RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00002 presentata da D'ULIZIA LUCIANO (ITALIA DEI VALORI) in data 26/07/2006

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Atto Camera Risoluzione in Assemblea 6-00002 presentata da LUCIANO D'ULIZIA mercoledì 26 luglio 2006 nella seduta n.032 La Camera, considerato che: per la concreta realizzazione del piano d'azione per le pari opportunità, per l'occupazione giovanile e per la famiglia, nonché per lo sviluppo della ricerca, ci si avvale delle imprese cooperative che consentono dì raggiungere obiettivi di eccellenza sia di natura economica che di natura sociale; le previsioni stimate nel precedente Documento di Programmazione Economica e Finanziaria si sono rilevate inadeguate, confermando l'eccessivo deficit italiano in presenza di un livello attuale di avanzo primario tale comunque da non assicurare un percorso di diminuzione del debito; in tutte le precedenti consultazioni in materia di DPEF per l'emanazione delle relative Leggi Finanziarie, e con particolare riferimento a quella svoltasi lo scorso anno, il movimento cooperativo ha sempre sottolineato tale fenomeno, accompagnando la propria relazione con specifiche e concrete proposte di intervento; già nel 2006 si riteneva si dovesse procedere con la realizzazione di nuovi investimenti (Infrastrutture materiali e immateriali, ricerca applicata, innovazione, tecnologie, informazione, formazione eccetera) attraverso una manovra finanziaria pari al 4 per cento del PIL; pur constatando che nell'attuale DPEF sia contenuta una fotografa realistica dello stato dei conti pubblici, con una proiezione temporale sull'intero periodo di legislatura si evidenzia la necessità di intervenire in modo deciso, anche se, data la situazione complessiva, la Legge Finanziaria per il 2007 avrebbe dovuto essere ancora più consistente, superiore quindi al 2,3 per cento del PIL, al fine di agganciare l'economia del Paese agli standards di crescita europei e mondiali; come si evince dal II Rapporto Unioncamere sulle imprese cooperative in Italia le cooperative attive a fine 2005 in Italia sono 70,4 mila e rappresentano l'1,4 per cento dell'imprenditoria nazionale, con circa il 4,7 per cento degli occupati sul totale dei lavoratori; riguardo alle previsioni occupazionali nelle cooperative sì evidenzia come la domanda dì lavoratori proveniente dal settore cooperativo mostri segnali positivi: in particolare, il dato maggiormente rilevante indica, attraverso una compiuta indagine, che le cooperative ritengono di creare entro l'anno 103.310 nuovi posti di lavoro con una crescita di nuovi assunti pari al +10,4 per cento rispetto al 2005; di recente il CNEL ha analizzato, nell'ambito del Rapporto sul mercato del Lavoro 2004 il contributo delle cooperative all'occupazione, facendo emergere il rafforzamento della cooperazione nell'arco del quadriennio 2000-2004 e, soprattutto, come le cooperative rappresentino uno «strumento di espansione occupazionale per le fasce meno forti del lavoro», capaci quindi dì riservare attenzione al bisogno di impiego dei lavoratori «deboli»; il Censis, nel 39 o Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, ha riconosciuto come le cooperative, pur nell'ambito del sistema economico italiano in affanno, abbiano saputo rafforzarsi nel tempo sotto il profilo della numerosità, della diffusione territoriale, della rilevanza strategica e malgrado la crisi economica, crescono più rapidamente della media delle altre aziende, in termini di unità, fatturato e addetti; la spiegazione di questi dati di eccellenza è da ricercarsi nel ruolo della cooperazione, ovvero la capacità comprovata delle imprese cooperative e dell'intero sistema cooperativo italiano di allontanare il Paese dal vulnus recessivo; la cooperazione, notoriamente produce i suoi effetti con modalità anticiclica, interviene cioè laddove appare scarsa l'offerta di lavoro, abitazione ed altro, in difetto di una vera economia imprenditoriale, a favore di chi aspira al bene primario della casa e non può permetterselo per valori di mercato irraggiungibili, aiutando ad ottenerlo a prezzi accessibili (cooperative edilizie); è così anche per le altre categorie cooperative da quelle sociali in particolare per i disabili a quelle di consumo; un sistema produttivo neo-capitalistico, caratterizzato da scarso dinamismo o addirittura in fase di stagnazione, è allora surrogato dal sistema cooperativo che lo sostituisce nel potenziali economici inespressi ed apporta al PIL un contributo determinante per il suo incremento (l'8 per cento del PIL è prodotto dal sistema cooperativo); sono le analisi economiche dì settore e gli studi sui flussi monetari e finanziari ad attribuire, in parte agli investimenti, ma soprattutto all'apporto di lavoro, lo sviluppo del PIL, impegna il Governo: a sostenere il positivo ruolo svolto dalle imprese cooperative, quale esempio virtuoso da valorizzare, e come possibile strumento, pur affiancato ad altri con pari dignità, per l'avvio di soluzioni strutturali; ad intervenire con piani d'azione concreti per consentire all'economia cooperativa di accentuare e proseguire nella propria funzione anticiclica; a prevedere, come priorità nei futuri documenti di legge finanziaria, idonee e specifiche misure in favore delle cooperative, che riguardino - in particolare - l'IRAP, il Foncooper, i fondi mutualistici, la legge n. 488 del 1992, la legge n. 127 del 1971. (6-00002) «D'Ulizia, Rossi Gasparrini, Porfidia, Belisario».
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RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00002 presentata da D'ULIZIA LUCIANO (ITALIA DEI VALORI) in data 26/07/2006 
RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 
BELISARIO FELICE (ITALIA DEI VALORI) 
PORFIDIA AMERICO (ITALIA DEI VALORI) 
ROSSI GASPARRINI FEDERICA (ITALIA DEI VALORI) 
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6/00002 
D'ULIZIA LUCIANO (ITALIA DEI VALORI) 

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