INTERPELLANZA 2/00365 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19941215

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic2_00365_12 an entity of type: aic

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri della difesa e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che: gia' il 27 luglio 1994, con interpellanza n. 2-00142 gli onorevoli Dorigo, Mattioli, Danieli, Navarra, Chiavacci, Valpiana, Fragassi, Percivalle, Bellei Trenti, avevano chiesto al Governo di informare il Parlamento su quali iniziative intendesse adottare per tutelare l'autonomia e l'indipendenza della Procura Militare di Padova dai pesanti attacchi delle gerarchie militari ed in particolare di quegli alti ufficiali inquisiti per gravi reati proprio dai giudici padovani; nella suddetta interpellanza, che non ha ancora avuto risposta, i deputati denunciavano il fatto che nell'aprile 1994 il Consiglio della Magistratura Militare (C.M.M.) avrebbe ricevuto un esposto del Ministro della difesa senatore Fabio Fabbri, che sottolineava la notevole attivita' inquisitoria della Procura Militare della Repubblica di Padova, nonche' il fatto che quell'ufficio procedeva penalmente nei confronti di ufficiali generali di grado elevato sia per i reati contro il patrimonio sia contro la persona; a seguito dell'esposto del Ministro Fabbri, il C.M.M. ha aperto un'indagine, e la Commissione Disciplinare incaricata ha convocato a Roma, l'8 giugno 1994, il procuratore militare di Padova dottor Giovanni Pagliarulo ed il Presidente del Tribunale Militare di Padova dottor Giuseppe Rosin, chiedendo loro le ragioni per cui l'ufficio inquirente di Padova aveva aperto cosi' tanti fascicoli per i reati contro il patrimonio e circa le ragioni per cui le gerarchie militari avevano denunciato, attraverso il Ministro, l'attivita' persecutoria; rispondendo alle domande di cui sopra, il dottor Pagliarulo ed il dottor Rosin, avrebbero dichiarato che il Ministro Fabbri, nel corso di una colazione di lavoro a Padova, il 20 aprile 1994, aveva riferito loro che recentemente, dopo aver resistito per mesi alle pressanti sollecitazioni delle gerarchie militari, aveva infine ceduto alle incessanti richieste di condurre attivita' ispettiva nei confronti della procura Militare padovana, inviando al C.M.M. l'esposto in questione; inoltre, i due giudici sopracitati riferivano che il ministro Fabbri li avrebbe invitati a non tener conto del suo esposto, perche' la procura militare di Padova doveva continuare a lavorare in quanto non aveva fatto niente di illecito, bensi' il proprio dovere istituzionale; la Commissione disciplinare del C.M.M., dopo aver preso atto di quanto sopra illustrato, ha chiesto ai giudici Rosin e Pagliarulo se conoscevano casi in cui nella procura militare di Padova l'azione penale era stata esercitata in modo persecutorio; a tale domanda i responsabili degli uffici giudiziari militari di Padova hanno risposto negativamente, ed hanno anzi contestato il fatto di avere subito iniziative tendenti ad eliminare o quantomeno ridurre il gia' esiguo organico di polizia Giudiziaria Militare presso la procura militare di Padova; nonostante quanto sopra, la procura militare della Repubblica di Padova, ha dovuto ricevere in questi giorni la visita di controllo degli ispettori della Commissione disciplinare, che e' stata inviata stranamente molti mesi dopo l'esposto ministeriale dell'aprile '94, e dopo che ne era stata gia' da tempo palesemente dimostrata la infondatezza, dato che, all'indomani della ampia pubblicizzazione ricevuta dall'interpellanza del 27 luglio 1994 sopracitata, lo stesso ministro non aveva ufficialmente smentito il contenuto del suo colloquio con i giudici Rosin e Pagliarulo, descritto nell'interpellanza stessa; inoltre, tale strano ritardo sembrerebbe originato dalla scelta di far coincidere l'ispezione disciplinare con l'assenza dalla procura militare di Padova del Giudice reggente, che si e' prodotta solo recentemente, e tale scelta di tempo risulta ancor meno casuale se raffrontata con il non remoto ed analogo episodio di quando aprofittando di una analoga assenza del procuratore capo si invio' in sua supplenza il giudice Messina, che, lungi dal garantire la copertura del posto per tutta la sua vacanza, si trattenne negli uffici di Padova solo per il tempo necessario ad avocare a se' i fascicoli dell'inchiesta su "Gladio", sottraendoli ai giudici titolari dottor Benedetto Roberti e dottor Sergio Dini, per spedirli in tutta fretta alla procura militare della Repubblica di Roma, che li lascio' marcire per mesi nei cassetti, come denunciato con molte interrogazioni parlamentari; un ulteriore elemento di conferma del carattere pretestuoso e punitivo dell'ispezione inviata alla procura di militare di Padova e' rappresentato dal fatto che Presidente della Commissione di inchiesta e' stato designato il dottor Bartolomeo Costantini, che in passato, ed in altra sede, aveva gia' testimoniato contro il Giudice Benedetto Roberti, procedimento disciplinare; da quanto risulta, nonostante le smentite peraltro solo ufficiose circola una notizia secondo cui l'amministrazione della Difesa starebbe preparando la soppressione della sede giudiziaria militare di Padova, e tale iniziativa, che potrebbe essere intesa come una volta reprimere l'attivismo inquirente della procura militare padovana, sarebbe mascherata con l'esigenza di una ristrutturazione complessiva della struttura giudiziaria militare, che prevederebbe del resto anche la scomparsa degli uffici giudiziari di La Spezia; potrebbe confermare questa ipotesi il fatto che, nello Stato di previsione del Ministero della Difesa per l'anno finanziario 1995 (Tabella 12), presentato al Parlamento, nei Capitoli n. 1589, 1590 e 1591, alle voci "stipendi, retribuzioni ed altri assegni fissi al personale della magistratura militare", "contributi previdenziali ed assistenziali sugli stipendi", e "ritenute erariali", si iscrivono per il 1995 tre riduzioni complessivamente previste in piu' di 3 miliardi di lire, che sono coerenti con la previsione organica indicata nella Nota Aggiuntiva allo Stato di Previsione per la difesa 1995, dove alla voce del personale civile (allegato B5 all'Annesso 1), si prevede per il prossimo anno una variazione negli organici da 103 a 78 magistrati militari; l'argomento giustificativo messo in circolazione dalle gerarchie militari, a sostegno della soppressione della procura Militare di Padova (come per quella di La Spezia), consisterebbe nel fatto che nella giurisdizione di tale autorita' giudiziaria sono stati soppressi o trasferiti altrove molti reparti o enti delle Forze Armate a seguito della ridislocazione della struttura difensiva nazionale, prima concentrata sul settore nord-orientale, e che percio', data l'esistenza nella limitrofa Verona di una altra autorita' giudiziaria militare peraltro appartenente al superiore livello di sede di Corte d'Appello Militare, la chiusura della sede padovana sarebbe un fatto naturale ed oggettivo; su questi argomenti, e' bene sottolineare come anche il C.M.M., nella seduta plenaria del 26 settembre 1994, si era cosi' pronunciato: "In proposito questo Consiglio intende ribadire a chiare lettere, nella prospettiva del nuovo modello di difesa caratterizzato da riduzione sia degli organici sia della durata del servizio di leva, che appare impraticabile qualunque soluzione, frutto di un superficiale calcolo aritmetico, che preveda la semplice riduzione del numero dei Tribunali Militari. Il controllo di legalita', per avere efficacia anche nell'ambito delle Forze Armate, richiede una adeguata presenza sul territorio degli organi giurisdizionali, e gia' l'attuale situazione non puo' dirsi ottimale."; in tale seduta, il plenum del C.M.M. ha ricordato di essersi gia' pronunciato, il 25 gennaio 1994, sul problema del personale civile e militare in servizio presso gli uffici giudiziari militari, lamentando le carenze esistenti ed indicando una serie di interventi che, sia pur "oggettivamente costosi", avrebbero permesso di raggiungere "la soglia minima di adeguamento dell'attuale assetto organizzativo ai princi'pi costituzionali che regolano l'esercizio della giurisdizione penale militare", confermando cosi' la fondatezza delle dichiarazioni dei giudici padovani Rosin e Pagliarulo, che l'8 giugno '94 avevano lamentato la carenza del personale di Polizia Giudiziaria della Procura di Padova; anche volendo verificare nel merito l'effettiva ridondanza nel numero degli uffici giudiziari militari, non si puo' non constatare che i presunti esuberi andrebbero individuati certamente altrove da Padova e La Spezia, come si puo' palesemente constatare leggendo la Relazione sul funzionamento degli organi giudiziari militari, compilata dopo una articolata indagine conoscitiva dalla Commissione incaricata dal C.M.M. con deliberazione del 22 settembre 1992, ed acquisita con delibera dal plenum del C.M.M. stesso nella seduta dell'8 giugno 1993; in tale relazione, leggendo il resoconto statistico dell'attivita' degli uffici giudiziari militari, esaminata prendendo a campione il periodo 1^ aprile-31 dicembre 1992, si puo' notare che la Procura Militare di Padova e' la sede che ha aperto di gran lunga il maggior numero di procedimenti penali per i piu' gravi reati contro il patrimonio o la persona, con 121 procedimenti per reati contro la persona, 313 contro il patrimonio, 11 per peculato, seguita guarda caso dalla procura di La Spezia, con 105 procedimenti per reati contro la persona, 152 contro il patrimonio, 15 per peculato; le procure di Padova e La Spezia nell'indagine sopracitata, risultano svolgere procedimenti penali in percentuali doppie rispetto alle altre procure d'Italia, o ben piu' che doppie rispetto ai casi estremi della Procura di Palermo, che ha aperto solo 9 procedimenti per reati contro la persona, 68 contro il patrimonio, 2 per peculato, o della Procura di Napoli, con 20 procedimenti per reati contro la persona, 64 contro il patrimonio, 3 per peculato; inoltre, cercando ridondanze, nella stessa Relazione si puo' riscontrare semmai il ben misero carico di lavoro della procura Generale Militare presso la Corte di Cassazione, i cui tre magistrati militari in servizio nel corso dell'anno 1992 hanno dovuto affrontare in tutto solo 4 udienze (quattro) 3 procedimenti disciplinari, oltre a 8 pareri di legittimita' e a 5 elementi di risposta ad interrogazioni parlamentari; lo stesso magistrato dell'Avvocatura Generale Militare dello Stato di Verona, dottor Guido Corbo, secondo quanto riportato dal quotidiano l'Arena di Verona, avrebbe presentato un ricorso alla Corte di Cassazione per richiedere l'annullamento delle procedure di patteggiamento per i reati militari, a suo dire non applicabile nel Codice Penale Militare, ed avrebbe tra l'altro cosi' argomentato: "va infatti posto in rilievo che il patteggiamento trova la sua ragion d'essere in esigenze di speditezza e di semplificazione dei meccanismi processuali in funzione deflattiva dell'oneroso carico di lavoro degli uffici giudiziari ordinari, esigenze non rinvenibili negli organi giudiziari militari, i quali sia per numero, sia per la limitata consistenza del novero dei destinatari dei precetti penali militari, sia infine per la assai limitata tipologia dei reati previsti dalla legge penale militare, si connotano per un volume d'affari trattati non eccessivo.": e' inutile sottolineare che la procedura di patteggiamento ha il suo effetto abbreviante in sede di giudizio, e percio' ha il suo effetto abbreviante in sede di giudizio, r percio' il riferimento sopracitato e' da intendersi direttamente riferito non alle procure, ma alle sedi giudicanti, quali Tribunali e Corti d'Appello o di Cassazione; tale argomentazione, mentre conferma la necessita' di una razionalizzazione della struttura giudiziaria militare che potrebbe essere correttamente ottenuta con un suo assorbimento, come sezione speciale, nella magistratura ordinaria, dimostra una volta di piu' che, in assenza di tale assorbimento, ed accettando il principio, comunque confutabile, della possibilita' di ridurre la struttura giudiziaria militare senza pregiudicarne l'efficacia giurisdizionale, anche le ridondanze eliminabili non risiedono certo nella Procura di Padova o di La Spezia, meritevolmente attive sul fronte della repressione dei reati contro il patrimonio e la persona, ma semmai in certe procure d'Italia cosi' poco attive, o ancor di piu', in certi organi giudicanti superiori, come quelli sopracitati; in ogni modo, la pretestuosita' dei sopracitati provvedimenti di chiusura delle procure militari di Padova e La Spezia sarebbe confermata dal fatto che essi risultano completamente avulsi dal complessivo e razionale progetto di ordinarizzazione di tutta la Giustizia Militare, proposto proprio al Ministero della Difesa dalla "Commissione per lo Studio e la Stesura di uno schema di disegno di legge delega per una nuova Legislazione Militare di Pace", istituita nel 1992 dallo stesso Ministro: l'assorbimento della struttura giudiziaria militare in quella ordinaria, infatti, risolverebbe a monte qualsiasi supposta esigenza di riduzione di ridondanze, e contemporaneamente ridurrebbe ogni problema di carenza di uomini e strutture per l'esile amministrazione giudiziaria militare; proprio su questo progetto di ordinarizzazione, il C.M.M., nella citata seduta plenaria del 30 giugno 1994, richiamando analogo parere espresso gia' nella precedente consiliatura il 6 maggio 1993, ha espresso "sostanziale adesione all'iniziativa", sottolineando che, come gia' affermato nella seduta del 25 gennaio 1994, in assenza di significativi interventi di adeguamento che vadano non a restringere, bensi' a rafforzare l'attuale struttura giudiziaria almeno rispetto al personale civile e militare in servizio, era auspicabile" ... la formalizzazione di un disegno di legge che preveda una complessiva ed organica riforma della giustizia militare con conseguente confluenza di questa nella giustizia ordinaria" e che "In tale prospettiva, l'elaborato della Commissione ministeriale puo' costituire una utile base di lavoro per un disegno di legge." -: se il Ministro non intenda rendere nota al Parlamento la sua opinione sui fatti sopra descritti, informando sui reali motivi che ispirano il persistente tentativo di sopprimere la procura militare di Padova; se non intenda comunicare formalmente i suoi intendimenti in merito al progetto di ordinarizzazione della giustizia militare, per avviare rapidamente una iniziativa legislativa di riforma complessiva della struttura giudiziaria militare; se non intenda rispondere all'interpellanza n. 2-00142 del 27 luglio 1994; se non intenda rendere note quali iniziative intenda finalmente assumere, anche coinvolgendo il C.M.M., per tutelare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati della procura militare di Padova, e di tutta Italia; se non intenda promuovere una piu' generale campagna di sensibilizzazione interna all'Amministrazione Militare, per accrescere nella formazione del personale, soprattutto dirigente, la cultura del rispetto delle leggi e dei princi'pi di bilanciamento dei poteri, per cancellare le mentalita' di arbitrio assoluto nell'esercizio del ruolo di comando, ancora troppo diffuse nelle FF.AA. (2-00365)
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INTERPELLANZA 
CHIAVACCI FRANCESCA (PROG.FEDER.) 
DANIELI FRANCO (PROG.FEDER.) 
FRAGASSI RICCARDO (LEGA NORD) 
MATTIOLI GIANNI FRANCESCO (PROG.FEDER.) 
NAVARRA OTTAVIO (PROG.FEDER.) 
NOVELLI DIEGO (PROG.FEDER.) 
RODEGHIERO FLAVIO (LEGA NORD) 
STRIK LIEVERS LORENZO (FORZA ITALIA) 
VITO ELIO (FORZA ITALIA) 
BELLEI TRENTI ANGELA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
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DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 

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