INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04412 presentata da GELLI FEDERICO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 12/01/2015

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-04412 presentato da GELLI Federico testo di Lunedì 12 gennaio 2015, seduta n. 360 GELLI . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: in Italia, nel mese di dicembre 2014, è finalmente entrato nel prontuario farmaceutico, 11 mesi dopo l'approvazione europea, il sofosbuvir , nome commerciale Sovaldi, prodotto dalla Gilead Sciences; il farmaco in questione è in grado di sconfiggere l'epatite C ed è un medicinale costosissimo e rivoluzionario proprio perché in grado di far guarire da una patologia assai diffusa; l'Aifa sostiene, dopo aver condotto una lunga ed estenuante trattativa con l'azienda produttrice, di avere strappato un prezzo favorevole e il contratto prevede l'acquisto di ben 50 mila dosi in due anni; va detto che il farmaco costerebbe al singolo cittadino che volesse acquistarlo di tasca propria ben 70 mila euro; la legge di stabilità per l'anno 2015 ha stanziato, per il prossimo biennio, un miliardo di euro proprio per la cura dell'epatite C attraverso questo importante farmaco; il sistema concordato per il pagamento sarebbe questo: la casa farmaceutica metterà a disposizione ogni trattamento da 12 settimane per 50 mila euro e poi, via via che aumenterà il numero di dosi acquistate dalle regioni, restituirà una parte sempre più consistente del denaro. Sono previste tre o quattro, fasce di sconto, l'ultima permetterà di pagare il Sovaldi poche migliaia di euro; quando saranno state acquistate tutte le 50 mila dosi, la media del costo per un paziente si aggirerà tra i 20 e i 30 mila euro; per la somministrazione del farmaco l'Aifa ha individuato la priorità di sei categorie di pazienti gravi anche se di fatto è scattata la corsa al farmaco e già si parla di togliere le limitazioni di accesso nel momento in cui, tra alcuni mesi arriveranno sul mercato, nuovi farmaci simili al Sovaldi, con la stessa efficacia; esiste inoltre un serio ostacolo da affrontare ed è quello del ritardo in cui si trovano alcune realtà regionali che devono ancora individuare i centri epatologici che seguiranno i pazienti; al momento sono partite con la somministrazione solo il Lazio e la Lombardia e questo rischia di generare tensione tra i pazienti; si stima che in Italia siano circa 70-80 mila i pazienti più gravi a fronte di una patologia diagnosticata a 400-500 mila casi e con una stima complessiva, comprensiva anche di quelli non diagnosticati di un milione di casi di epatite C–: in considerazione di quanto espresso in premessa e alla luce dalla importantissima opportunità per i pazienti più gravi legata alla somministrazione del farmaco in questione, se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere, con la massima urgenza, per consentire l'avvio della somministrazione in tutte le regioni superando i ritardi fin qui registrate assicurando così la possibilità di cura. (5-04412)
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