INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06626 presentata da ALIVERTI GIANFRANCO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19921021

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Ai Ministri del commercio con l'estero e dell'industria, commercio e artigianato. - Per sapere - premesso che: nel sistema industriale italiano il tessile-abbigliamento occupa una posizione di primo piano, con i suoi 700 mila addetti, 74 mila miliardi di fatturato, 38.300 miliardi di valore aggiunto e 14.600 miliardi di saldo attivo della bilancia commerciale (dati 1991); l'attuale processo di apertura dei mercati internazionali incidera' profondamente sulla struttura di un settore cosi' importante per l'economia italiana e potra' produrre effetti traumatici, a meno che sia effettivamente globale ed accompagnato da efficaci misure di moralizzazione delle condizioni della concorrenza; nel caso specifico della seta che con i suoi 40 mila addetti, 1.800 miliardi (su 4 mila complessivi del settore serico) di valore della produzione, 1.260 miliardi di esportazioni e 651 miliardi di saldo attivo della bilancia commerciale, occupa un ruolo centrale per l'economia del territorio della provincia di Como e che l'attivita' di trasformazione della seta rappresenta inoltre il fiore all'occhiello del sistema moda italiano, apportandovi un insostituibile contributo sotto il profilo dell'immagine e del know-how; le prospettive di sviluppo dell'attivita' di trasformazione della seta in Italia sono gravemente minacciate dalla politica perseguita dalla Repubblica Popolare Cinese (fornitore di fatto in regime di monopolio di materia prima) che negli ultimi mesi ha invaso il mercato europeo con forniture di capi confezionati offerte a prezzi che non coprono palesemente neppure il valore della materia prima impiegata per fabbricarli; l'immagine della fibra ne ha risentito ed il suo impiego da parte dell'industria dell'abbigliamento di qualita', tradizionale consumatrice dei tessuti italiani, e' drasticamente diminuito, con devastanti ripercussioni sia sul piano produttivo, sia sul piano economico-sociale e che sono andati persi circa 1.600 posti di lavoro (tra riduzioni del personale e blocco del turnover) ed altri 1.000 risultano attualmente a forte rischio; l'attivita' di trasformazione della seta in Italia e' seriamente minacciata e potra' avere prospettive solo grazie ad un fermo atteggiamento delle autorita' nazionali e comunitarie -: se da parte del Governo italiano non si ritenga opportuno proporre in sede comunitaria l'istituzione a partire dal 1^ gennaio 1993 di un contingente per le importazioni dei tessuti fini di seta e dei capi confezionati di seta originari della Repubblica Popolare cinese con lo scopo di arrestare la crescente esponenziale di tali forniture; sulla scorta di impegni precedentemente assunti, quando si ritenga di avviare un negoziato tra il Governo italiano ed i responsabili della politica cinese per la seta che abbia per oggetto i seguenti punti: a) l'eliminazione del doppio prezzo attualmente praticato in Cina per la materia prima a seconda che sia destinata alla trasformazione industriale all'interno o all'estero; b) l'introduzione della possibilita' per gli acquirenti esteri di rivolgersi direttamente alle filande per gli approvvigionamenti di materia prima; c) il miglioramento della qualita' della seta prodotta e trasformata in Cina; d) il rilancio dell'immagine della fibra e l'ampliamento del mercato serico (oggi la seta rappresenta lo 0,18% sui consumi tessili mondiali) attraverso una cooperazione sinergica tra il principale trasformatore ed il principale produttore mondiale della seta. (4-06626)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06626 presentata da ALIVERTI GIANFRANCO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19921021 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
BUTTI ALESSIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) 
FERRARI MARTE (PARTITO SOCIALISTA ITALIANO) 
GALBIATI DOMENICO (DEMOCRATICO CRISTIANO) 
LEONI ORSENIGO LUCA (LEGA NORD) 
OSTINELLI GABRIELE (LEGA NORD) 
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4/06626 
ALIVERTI GIANFRANCO (DEMOCRATICO CRISTIANO) 

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MINISTRO MINISTERO DEL COMMERCIO CON L'ESTERO 
19930406 

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