscere quale sia la classificazione sismica del territorio in cui vivi chiedendolo all'Ufficio tecnico del tuo comune o alla regione. Tutte le nuove abitazioni, costruite dopo la data in cui il comune è stato classificato, devono essere state costruite rispettando la normativa antisismica; sapere se esiste un piano di protezione civile comunale e prendere visione di ciò che prevede (es. quale è l'area di raccolta per la popolazione, l'area degli insediamenti di emergenza, i mezzi a disposizione, e altro), altrimenti sollecitare il Sindaco a provvedere; conoscere come è stata costruita la casa in cui si abita e soprattutto verificare: se la casa è stata progettata e realizzata con criteri antisismici, se sono stati fatti interventi per renderla più resistente, se occorre intervenire per rinforzarla, anche utilizzando i fondi appositamente stanziati per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio; in famiglia: È opportuno organizzare un piano di emergenza famigliare ed assicurarsi che: non vi siano oggetti pesanti su mensole o scaffali alti, gli arredi più pesanti siano ancorati al muro, in casa ci sia una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore e che tutti sappiano dove si trovano, tutti sappiano dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas e acqua e l'interruttore generale della luce; a scuola e lavoro: è opportuno, inoltre, sapere se a scuola e sul luogo di lavoro è stato un piano di emergenza e quale è il compito a assegnato ai responsabili e la condotta da tenere»; la riduzione del rischio sismico, quindi, passa anche attraverso il fornire una corretta percezione del rischio sismico alla popolazione al fine di consentire una corretta presa di coscienza del problema. Le misure per la mitigazione del rischio non devono e non possono essere totalmente delegate alle istituzioni e/o alle normative (che comunque dobbiamo impegnarci a migliorare di continuo). Tutti da semplici cittadini siamo chiamati prima di tutto a comprendere il fenomeno perché da una corretta conoscenza del fenomeno inizia la mitigazione del rischio sismico al quale siamo tutti esposti. L'azione dello Stato deve essere perciò accompagnata dalla funzione attiva dei cittadini, resi consapevoli delle caratteristiche di sismicità del territorio in cui vivono, per lo sviluppo di una efficace prevenzione degli effetti del terremoto, a partire dal recupero in chiave antisismica dell'edilizia esistente ed intervenendo sulla popolazione con una costante ed azione di informazione e sensibilizzazione; la consapevolezza si diffonde attraverso campagne di informazione, attività di didattica nelle scuole ed attraverso il recupero della memoria storica e tecnico-scientifica sulle conseguenze dei maggiori terremoti italiani. Fondamentale, inoltre, la conoscenza delle principali norme di comportamento da tenersi prima, durante e dopo un terremoto, che possono aiutare a mitigare le conseguenze del terremoto sulla popolazione, impegna il Governo: con il concerto del Ministero dell'ambiente e del Ministero della Cultura, della protezione civile e dell'INGV, ad utilizzare lo strumento della «Pubblicità Progresso» attraverso le reti TV, Radio e siti web, per diffondere le norme di comportamento da tenersi prima, durante e dopo un terremoto; a utilizzare per la copertura economica di tale campagna informativa il fondo già a bilancio al cap. 563 «Finanziamento di progetti di comunicazione a carattere pubblicitario delle amministrazioni dello Stato, ritenuti di particolare utilità sociale o di interesse pubblico» inserito nel bilancio di previsione 2013 della Presidenza del Consiglio pubblicato nel S.O n.5 della Gazzetta Ufficiale 16 gennaio 2013. (7-00091) « Terzoni , Segoni , Mannino , Busto , Daga , De Rosa , Tofalo , Zolezzi ».
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BUSTO MIRKO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DAGA FEDERICA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DE ROSA MASSIMO FELICE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MANNINO CLAUDIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SEGONI SAMUELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TOFALO ANGELO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
ZOLEZZI ALBERTO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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