INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00937 presentata da BARANI LUCIO (DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI) in data 05/06/2007

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Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00937 presentata da LUCIO BARANI martedì 5 giugno 2007 nella seduta n.164 BARANI. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che: sul sito del Ministro interrogato si legge: «Ho trovato al ministero delle infrastrutture molte risorse, si parla di almeno due miliardi di euro, inutilizzate perché bloccate da ricorsi e controricorsi o questioni procedurali. Da un po' di tempo, in Italia, sembra che chiunque voglia fare impresa o chiunque voglia fare politica, la prima cosa che fa è andare dal giudice. Il nostro Paese è diventato un contenzioso unico. Ebbene, in questi mesi ho sbloccato questi fondi e sono orgoglioso di dire che da qualche settimana ho cominciato, città per città, regione per regione, l'allocazione di questi denari (...) Credo che questo sia stato un intervento concreto i famosi »contratti di quartiere 2«. Se ne parla da tanti anni ma finalmente, entro Pasqua, tutti i soldi verranno distribuiti»; leggendo, invece, le osservazioni fatte da enti pubblici, esperti di settore e studi specializzati come « housing sociale», si rilevano forti dubbi sulla concretezza attuativa del decreto dell'8 marzo 2006 detto «completamento dei contratti di quartiere 2»; ad oggi, tre sono le iniziative legislative legate all'attuazione dei «contratti di quartiere»: a) «i contratti di quartiere 1», finanziati con la legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successivamente integrati con legge 27 dicembre 1997, n. 449, e legge 23 dicembre 1998, n. 448, promossi con decreto del 22 ottobre 1997 e allegato bando di gara, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 30 gennaio 1998 (fondi stanziati: circa 600 miliardi delle vecchie lire); b) i «contratti di quartiere 2», finanziati con legge 8 febbraio 2001, n. 21, (fondi stanziati: circa 1.000 milioni di euro); prevedendo il cofinanziamento Stato-regioni sono stati promossi con decreti e bandi regionali; c) il «completamento dei contratti di quartiere 2», finanziato dal ministero delle infrastrutture con decreto dell'8 marzo 2006, attualmente bloccato dal tribunale amministrativo regionale per rilievi eccepiti dalle regioni sulla mancata attivazione, da parte del ministero, di un'azione congiunta Stato-regioni circa i contenuti e gli obiettivi del bando (fondi stanziati: circa 311,5 milioni di euro); nato con l'idea di una terza edizione dei contratti di quartiere, questo ultimo nuovo programma, varato di recente dal ministero delle infrastrutture, ha creato grandi aspettative, concretizzate con la presentazione di diverse centinaia di domande; rischia, tuttavia, di non avere alcun esito operativo, avendo aperto un pesante contenzioso con le regioni, di fatto escluse dalla definizione dei contenuti e dalle procedure del nuovo bando, la cui questione verrà affrontata a partire dal 17 aprile 2007; il nuovo provvedimento, pur definendosi un «completamento dei contratti di quartiere 2», dizione che avrebbe dovuto tutelare il ministero dalla necessità di un ulteriore confronto in sede di conferenza Stato-regioni, ha tuttavia introdotto delle sostanziali modifiche rispetto al precedente programma, rendendolo totalmente differente dai precedenti bandi e dalla filosofia stessa che aveva caratterizzato la natura del contratto: a) cade il finanziamento di edilizia residenziale: le nuove risorse finanziano, infatti, solo opere di urbanizzazione; b) non è previsto alcun cofinanziamento delle regioni, che pertanto sono escluse da qualsiasi competenza operativa; c) si finanziano proposte per un importo massimo di 8 milioni di euro; d) sono ammessi solo obiettivi sperimentali legati al risparmio energetico e al contenimento dei costi di gestione; e) scompare, in definitiva, la dimensione di «quartiere», essendo il finanziamento assegnato con un criterio legato alla singola opera, piuttosto che ad un processo concreto di riqualificazione di parti significative di città esistente; le innovazioni apportate non possono nascondere un peggioramento complessivo delle procedure attuative, che ha caratterizzato questa seconda stagione dei contratti. La nuova impostazione ha fatto registrare, già dalle prime battute, una maggiore difficoltà operativa, che preoccupa notevolmente i comuni e gli operatori pubblici e privati, poiché ha allungato notevolmente i tempi di definizione. Non sono, infatti, secondarie le situazioni di sofferenza per aree di privati bloccate per troppo tempo, procedure di trasferimento di alloggi pubblici non attivabili, iniziative sociali e occupazionali senza prospettiva per l'impossibilità di prevedere tempi certi; dall'esame dei primi atti avviati si sono, inoltre, moltiplicati i livelli di concertazione necessari alla definizione delle proposte, mentre le modalità di gestione dei programmi diventano sempre più farraginose; se ne citano alcune: a) la valutazione delle proposte deve essere fatta da una commissione mista specifica costituita per ogni regione, con aggravio dei tempi; b) è necessario uno specifico accordo di programma quadro tra ogni singola regione e il ministero, essendo i singoli programmi diversi tra regione e regione. Ogni accordo deve essere sottoscritto e registrato dalla Corte dei conti. Nel «contratti di quartiere 1» tale fase non era prevista, essendo il finanziamento direttamente trasferito dal ministero ai comuni, secondo una procedura unica per tutte le regioni; c) il finanziamento viene suddiviso tra parte ordinaria, che viene trasferita alle regioni, e da questa, con successivo atto o convenzione, ai comuni e agli operatori, e quota sperimentale, che rimane nella disponibilità del ministero, e che verrà trasferita, con ulteriore convenzione, direttamente ai comuni, e da questi, con ulteriore atto, agli eventuali operatori. Un inutile appesantimento della procedura che rischia di incepparsi, mettendo in serio pericolo i cantieri; tempi di attuazione così lunghi riducono largamente l'efficacia dei programmi, il valore stesso dell'intervento pubblico e sono scarsamente attrattivi per quei soggetti privati che dovrebbero garantire le necessarie risorse aggiuntive; il Ministro interrogato ha, inoltre, affermato: «Il tavolo di concertazione istituito dalla legge 9/2007 partirà il 17 aprile: da lì, insieme alle regioni, mi aspetto le indicazioni delle priorità, poi dovremo trovare nuovi fondi a partire dall'assestamento di bilancio di giugno. Puntiamo a nuovi progetti per un miliardo di euro di investimenti totali» -: quali iniziative intenda proporre il Ministro interrogato al tavolo di concertazione per risolvere i prevedibili tempi lunghi degli iter procedurali e la gestione incerta delle risorse, coerentemente con quanto da affermato dal Ministro interrogato a proposito di «risorse spesso bloccate da ricorsi e contro ricorsi o questioni procedurali», in particolare ricordando che nei «contratti di quartiere 1» la gestione dei finanziamenti ordinari e sperimentali veniva affidata direttamente al ministero, che con unico provvedimento provvedeva al trasferimento dei fondi al comune secondo stati d'avanzamento. (3-00937)
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