INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02870 presentata da CAZZOLA GIULIANO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20100511

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-02870 presentata da GIULIANO CAZZOLA martedi' 11 maggio 2010, seduta n.319 CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la legge 24 febbraio 2005, n. 34, e il decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, hanno istituito, dal 1 o gennaio 2008, l'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che ha unificato l'ordine dei dottori commercialisti e l'ordine dei ragionieri e periti commerciali; il legislatore del 2005 aveva auspicato l'unificazione della cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti e della cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali, istituite per la tutela previdenziale e assistenziale obbligatoria, rispettivamente, dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali, delegando il Governo ad adottare uno o piu' decreti legislativi recanti misure volte a sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione delle casse finalizzata all'unificazione (articolo 4 della legge n. 34 del 2005); il termine previsto per l'adozione dei decreti legislativi e' spirato in data 31 marzo 2007 senza che il Governo esercitasse la delega, a causa della mancata adozione, da parte dei competenti organi delle due casse, di un progetto di unificazione; con l'avvenuta unificazione degli ordini e la mancata unificazione delle casse si e' determinata la situazione paradossale di un unico ordine professionale con due casse di previdenza obbligatoria; l'articolo 1, comma 36, della legge 23 agosto 2004, n. 243 (cosiddetta «legge Maroni»), ha previsto la possibilita', per gli enti di diritto privato di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509, e 10 febbraio 1996, n. 103, di accorparsi fra loro, nonche' di includere altre categorie professionali similari di nuova istituzione che dovessero risultare prive di una protezione previdenziale pensionistica; l'azione del Parlamento e del Governo e' stata quindi ispirata dalla consapevolezza della necessita' di non consentire la nascita di nuove casse di previdenza per i liberi professionisti e di favorire, al contrario, l'aggregazione di quelle gia' esistenti; tale consapevolezza e' stata condivisa dalla Commissione parlamentare di controllo sulle attivita' degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale che, nel «Rapporto sugli enti previdenziali pubblici e privati» del 2006, ha individuato nelle caratteristiche della monocategorialita' e della ristrettezza della popolazione amministrata i maggiori rischi di tenuta del sistema; la situazione determinatasi in materia previdenziale per l'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e' quindi in contrasto con una corretta logica in materia di previdenza obbligatoria e genera incertezza sul futuro previdenziale e sugli obblighi contributivi degli iscritti al nuovo ordine dal 1 o gennaio 2008; le due casse, nel corso del confronto finalizzato a verificare i presupposti per la redazione di un progetto di unificazione, hanno ciascuna espresso valutazioni assolutamente differenti sulle prospettive di equilibrio a lungo termine dell'altra cassa. Nel corso del confronto, la cassa ragionieri ha avanzato la proposta di scambio delle rispettive basi dati, ai fini della verifica delle prospettive di lungo periodo di entrambe, mentre la cassa dottori commercialisti ha espresso un diverso avviso; anche la proposta della cassa ragionieri di nominare un soggetto terzo, un advisor autorevole e competente, scelto di comune accordo, cui affidare la verifica dei bilanci e dei bilanci tecnici delle due casse o, meglio, di affidamento all'allora Ministero del lavoro e della previdenza sociale, organo politico e tecnico che esercita anche le funzioni di vigilanza sugli enti previdenziali, non e' stata condivisa dalla cassa dottori commercialisti; entrambe le proposte sono state portate a conoscenza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali; le nuove norme in materia di bilanci tecnici possono consentire una valutazione piu' convincente delle situazioni delle due casse in questione; in data 4 febbraio 2009 intervenendo in Commissione lavoro alla Camera, il rappresentante del Governo confermo' l'intenzione di adoperarsi per l'unificazione delle casse, dichiarando che «situazione d'incertezza» sulla unificazione delle casse di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri «rende sicuramente urgente la ricerca di una soluzione normativa volta a definire compiutamente il percorso gia' intrapreso con l'unificazione degli ordini e dei collegi professionali suindicati e al contempo indichi l'ente di previdenza al quale devono obbligatoriamente iscriversi i professionisti che dal 1 o gennaio 2008 sono confluiti nel nuovo Albo, ivi compresi gli esperti contabili» e che «In questo senso posso garantire il mio impegno affinche' questa situazione di stallo possa essere, nel piu' breve tempo, superata»; la cassa dottori commercialisti, secondo recenti articoli di stampa, ha conclusivamente ribadito il proprio convinto «no» alla unificazione delle due casse, sostenendo come la cassa dei ragionieri registrera' tra il 2029 e il 2032 un saldo patrimoniale negativo con l'azzeramento «del patrimonio il che porrebbe a rischio persino gli impegni pensionistici da questa maturati al 31 dicembre 2003, per contro la cassa dei ragionieri sostiene, non solo di aver prodotto sia un bilancio tecnico standard al 4,1 per cento di rendimento che tiene conto delle specificita' del comparto ai fini della succitata valutazione dei bilanci tecnici delle due casse ma, anche un bilancio tecnico confrontabile sulla base degli stessi parametri utilizzati dai dottori commercialisti con un rendimento al 3-4 per cento ed in linea con le indicazioni del nucleo di valutazione previdenziale, escludendo gli incrementi di carriera e di volume d'affari che invece, sempre secondo quanto affermato nei citati articoli di stampa, la cassa dottori commercialisti sembrerebbe aver considerato per le proprie proiezioni, diversamente da quanto indicato dal nucleo di valutazione previdenziale -: se il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, considerato che i ragionieri e gli esperti contabili hanno al pari dei dottori commercialisti pieno diritto al godimento dei diritti di cui all'articolo 38 della Costituzione e che la loro cassa di riferimento e' condannata - per quanto esposto in premessa - a veder assottigliarsi sempre piu' la platea dei suoi contribuenti per effetto di disposizioni di legge riguardanti il profilo formativo e professionale degli interessati, intenda adottare le opportune iniziative per realizzare quanto prima, anche con la partecipazione attiva dei soggetti interessati, l'unificazione della cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti e della cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali secondo quanto previsto dell'articolo 4 della legge n. 34 del 2005 o, in caso contrario, quali iniziative intenda adottare ivi inclusa l'incorporazione della cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali nell'INPS.(5-02870)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
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