INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16669 presentata da NAN ENRICO PAOLO (FORZA ITALIA) in data 19980402
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Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: la Comunita' europea sta traguardando l'obbiettivo di un'unica moneta, che dovrebbe rendere piu' coesi i rapporti tra gli Stati membri; tuttavia, sussistono ancora episodi che dimostrano come non vengano riconosciuti i diritti piu' elementari tra cittadini europei che hanno subito delle ingiustizie e che, per interessi di Stato, non riescono a veder affermati i loro giusti interessi; in questo contesto si inquadra l'episodio della signora Ester Martinez la quale, nonostante abbia documentato il proprio buon diritto ad ottenere quanto di sua spettanza, non e' ancora riuscita - dopo oltre mezzo secolo - a vedere affermati i propri diritti, per un'assoluta mancanza di sintonia politico-diplomatica tra la Francia e l'Italia; in particolare, riesce specialmente intollerabile l'atteggiamento della Francia che, impossessatasi nel lontano 1945, con inconsistenti pretesti, dell'intero patrimonio dell'italiano Martinez, a dispetto delle ripetute dichiarazioni di amichevole corrispondenza con il nostro Paese, rifiuta di restituire cio' che ha illegalmente sottratto, con perfetta noncuranza per il diritto e la giustizia e per le tragiche condizioni in cui ha posto le sue vittime; l'aspetto umano della vicenda personale di Ester Martinez assume i contorni di una sorta di fiaba all'incontrario, dove la protagonista non e' la Cenerentola che - con la magia della fatina azzurra - si tramuta in principessa, ma e' invece una "principessa", una donna ricca, serena e felice che, per le trame del Lupo Cattivo, diventa una misera Cenerentola, abbandonata, povera e sola; figlia di un industriale della prima generazione, fondatore di una dinastia di imprese, di famiglia nobile legata alla casa regnante, visse l'infanzia e la fanciullezza nel mondo dorato ed ovattato dell'alta societa', negli agi consentiti da un padre sollecito ed affettuoso; frequento' cosi' anche ambienti internazionali. In particolare, a Londra e sulla Costa Azzurra venne a contatto con i protagonisti della Belle e'poque, tra i quali spiccavano i nobili russi e gli eredi stessi dello Zar, dai quali, curiosamente, apprese i segreti del tennis; il matrimonio con Emanuele Martinez, le roi des hoteliers, sembro' costituire la prosecuzione naturale di una stagione felice. Era invece il momento iniziale di un declino inarrestabile e fatale. Emanuele Martinez era un uomo di eccezionale talento e di straordinaria operosita', grazie alle quali aveva costruito, in una vita di duro lavoro in Francia, iniziata dalla piu' dura gavetta, un importante patrimonio; grazie alla sua attivita' incessante e sagace, l'industria alberghiera francese ricevette uno straordinario impulso, acquisendo quella fama di eccellenza che tuttora mantiene; gli alberghi di lusso che egli creo' e diresse decretarono la fama della Costa Azzurra, assegnandole quella dimensione di mito del turismo d'e'lite, di cui oggi si fregia; in questa particolare evoluzione della Costa Azzurra, l'attivita' di Martinez determino' una svolta storica. A quell'epoca, e parliamo dei primi anni del secolo che sta ora per tramontare, l'alta societa' era usa passare l'estate sulle fresche coste del nord e l'inverno, invece, al tepore delle spiagge mediterranee; Martinez, creando strutture alberghiere fortemente integrate con gli splendidi lidi della Costa e fornendo brillanti e varie occasioni di svago ad una societa' privilegiata, in cerca solo di momenti di attrazione e divertimento, lancio' la moda dei bagni di mare, determinando cosi' un forte modello di riferimento per un movimento che doveva poi attrarre le masse, divenendo per tutti una costante delle vacanze estive di oggi ma, soprattutto, con questa nuova moda, Martinez riusci', allora, a trattenere i suoi ospiti anche nella stagione estiva, consentendo alla Costa Azzurra, nel suo alone (abilmente costruito) di lusso e mondanita', di disporre di una qualificata clientela lungo tutto l'arco dell'anno; immenso fu dunque l'impulso che egli diede all'economia del Paese d'adozione il quale, tuttavia, doveva ricambiarlo schiacciandolo sotto il peso di un sopruso indegno; uomo di grandi ideali ed orgoglioso al massimo grado delle sue origini e della sua italianita', mai volle acquisire la cittadinanza francese, anche quando evidente opportunita' e convenienza, nonche' i consigli degli amici e l'evoluzione degli eventi, l'avrebbero fortemente consigliato; nobile scelta, ed apprezzabile fermezza, che - peraltro - nell'ambiente geloso ed ostile della Costa, dovevano ripercuotersi in modo catastrofico sulla sua vita, distruggendo la sua esistenza e tutto cio' che egli aveva creato. E, purtuttavia, non era Martinez uomo tale da crearsi, per carattere, inimicizie o rancori. Al contrario. Disponibile e generoso, privo del tutto della facile arroganza dei piu' fortunati, aveva sempre fornito ampie dimostrazioni delle proprie elevatissime qualita' morali; nel corso della prima guerra mondiale, in un momento assai difficile per la Francia, mise a disposizione le proprie strutture alberghiere per il ricovero e l'assistenza ai feriti, pur sapendo quali guasti cio' avrebbe provocato ad arredi ed ambienti. Non solo: egli stesso si adopro' personalmente prestando la sua capacita' organizzativa e la propria sollecitudine nel soccorso fisico ai ricoverati, sacrificando cosi' anche intere nottate e sottoponendosi a gravosissime fatiche per supplire a servizi sanitari spesso precari e carenti; al termine della guerra, egli mise poi i propri alberghi a disposizione degli orfani degli eventi bellici, affinche' potessero godere gratuitamente di vacanze climatiche ideali; questo suo generoso altruismo gli fu riconosciuto con un motivato diploma e medaglia da parte dell'associazione nazionale "des Me'dailles d'or"; nel corso della seconda guerra mondiale, pur avendo il proprio albergo di Cannes (l'opera nella quale aveva concentrato tutto il suo patrimonio) sequestrato dalle truppe tedesche, egli si adopro', con grave rischio proprio e notevole sacrificio economico, a salvare decine e decine di perseguitati politici; non schierato politicamente, egli era in cio' sospinto e sorretto solo da un'incrollabile fede nella giustizia e da una straordinaria carica di umanita'; tradito e truffato dal suo segretario e piu' stretto collaboratore, un abile tessitore di alleanze fraudolente, con risibili pretesti alla fine della guerra gli furono sequestrati tutti gli averi; Martinez, per giunta espulso dalla Francia e inseguito anche dagli agenti del famigerato "Deuxie'me Bureau", resto' letteralmente con i soli abiti che aveva indosso; venne allora ospitato da una nazione, l'Inghilterra, che lo stimava al piu' alto grado e cola' rimase e lavoro' fino a che l'eta' glielo permise. Inutili ed improduttive le lunghe lotte che egli ingaggio' in Francia per cancellare l'incredibile ingiustizia sofferta. La rete di collusioni, all'origine sapientemente tessuta, alimentata e coltivata dai vantaggi di poter godere di un patrimonio tanto importante, risulto' sempre insuperabile e Martinez dovette chiudere la propria straordinaria esistenza nell'amarezza insormontabile dell'ingiustizia sofferta e dell'ingratitudine piu' acerba. Di fronte a lui, l'immagine dell'immensa fatica e passione della propria vita, calpestata e distrutta dall'altrui avidita', disonesta e cinica, ma sorretta ed aiutata dall'autorita' dello Stato nel quale egli aveva sempre confidato Rimasta sola, Ester Martinez, sostenuta soltanto dalla propria dignita', ha continuato l'impari battaglia, consumandovi le ultime briciole dell'eredita' paterna; vana e' stata, per lei, l'attesa che il proprio Paese, cui il marito ed essa medesima avevano voluto restare legati, le fornisse quell'energico e deciso aiuto che era atto a risolvere il caso; alla cittadina Ester Martinez, vecchia, sola e ininfluente, lo Stato italiano puo' offrire solo un ospizio ed una qualche stanca ed infastidita pratica burocratica, mai sostenuta da un fermo appoggio politico e quindi inutile; oggi, nella solitudine che fatalmente si accompagna alla decadenza, stanca nel fisico e nel morale, malata e povera, essa sopravvive, nel triste istituto di beneficenza pubblica che la accoglie, con la sola compagnia dei propri lontani ricordi e dei propri affetti -: quale sia il destino della vicenda Martinez e se il Governo intenda adoperarsi presso le autorita' francesi per affrontare e risolvere tale problema e dimostrare seriamente che l'Europa comincia ad esistere, oppure se abbia intenzione di guadagnare tempo, rinviando sine die una questione di tale rilevanza, per non guastare gli interessi di qualcuno ed evitare conflitti diplomatici. (4-16669)
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19980402-19981028
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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NAN ENRICO PAOLO (FORZA ITALIA)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
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