INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09870 presentata da AGOSTINELLI DONATELLA (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 25/10/2016

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-09870 presentato da AGOSTINELLI Donatella testo di Martedì 25 ottobre 2016, seduta n. 698 AGOSTINELLI . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: una ricerca del Censis commissionata dalla società privata Rbm Assicurazione Salute rivela che nel 2016 gli italiani che hanno rinunciato alle cure a causa di difficoltà economiche sono 11 milioni, due milioni in più rispetto al 2012. La rinuncia riguarda soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Chi può spesso preferisce rivolgersi ai privati a causa dei tempi troppo lunghi delle liste di attesa; in Italia la spesa per la sanità privata è arrivata a 34,5 miliardi di euro: un incremento del 3,2 per cento nel periodo 2013-2015. Il 45,4 per cento dei cittadini che si sono rivolti al settore privato ha pagato tariffe uguali o di poco superiori al ticket che avrebbe pagato nel pubblico. Ma dalla ricerca Censis emerge un dato su tutti: il 72,6 per cento delle persone che ha scelto di rivolgersi alla sanità privata lo ha fatto a causa dei tempi delle liste d'attesa del servizio sanitario pubblico, definite paradigma delle difficoltà del servizio pubblico e il moltiplicatore della forza d'attrazione della sanità a pagamento; stando ai dati raccolti dai tribunali per i diritti del malato di Cittadinanzattiva «fra gli oltre 26 mila che si sono rivolti al Tribunale per i diritti del malato nel 2015, un cittadino su quattro, lamenta difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie» di cui oltre il 58 per cento per le liste di attesa ed il 31 per cento per il costo del ticket . Quanto alle Marche, dalla stessa indagine emerge che nell'ultimo anno un marchigiano su dieci ha rinunciato alle cure (10,5 per cento) mentre in Italia hanno registrato risultati peggiori solo la Campania (14,1 per cento) e la Puglia (12,5 per cento), su una media nazionale del 7,2 per cento; i tempi d'attesa sono il problema più grave per i marchigiani. Per una analisi come una risonanza magnetica al cervello si devono aspettare trecentonovantanove giorni. Per una visita ginecologica a Urbino più di settecentocinquanta giorni, mentre a Pesaro novantuno giorni; per una visita cardiologica sempre a Urbino occorrono trecentonovanta giorni, a Pesaro trecentosessanta, a Fano trecentotrenta; per una colonscopia nella stessa Urbino, senza priorità, passano quattrocentoventisette giorni tra la chiamata e l'appuntamento, mentre negli altri due ospedali principali della provincia si aspettano più di settecentocinquanta giorni; l'intramoenia è diventato una corsia preferenziale. Spesso sono gli stessi operatori del centro di prenotazioni unico regionale a consigliare la via della visita privata: «se si decide di seguire il loro consiglio, si attende in linea e dopo un minuto al massimo risponde un altro call center che prenota i controlli in pochi giorni. A farli sono gli stessi medici del servizio sanitario nazionale che fanno anche attività da privati dentro gli ambulatori»; pagando di più, nelle stesse strutture pubbliche, si può fare la stessa visita, con gli stessi medici interni all'ospedale in tempi più brevi. L'attività intramoenia è tuttavia poco remunerativa per l'azienda ospedaliera perché, pur mettendo a disposizione del professionista macchinari e strumenti della sanità pubblica, su 100 euro pagati dal cliente, 70 vanno al medico a titolo di compenso, mentre dei restanti 30 l'ospedale ne incassa solo tra i 15 e i 20; anche quanto alla trasparenza delle liste di attesa, le Marche sono carenti: secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, solo un quarto delle aziende sanitarie marchigiane rispetta la legge che obbliga alla pubblicazione online delle liste e, per questo, le Marche sono «maglia nera» d'Italia–: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative per definire una disciplina uniforme per tutto il territorio nazionale che stabilisca tempi certi nella erogazione delle prestazioni sanitarie, agganciando la valutazione della performance dei manager della sanità anche al rispetto della tempistica, prevedendo la sospensione della attività intramoenia nel caso di mancata osservanza della stessa tempistica. (5-09870)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
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