INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00711 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080716

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_00711_16 an entity of type: aic

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00711 presentata da ERMETE REALACCI mercoledi' 16 luglio 2008 nella seduta n.036 REALACCI e GRANATA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: Il 16 febbraio 2001 la terza sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza per il caso dello Sbarcatello all'Argentario ha definitivamente chiarito la questione dei liberi accessi al mare, dichiarando che «nessuna proprieta' privata e per nessun motivo puo' impedire l'accesso al mare alla collettivita' se la proprieta' stessa e' l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia». Nonostante cio', sono ancora molti i casi di «privatizzazone» di fatto che impediscono ai cittadini di usufruire liberamente di spiagge, cale e scogliere, anche se queste appartengano al demanio statale e sono quindi funzionalmente destinate alla pubblica fruibilita'; fra i vari casi, segnalati alle autorita' e alle associazioni ambientaliste, va evidenziato quello relativo alla Sicilia e alla provincia di Siracusa, dove il quotidiano la Sicilia, a partire dal mese dello scorso maggio, ha denunciato con vari articoli numerosi casi di chiusura degli accessi a tratti di costa pubblica da parte di privati. Secondo il quotidiano siciliano, un'accurata e scrupolosa verifica effettuata dalla polizia ambientale del Comune di Siracusa, ha messo in luce una quantita' enorme di abusi e di illegalita'. In un lungo tratto di costa - dal faro Massoliveri all'Arenella, nella zona del Plemmirio - nell'ultimo anno sono aumentati del 50 per cento i cancelli che impediscono l'accesso alle zone a mare. Cancelli, girelli o paletti, impediscono l'accesso libero al mare a tutti i cittadini, in particolare alle carrozzine e alle persone che hanno problemi di deambulazione; grazie alle segnalazioni e alle varie denunce, il 14 luglio, la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro giudiziario di due cancelli posti da privati che impedivano il libero accesso al mare: uno nella zona di Asparano e uno nella spiaggia di Punta del Pero. Si tratta di due provvedimenti importanti che si spera abbiano lo scopo di dare il via ad una sanatoria dell'illegalita' che ancora permane in molte aree della costa Siracusana; il caso siciliano e' emblematico, ma purtroppo non isolato. Ogni anno, si registrano molte segnalazioni di accessi al mare interdetti abusivamente. La situazione desta preoccupazione perche' le coste sono una delle risorse paesaggistiche, ma anche economiche e sociali, piu' importanti del nostro Paese; discorso collegato a questo e' quello delle spiagge in concessione. Nonostante la Finanziaria del 2006 abbia stabilito che «È fatto obbligo ai titolari di concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l'area compresa nella concessione, anche al fine della balneazione», in molte regioni la spiaggia pubblica e' diventata ormai un lontano ricordo: tra ombrelloni, lettini, chioschi e spogliatoi, i gestori dei lidi stanno letteralmente privatizzando il mare. Sono oltre 5mila, infatti, stabilimenti balneari disseminati lungo il perimetro dello stivale dal Friuli Venezia Giulia alla Liguria, isole comprese; nel luglio 2008 Legambiente ha presentato un dossier sulle spiagge in concessione del litorale romano da cui emerge che sono solo 10 su 53 gli stabilimenti che lasciano il libero accesso al litorale. Gli altri, non solo chiedono, senza averne titolo, il pagamento del biglietto di ingresso, ma impediscono la vista al mare con muri di cabine, spogliatoi, edifici di servizio, ristoranti e recinzioni; l'Italia possiede 7.375 chilometri di litorale, un patrimonio naturale inestimabile fatto di arenili, sistemi dunali e coste rocciose. L'eccessiva pressione antropica pero', con la infrastrutturazione di molti tratti per agevolarne l'uso turistico, sta modificandone radicalmente l'aspetto e la fruizione. Nel secolo scorso, lungo il litorale italiano si sono insediate le grandi industrie chimiche e petrolchimiche, snaturando e occupando aree enormi e procurando all'ecosistema danni incalcolabili in termini di inquinamento terrestre e marino, c'e' stata poi la proliferazione di porti turistici, si e' assistito a una crescita immobiliare fuori controllo e molto spesso abusiva, che ha riempito i lungomare di alberghi e seconde case. E poi il boom degli stabilimenti balneari che hanno occupato le spiagge, prima per pochi mesi all'anno, poi in pianta stabile. A questi fenomeni vanno aggiunti erosione ed effetti dei cambiamenti climatici, che hanno a loro volta contribuito a trasformare profondamente l'ambiente costiero -: quali azioni intenda intraprendere per effettuare, attraverso gli organi preposti, una verifica delle situazioni di illegalita' e di abusi sui litorali e la corretta applicazione della normativa vigente in materia; se intenda attivarsi per mettere in campo un necessario sistema di pianificazione e gestione costiera che individui il punto di equilibrio tra le attivita' economiche, turistiche e residenziali da un lato e l'ambiente e la libera e corretta fruizione dello stesso dall'altro. (4-00711)
xsd:string INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00711 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080716 
xsd:integer
20080716-20090327 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00711 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20080716 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
GRANATA BENEDETTO FABIO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
xsd:dateTime 2014-05-14T23:52:05Z 
4/00711 
REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) 

blank nodes

data from the linked data cloud