INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05243 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110803

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-05243 presentata da TERESA BELLANOVA mercoledi' 3 agosto 2011, seduta n.512 BELLANOVA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: dagli organi di stampa si apprende che sabato 30 luglio presso il campo della Masseria Boncuri, a Nardo' in provincia di Lecce, i lavoratori immigrati impiegati nella raccolta delle angurie e dei pomodori nei campi salentini hanno dato luogo ad una protesta per denunciare le disumane condizioni di vita e lavorative alle quali sono da tempo sottoposti. In particolare questi lavoratori hanno incrociato le braccia e riunitosi in un'assemblea autogestita hanno chiesto di poter avere paghe adeguate al lavoro svolto, contratti regolari, assistenza sanitaria e condizioni di vita e di soggiorno dignitose; dalle notizie riportate si viene a conoscenza che nella Masseria Boncuri attualmente sono presenti circa 350 immigrati. Dalle testimonianze e ricostruzioni fornite dagli organi di stampa, infatti, si apprende che sul piazzale antistante la stessa masseria sono collocate 23 tende che accolgono circa otto immigrati per ciascuna, all'interno delle quali molti lavoratori immigrati sono costretti a dormire sui cartoni poiche' le brandine non bastano per tutti. A questa gia' disastrosa situazione si aggiunge quella di coloro che, non trovando ospitalita' nelle tende per mancanza di posto, si sono attrezzati all'interno della struttura dando vita ad uno scenario, come riportato dal reportage fotografico di un quotidiano locale e reperibile sul sito www.20centesimi.it, degno di essere paragonato a quello delle «favelas brasiliane». Sono state costruite, infatti, delle baraccopoli con materiali di fortuna nelle quali stazionano per alloggiare la notte alcuni lavoratori di rientro dai campi. Le condizioni igienico-sanitarie sembrerebbero essere inesistenti. Si parla di una decina di docce che servono tutti gli accampati, di acqua fredda con la quale lavarsi giorno e notte, di fornelli da campo posizionati in ogni angolo, tra la terra, per cucinare con l'oggettivo pericolo che si possano verificare anche degli incidenti seri; a questo scenario, di per se' stesso gia' disastroso, si aggiunge un dato gravissimo che rinvia al deprecabile fenomeno del caporalato e dello sfruttamento della manodopera straniera. Durante le proteste i lavoratori hanno parlato di «padroni» denunciando di fatto una situazione pesantissima. Dalle testimonianze emerse si apprende che i cosiddetti caporali prelevano i lavoratori nelle prime ore del mattino dinanzi alla masseria e dopo numerose ore di durissimo lavoro li riportano nella struttura. La retribuzione di cui parlano queste persone e' di 3,50 euro circa a cassone, che vuol dire raccogliere cento chili di pomodori, senza contare, inoltre, che gli stessi immigrati dicono di dover pagare ai caporali circa 5 euro a testa per essere portati sui campi; da una missiva della Cgil indirizzata al prefetto di Lecce si apprende, inoltre, che alla fine di una delle tante assemblee tenutesi presso la masseria in questi giorni, un lavoratore, portavoce dei tanti lavoratori che protestano, ha denunciato di essere stato minacciato di morte; nel campo della sopra citata masseria e' anche morto, in questi giorni, un lavoratore nordafricano mentre dormiva per terra, su un cartone in una delle tante tende. I medici hanno acclarato che si tratta di morte naturale. Le testimonianze raccolte dalla stampa dei colleghi ed amici del campo raccontano di una persona che aveva lavorato, sotto il solleone estivo, dalle cinque del mattino fino alle sei del pomeriggio di sabato 30 luglio, una volta rientrato accalorato ha fatto una doccia, con acqua fredda. l'unica a disposizione e si e' disteso per riposare per non alzarsi mai piu'; l'interrogante vorrebbe ricordare ai Ministri interrogati che nel maggio 2010 e' stato approvato all'unanimita' dalla Commissione lavoro della Camera dei deputati, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera). In questo documento particolare importanza ha assunto l'approccio a tale fenomeno, poiche' si riconosce la rilevanza strategica assunta dalla manodopera straniera regolarizzata nell'attuale sistema economico e produttivo italiano. Si e' inoltre convenuto ed evidenziato che allo scopo di contrastare il fenomeno dell'irregolare e del sommerso non si puo' prescindere dalla necessita' di aumentare la protezione sociale di coloro che risultano soggetti a sfruttamento, anche, ad esempio attraverso il riconoscimento del permesso di soggiorno in caso di denuncia dei loro persecutori mediante l'applicazione dell'articolo 18 del testo unico sull'immigrazione; i fatti accaduti a Rosarno nel gennaio 2010 sono ancora impressi nella nostra memoria, allo stesso modo di quelli, gravissimi, del 5 luglio 2011 che hanno interessato la Puglia ed in particolare Castellaneta e Ginosa circa il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento umano. Quanto riportato dagli organi di stampa fa emergere che il deplorevole fenomeno del caporalato e' ancora, purtroppo, molto attivo sul territorio italiano e nel Mezzogiorno in particolare -: se i Ministri, alla luce di quanto riportato, non ritengano urgente intervenire con urgenza per verificare la condizione nella quale versano i lavoratori immigrati presso la Masseria Boncuri, attivando di concerto con gli organi territoriali preposti un controllo sia in merito alle condizioni lavorative, sia in merito alle condizioni di vita ed igienico-sanitarie, affinche', il Salento che vanta una lunga storia di accoglienza ed integrazione delle persone immigrate in difficolta', non si trasformi in uno scenario fatto di sfruttamento umano e di diritti umani e lavorativi calpestati. (5-05243)
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