INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02090 presentata da DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20120207
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_02090_16 an entity of type: aic
Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-02090 presentata da ANTONIO DI PIETRO martedi' 7 febbraio 2012, seduta n.582 DI PIETRO, PALOMBA e FAVIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: da notizie di stampa si apprende che sabato 28 gennaio 2012 il sindaco di Portoscuso Adriano Puddu e' stato arrestato con l'accusa di aver ricevuto tangenti per la realizzazione del parco eolico della societa' Portovesme. I reati contestati dalla procura di Cagliari, come emerge dalle intercettazioni, sono quelli di concussione, corruzione e abuso d'ufficio, legati anche alla volonta' del sindaco di consentire l'alienazione di terreni ad una societa' privata previamente sgravandoli della qualita' di terre destinate ad uso civico (in merito alla relativa delibera i consiglieri di opposizione dapprima espressero voto contrario, poi ne chiesero la revoca), ad una attivita' di scambi politico-elettorali e ad uno scandalo legato alla concessione di sussidi sociali del comune a donne in difficolta' in cambio di favori sessuali, per se' e per altri; estremamente preoccupante e' altresi' quanto emerge dall'Unione Sarda del 4 febbraio 2012 in un articolo dal titolo «LE INDAGINI. Il pescatore Giovanni Desogus non accetto' la proposta presentata dall'ex primo cittadino "Fai a pezzi Alessandro Puddu" La ricompensa per commettere l'omicidio: 500 euro e un posto di lavoro»; nel testo si dice «Giovanni Desogus e' uno dei due giovani al quale il sindaco di Portoscuso avrebbe chiesto di uccidere Alessandro Puddu. Il 25 luglio 2011 Desogus ha riferito tutto ai Forestali: "Lavoravo come pescatore e un giorno col comandante Salvatore Sabiu c'era il sindaco Adriano Puddu. Il quale mi aveva chiesto se fossi disponibile per sistemare una certa situazione che lui aveva con un certo Alessandro Puddu. Per questo era pronto a darmi 500 euro di ricompensa. Gli avevo risposto che non ero disponibile a sistemare le sue situazioni con gli altri e, piuttosto, di trovarmi un posto di lavoro che i 500 euro me li sarei lavorati ogni mese per me. Dopo poco tempo ho perso quel posto di lavoro e non escludo proprio che sia stato il sindaco a dire al mio comandante di mandarmi via per il mio no alla sua richiesta". Davanti ai Forestali, dunque, Desogus non ha specificato quel che aveva confidato alla zia di quel ragazzo, Fabiola Orru'. Che, invece, ha messo tutto a verbale: Il 10 gennaio 2008 una mia cliente mi aveva detto di riferire a mio nipote Alessandro Puddu di non tornare a Portoscuso perche' il sindaco voleva fargliela pagare. Mi aveva detto di mettermi in contatto con un certo Giovanni Desogus di Portoscuso e non avevo perso tempo. L'avevo fatto venire nel mio centro estetico e li' mi aveva raccontato che un giorno Puddu si era presentato al porto e gli aveva proposto una certa cosa: doveva uccidere mio nipote Alessandro Puddu. Sarebbe stato ricompensato con 500 euro e un posto di lavoro fisso. Desogus aveva rifiutato dicendogli che voleva, si', un posto di lavoro migliore ma non era disponibile a uccidere nessuno per questo motivo. Desogus mi aveva detto anche di voler riferire questa cosa a mio nipote e infatti l'avevo accompagnato a casa, a Carbonia, dove aveva confermato tutto. Dopo pochi giorni avevo chiesto a Desogus se fosse disponibile a mettere per iscritto quanto mi aveva riferito: aveva accettato. Cosi' aveva scritto la sua verita' sul foglio che ora vi mostro. Il sindaco gli aveva chiesto di "fare a pezzi Puddu Alessandro". Successivamente avevo tentato di chiedere ad alcuni legali di avviare azioni penali, non c'ero riuscita perche' nessuno intendeva accettare in quanto vi era il sindaco di mezzo»; l'inchiesta della procura di Cagliari ha scoperchiato una gravissima situazione di malaffare e illegalita' che da anni affligge il centro del Sulcis Iglesiente, territorio gia' in ginocchio per una crisi economica senza precedenti (come quella che attanaglia il comparto dell'alluminio che coinvolge Alcoa, Eurallumina e il relativo indotto), ove il sindaco imperversava; dalle intercettazioni in possesso della magistratura, secondo quanto riportato dalla stampa il 3 febbraio 2012, e' anche emerso che il sindaco Puddu aveva l'abitudine di controllare gli esponenti dell'opposizione piu' scomodi per il suo operato, inclusa quella di farli pedinare. In particolare, e' stata pubblicata una intercettazione che attesta come il sindaco, dopo una segnalazione del consigliere provinciale Rossano Loddo sui movimenti del consigliere Cremone, abbia chiesto ad un esponente politico a lui vicino (l'assessore comunale Maurizio Cuccu) di seguire e controllare in particolare il consigliere comunale e provinciale Angelo Cremone, che insieme ad altri colleghi aveva spesso invocato per Portoscuso il ritorno alla legalita' ed aveva votato contro la delibera sulle terre civiche, chiedendone poi la revoca. È da notare che il consigliere Cremone, conosciuto per le sue battaglie di contrasto al malaffare e di difesa dell'ambiente, aveva in passato subi'to danneggiamenti della sua autovettura (come pubblicato anche dalla stampa locale), dal carattere intimidatorio, di origine oscura e preoccupante; dalle suddette intercettazioni emerge anche che questo sistema aveva certamente come caposaldo il sindaco Puddu, ma si basava anche sul concorso della giunta e dei consiglieri di maggioranza. Ora, se il sindaco dopo il suo arresto e' stato immediatamente sospeso dalle funzioni dal prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, che ha meritoriamente operato, il resto della Giunta continua a rimanere in carica, prevedibilmente in continuita' con la politica precedente e per portarne a compimento il disegno. A tale proposito il quotidiano L'Unione Sarda del 5 febbraio 2012 titola «Dalla Giunta delibere pro-sindaco?» Sequestrati gli atti adottati 36 ore dopo l'arresto di Adriano Puddu, con riferimento a quattro delibere adottate dopo il suddetto arresto. Per questo motivo il consigliere Angelo Cremone - che insieme ad altri colleghi ha presentato una mozione di sfiducia verso l'intero esecutivo - ha annunciato clamorose azioni di protesta, comprese una denuncia alla procura della Repubblica e mozioni di censura, affinche' sia ristabilita al piu' presto una situazione di legalita' e i due esponenti politici intercettati dagli inquirenti siano severamente censurati ed estromessi dalla vita pubblica; il quotidiano L'Unione Sarda del 31 gennaio 2012 ha altresi' dato notizia che il giorno prima lo stesso consigliere Cremone ed altri consiglieri comunali erano stati impediti dal vicesindaco rimasto in carica di svolgere le loro funzioni nei locali comunali, chiedendo anche l'intervento dei carabinieri. Dallo svolgersi degli eventi appare evidente la volonta' di estromettere dal comune i consiglieri comunali di opposizione e di impedire loro l'esercizio delle liberta' politiche, fatto per il quale i predetti consiglieri stanno valutando la possibilita' di proporre denuncia-querela; i fatti sopra descritti fanno emergere un pesante intreccio tra interessi privati e funzioni pubbliche, unito alla volonta' di impedire o rendere estremamente difficoltoso l'esercizio delle funzioni politiche dei consiglieri di opposizione legittimamente eletti anche attraverso forme di pedinamento. Si tratta, quindi, di attivita' di controllo del territorio e delle persone, di intimidazione degli oppositori e di impedimento allo svolgimento delle liberta' politiche (tutelate anche dall'articolo 294 del codice penale), di volonta' di eliminazione fisica di persone sgradite attraverso proposte di «killeraggio» a sicari prezzolati (fortunatamente la persona interpellata per questo «servizio» non accetto': ma nessun legale aveva accettato di «iniziare azioni legali in quanto c'era il sindaco di mezzo»), di costruzione di scambi politico-elettorali e di intreccio tra affari ed amministrazione, che sono atteggiamenti propri di altri contesti criminali a penetrazione di tipo mafioso. Ma, se non vi sono le prove di «elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata» di cui all'articolo 143 del testo unico sugli enti locali n. 267/2000 come primo requisito per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali, potrebbero ravvisarsi invece quelle «forme di condizionamento degli amministratori (stessi), che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonche' il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica», elementi che lo stesso articolo 143 disgiuntamente («o») indica come ugualmente idonei a determinare lo scioglimento del consiglio comunale. Peraltro, se rispetto ai comportamenti del sindaco e' dato scorgere un pieno sostegno della giunta e del consiglio comunale nella componente di maggioranza, l'episodio della volonta' di impedire ai consiglieri di minoranza di esercitare le loro funzioni all'interno dei locali comunali o quella volta all'adozione di delibere immediatamente dopo l'arresto del sindaco sono da ascrivere unicamente all'amministrazione residua: segno della assoluta continuita' di essa nei metodi di gestione della cosa pubblica. Pertanto si puo' dire che l'organismo elettivo (per lo meno nella parte che sostiene il sindaco) e la giunta sopravvivono al sindaco arrestato, essendo politicamente ed amministrativamente omogenei alla sua linea politica: ditalche' si pone seriamente il problema della loro sopravvivenza o della loro rimozione -: se il Ministro sia a conoscenza della pericolosa situazione venutasi a verificare a Portoscuso, quali iniziative di competenza intenda porre in essere per ristabilire la legalita' e garantire la sicurezza degli esponenti politici di opposizione nonche' per assicurare la correttezza politico-amministrativa nel centro del Sulcis Iglesiente, che sta in un territorio gia' fortemente debilitato dalla crisi economica e che avrebbe necessita' di interventi in favore della popolazione martoriata e non nell'interesse personale; in particolare, se ravvisi elementi per rimuovere la giunta e sciogliere il consiglio comunale che la sostiene, per evitare che possa consolidarsi il giro di malaffare e di intimidazione venuto alla luce con l'inchiesta che ha portato all'arresto del sindaco Adriano Puddu.(3-02090)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02090 presentata da DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20120207
xsd:integer
0
20120207-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02090 presentata da DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20120207
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
FAVIA DAVID (ITALIA DEI VALORI)
PALOMBA FEDERICO (ITALIA DEI VALORI)
xsd:dateTime
2014-05-14T23:43:53Z
3/02090
DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI)