INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01207 presentata da GAMBALE GIUSEPPE (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 26/10/2001

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01207 presentata da GIUSEPPE GAMBALE venerdì 26 ottobre 2001 nella seduta n. 054 GAMBALE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: dopo il fallimento della Cooperativa edilizia Prima Casa di Melito (Napoli), appare sempre più gravosa e ingiusta la situazione di alcuni soci, all'incirca una decina di famiglie, i quali, pur avendo pagato l'intero prezzo previsto per l'assegnazione di un alloggio, anche oltre 200 milioni, non hanno potuto rogitare l'atto di acquisto davanti al notaio per i continui rinvii frapposti dal Presidente e dagli amministratori; ora, secondo la curatela, occupano le proprie abitazioni «sine titulo» alla stregua di quegli occupanti abusivi che si sono immessi in alcuni appartamenti con la violenza e senza aver corrisposto somme a chicchessia; la curatela non pare intenzionata a fare distinzioni o a promuovere azioni dirette a scoprire i veri approfittatori, ma è l'intera gestione del fallimento a suscitare perplessità: mentre si pretende la restituzione degli appartamenti o il pagamento di un canone di affitto da parte delle pochissime famiglie, probabilmente meno di 10, che hanno interamente pagato il proprio appartamento, allo stato non risulta che siano state esperite azioni per il risarcimento dei danni derivati alla procedura dall'illecita negoziazione di assegni non trasferibili sui conti personali degli amministratori né che siano state proposte azioni - o anche soltanto indagini identificative - nei confronti degli occupanti immessisi successivamente e con la violenza negli immobili; le denuncie dei soci, risalenti al 1994 e al 1996, e le lunghe e laboriose indagini della Guardia di Finanza hanno indotto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli a indagare sull'ipotesi di reato di appropriazione indebita in ordine alla quale è stata richiesta la fissazione del giudizio il 14 giugno 1999. Dopo un anno il processo non era ancora cominciato per ragioni attinenti esclusivamente l'organizzazione dell'ufficio del giudice monocratico. Più gravi ipotesi di reato, quali bancarotta o riciclaggio, pur avanzate nel caso di altri fallimenti, come quello della Cooperativa Queen, sempre di Melito, qui non sono state ritenute ipotizzabili; gravi appaiono le responsabilità e le connivenze degli istituti bancari (San Paolo di Torino e Banco di Napoli) che hanno erogato i mutui - si è indotti a ritenere - con estrema disinvoltura o malafede, dovendo la loro concessione, secondo le stesse banche, essere subordinata alla verifica dell'esistenza di un'adeguata base sociale, il che all'epoca dei fatti non è stato né sarebbe stato possibile; il ministero del lavoro, cui pure competerebbe la vigilanza e il controllo sulle società cooperative, si è limitato, sin dall'esposto presentato dai soci e risalente a ben quattro anni prima che la Cooperativa venisse dichiarata fallita, a prendere atto dell'irreperibilità del Presidente, a diffidare «numerose volte» lo stesso «a rendere possibile l'ispezione», a denunciare la mancata esibizione, sempre da parte del Presidente, della prescritta documentazione; già nel 1998 l'interrogante segnalava la gravità della situazione con l'atto ispettivo n. 4-15774 del 20 febbraio rimasto senza risposta e, successivamente, con l'interpellanza n. 2-01290 del 17 luglio, anch'essa senza risposta, chiedendo, inutilmente, urgenti provvedimenti; innanzi a un così desolante quadro di colpevoli inerzie, scandalosi ritardi, gravissime omissioni a vari livelli e davanti a responsabilità che coinvolgono le istituzioni dello Stato, le banche, il Ministero del Lavoro, appare semplicemente vessatoria, nei confronti di chi ha pagato oltre 200 milioni per la propria casa, la pretesa della restituzione della stessa perché «occupata sine titulo» -: quali misure di propria competenza intendano adottare per accertare i fatti sopra narrati, punire le responsabilità dei ritardi e delle omissioni e verificare la regolarità dell'operato degli istituti di credito e della Direzione provinciale del Lavoro di Napoli; quali misure ritengano di adottare a tutela dei soci della Prima Casa che in buona fede hanno pagato i propri appartamenti e ora corrono il rischio di vedersene espropriati da una curatela che non fa distinzioni con gli occupanti abusivi. (4-01207)
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