INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01658 presentata da PALOMBA FEDERICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20090721

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-01658 presentata da FEDERICO PALOMBA martedi' 21 luglio 2009, seduta n.205 PALOMBA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: l'attuale assetto produttivo industriale di Porto Torres presenta le seguenti filiere, comprese le quantita' massime che si possano produrre: a) Eni Polimeri Europa: petrolchimica di base con steam cracker ed aromatici: 250 ktn/a di etilene che in parte e' utilizzato nel sito per la produzione di politene e in parte viene esportato ad Assemini, via nave, per produrre insieme al cloro, il dicloroetano; 120 ktn/a di propilene utilizzato in larga parte per la produzione del cumene (la quantita' eccedente viene esportata e venduta a terzi); 80 ktn/a di «taglio C4», butani, esportato in parte per successive lavorazioni su altri impianti di Polimeri Europa e in parte utilizzato per tenere la fuel gas di stabilimento; 230 ktn/a di benzina pirolitica che viene utilizzata come carica per l'impianto degli aromatici. L'impianto degli aromatici, alimentati dalla benzina pirolitica prodotta sul sito e con l'integrazione di altra proveniente da altri siti Polimeri Europa, produce: 200 ktn/a di benzene utilizzato nel sito per la produzione di Cumene; 65 ktn/a di toluene, venduto a terzi, le cui quantita' sono pero' fortemente variabili; taglio aromatici pesanti come ciclopentano e xilene che vengono esportati per successive lavorazioni in altri siti Polimeri Europa; impianto cumene: produzione di 470 ktn/a di cumene utilizzato in gran parte nel sito per la produzione di fenolo, con l'eccedenza inviata su altri impianti Polimeri Europa; impianto fenolo: 230 ktn/a prodotto a Porto Torres e totalmente esportato; impianto politene alta densita' (HDPE): 140 ktn/a di produzione e vendute nel resto d'Italia ed Europa; impianto gomme nitriliche (NBR): 30 ktn/a di gomme nitriliche prodotte a Porto Torres e vendute nel resto d'Italia e in Europa. Tale impianto, unico in Italia, in Europa ha un unico concorrente. Tale assetto pone la produzione al riparo dalle frequenti crisi di mercato. Ne e' esempio l'attuale situazione in cui la crisi di mercato attanaglia tutte le produzioni ad eccezione di tale linea; servizi ausiliari e logistica: a supporto delle linee produttive menzionate vi sono i servizi ausiliari tra cui: un pontile liquidi dotato di 5 punti di carico/scarico per navi fino a 80 ktn; una centrale termoelettrica per la produzione di energia elettrica e vapore con tre gruppi da 300 tn/h di vapore a 105 ate e 35 MW cadauno. Produzione di vapore a 36 ate, 10 ate e 2,5 ate utilizzato per la marcia degli impianti chimici; produzione di acqua demineralizzata sia per usi termici che per usi chimici con capacita' oltre gli 800 mc/h; stoccaggi serbatoi, con volume pari a 800.000 mc; tecnologia: l'assetto e' assai variegato, con tecnologia di alcuni impianti assai obsolete come, purtroppo, il cracking il quale ha necessita' di investimenti mirati per l'adeguamento tecnologico, ed altri aventi un livello di aggiornamento tale da essere proposti e venduti da Polimeri Europa sotto licenza sul mercato internazionale (fenolo e rumene). L'impianto nbr (gomme nitriliche) e' unico in Italia per tecnologia; l'indotto: le presenze medie di imprese terze di manutenzione e logistica sono pari a circa 500 unita'. A questi numeri vanno aggiunte altre 3 ditte di trasporti per la movimentazione di circa 500 tonnellate al giorno di prodotti solidi, societa' che eseguono attivita' di analisi di laboratorio per conto dello stabilimento e societa' che eseguono attivita' legate alla logistica marittima; b) Vinyls Italia ex Ineos Italia: impianti di vinil cloruro monomero (vcm) e poli vinil cloruro (pvc): le produzioni di questi impianti completano in Sardegna il ciclo del cloro. Sono produzioni fondamentali in quanto consentono l'utilizzo dell'etilene prodotto a Porto Torres dall'impianto del cracking e quello del dicloroetano prodotto ad Assemini con il cloro. La linea di produzione e' interconnessa tra i due stabilimenti e l'uno si integra con l'altro. L'etilene prodotto a Porto Torres viene trasportato ad Assemini, ove, utilizzandosi il cloro prodotto nello stesso sito, si trasforma in dicloroetano (dce). Tale prodotto viene trasportato a Porto Torres e si trasforma in vinil cloruro monomero che a sua volta viene trasformato in poli vinil cloruro, che e' l'ultimo anello della catena. Le quantita' in gioco sono 150 kt/a di produzione di vinil cloruro monomero e 80 kt/a di poli vinil cloruro. La sostenibilita' del progetto industriale a Porto Torres deve necessariamente vedere in marcia questa importante linea di produzione che, oltre a sostenere lo stabilimento di Assemini, ha stretti legami con quello di Porto Marghera. Non si ignora che nell'attuale assetto impiantistico e tecnologico lo stabilimento e' esposto a forti perdite economiche nei periodi di crisi che, in modo particolarmente evidente per il settore chimico, sono ciclici. Ma le cause di tale situazione sono da addebitarsi al progressivo disgregamento della struttura produttiva del sito, con una interminabile sequenza di fermate di impianti (fibre, cloro soda, centro ricerche, sasol, per citare gli ultimi dal 1998), senza che vi fosse, salva qualche rara eccezione, un'azione di aggiornamento tecnologico e potenziamento dei volumi degli impianti residui. Le criticita' presenti impongono la necessita' di conseguenti azioni ed ulteriori opportunita' legate alla specificita' del sito: steam cracker: i gap tecnologici di tale impianto, concentrati nei forni e nelle principali macchine, rappresentano, in termini economici, il 55 per cento circa della disefficienza dello stabilimento. L'azione conseguente sarebbe un investimento mirante al rinnovamento dei forni e di ammodernamento dei principali compressori, come gia' realizzato in tutti gli altri cracker d'Europa. Polimeri, nel suo primo piano industriale, aveva preventivato 100 milioni di euro anche per questo tipo di lavori. Attualmente di tale finanziamento non si sente piu' parlare; fenolo: l'impianto presenta un ottimo livello di tecnologia. Il problema in questo caso e' di natura esclusivamente commerciale, in quanto nello scenario a breve termine siamo in regime di eccesso di produzione. La soluzione a breve e' quindi uno sforzo sul piano commerciale e, a medio termine, l'integrazione con utilizzatori del prodotto, eventualmente con la realizzazione di impianti che ne integrino verticalmente l'utilizzo; gomme e polietilene: risultano interessanti iniziative di incremento della produzione in modo tale da ridurre l'incidenza dei costi fissi unitari. In aggiunta sono strategici, come detto per il fenolo, integrazioni con utilizzatori del prodotto che installino proprie facilities sul sito; servizi generali: il costo dell'energia elettrica e del vapore utilizzato nel sito e' fortemente penalizzato dalla mancata conversione dei gruppi termoelettrici convenzionali con utilizzo di olio combustibile a basso tenore di zolfo (btz) a turbogas con utilizzo di metano, come realizzato in tutti gli stabilimenti petrolchimici e di raffinazione Eni. Cio' e' causato dal mancato collegamento della Sardegna alla rete gas, con penalizzazione del costo dei prodotti dello stabilimento anche del 20 per cento rispetto alla concorrenza. In attesa del collegamento dell'isola alla rete del metano proveniente dall'Algeria e' indispensabile l'applicazione di un accordo di programma analogo a quanto previsto per Ineos e che veda riconosciuto uno sconto paritetico alla tariffa del chilowattora (75 euro a chilowattora); il conto economico del petrolchimico di Porto Torres ha avuto un peggioramento nel 2008 rispetto al 2007 di oltre 50 milioni di euro. Con questi dati e senza investimenti seri e certi lo stabilimento e' destinato ad incontrare ancor piu' serie difficolta', essendo stati i primi quattro mesi del 2009 ancora peggiori. Nell'ultimo incontro avvenuto nel mese di giugno 2009 tra Eni, Governo e organizzazioni di categoria nazionali, la stessa Eni ha confermato per Porto Torres un graduale e drammatico disimpegno; la mancanza di investimenti (100 milioni di euro promessi e mai investiti), il conto economico negativo e la mancanza di strategia a medio e lungo termine potrebbero, cosi', portare inesorabilmente alla chiusura di una realta' industriale che per il nord Sardegna rappresenta la sola unica fonte certa di reddito. Senza il petrolchimico di Porto Torres il nord Sardegna entrerebbe nel tunnel del dramma sociale; l'Eni e la sua consociata Polimeri Europa producono chimica in tutta Italia. In Sardegna Eni, attraverso Polimeri Europa e Syndial, e' presente a Porto Torres, Sarroch e Assemini. Lo stabilimento di Porto Torres rappresenta uno dei piu' grandi d'Italia. La forza lavoro impegnata in questo stabilimento e' cosi articolata: Polimeri Europa, 730 lavoratori; Vinyls Italia, 140 lavoratori; Syndial, 30 lavoratori; Asi-Asa, 30 lavoratori. Queste sono solo le principali aziende chimiche insediate nel sito di Porto Torres. Insieme a queste sono presenti: Isolanti italiani (isolamenti per l'edilizia), 30 lavoratori; Poliemme (polistiroli per uso alimentare), 20 lavoratori; Tecnicoop (lavorazione scarti pvc), 10 lavoratori; Turris Espansi (polistiroli per uso alimentare), 30 lavoratori; oltre a questi lavoratori diretti nello stabilimento di Porto Torres lavorano societa' di manutenzione (meccanica, elettro-strumentale, coibentazioni-ponteggi, bonifiche), trasporti, servizi per un totale, tra diretti e indotto, di circa 3500 lavoratori; l'Eni, societa' controllata dallo Stato, ha deciso di smantellare la chimica italiana, iniziando dallo stabilimento petrolchimico di Porto Torres. In tale disastrosa ipotesi nell'intera provincia di Sassari andrebbero a mancare circa 100 milioni di euro annui. Questa catastrofe sociale porterebbe al crollo totale dell'economia dell'intera provincia. L'intero sistema dei trasporti sia marittimo che terrestre subirebbe un gravissimo danno e la conseguente crisi dei consumi causerebbe la chiusura di decine di attivita' commerciali, artigianali e di servizi; si tratterebbe non di avere finanziamenti pubblici, ma che venissero effettivamente disposti gli investimenti gia' dichiarati dalla societa' Polimeri Europa e che, in quanto tali, darebbero risultati economici certi; l'ipotesi di accordo Ineos - Safi (Fiorenzo Sartor imprenditore che voleva rilevare la linea di produzione cloro, cloro derivati, pvc) - ENI che ha portato alla costituzione della societa' Vinyls Italia con l'intermediazione del Ministero dello sviluppo economico e' fallita prima ancora di iniziare. Purtroppo Ineos ha deciso di andare via dall'Italia e non c'e' nessun'altro imprenditore serio che abbia deciso di investire in questa linea produttiva; circa i rapporti tra Safi ed Eni (Polimeri e Syndial) relativi al debito residuo relativo alle forniture al 31 dicembre 2008, pari a circa 77 milioni di euro, si sa che verra' onorato da Safi con un piano di rientro di 10 milioni di euro entro aprile 2009, 5 milioni di euro entro il 31 luglio 2009 e 15 milioni di euro entro gennaio 2010. Dopo tale data resterebbero altre 30 rate mensili di pari importo per la differenza rimasta. Questo accordo di fatto sembra saltato ma rimangono sempre esigibili i debiti accumulati a suo tempo da Ineos; la societa' Vinyls Italia ha chiesto prima il fallimento e successivamente di essere ammessa all'amministrazione controllata per poter accedere ai benefici della cosiddetta legge «Prodi-bis»; al momento tutto il personale in cassa integrazione guadagni ordinaria della Polimeri Europa e' rientrato al lavoro. Gli impianti sono tutti in marcia tranne quello di cumene per il quale e' finita la fase di passivazione e che e' in stato di conservazione. Il personale ancora lavora nell'impianto ma da oggi e' iniziato lo spostamento di 5 risorse dal cumene all'impianto degli elastomeri in grossa carenza di organico e costretto a fermare per ogni fine settimana; l'impianto del fenolo e' rimasto in marcia fino a giugno; gli impianti di polivinil cloruro e vinil cloruro monomero di proprieta' della societa' Vinyls sono fermi oramai da 2 mesi e il personale dei due impianti e' in sciopero da tre settimane. L'azienda ha chiesto la precettazione del personale da parte dei Prefetto di Sassari. Allo stato attuale i due impianti sono in fase di bonifica. I lavoratori chiedono che l'amministrazione controllata di Vinyls Italia garantisca la continuita' produttiva e non precluda la realizzazione degli investimenti necessari per la realizzazione del piano industriale dei ciclo cloro-cloro derivati coi relativi «sbottigliamenti» nel sito di Porto Torres; secondo quanto risulta nelle relative piattaforme sindacali, i lavoratori rivendicano dal Governo e dall'Eni la riapertura degli impianti degli intermedi ed il rafforzamento del cracking, condizione senza la quale il petrolchimico sarebbe messo nella condizione di chiudere e trascinerebbe nel disastro anche la linea cloro derivati a livello piu' complessivo a prescindere da eventuali soluzioni positive ad essa dedicate; ai primi di luglio 2009, in un tavolo ministeriale, l'Eni ha dichiarato al ministro Scajola la decisione di fermare per almeno due mesi l'impianto di etilene di Porto Torres. Dal punto di vista tecnico sia chiaro che cio' significherebbe la fermata di tutto il petrolchimico, ad eccezione di alcuni impianti di servizi, con una tempistica molto aleatoria che non prevede il riavvio. Tale decisione e' stata respinta con forza dalle organizzazioni sindacali e dalla politica locale, provinciale e regionale sia di maggioranza sia di opposizione, in quanto cio' costituirebbe il drammatico segno di una volonta' effettiva di smantellamento della industria chimica e di ritirata dell'Eni dalla Sardegna, che produrrebbe la desertificazione produttiva e sociale; l'annuncio e' caduto in una situazione di fortissima tensione sociale per la gravissima crisi dell'industria sarda, che ha gia' visto la chiusura di numerosi impianti nel Sulcis Iglesiente; la grande mobilitazione degli stati generali sardi, dalle forze politiche a quelle sociali, comprese le grandi manifestazioni dei lavoratori anche sulle strade ed a presidio delle fabbriche, sono significative del fortissimo allarme presente in tutta la Sardegna, in cui l'industria e' fattore essenziale di stabilizzazione del lavoro, del reddito e dello sviluppo, non essendo assolutamente sufficienti altre attivita' produttive; e' opinione diffusissima, e lo e' certamente dell'interrogante, che quell'infausta e perniciosa decisione debba essere immediatamente revocata e che, comunque, neppure l'immediata revoca della decisione di chiusura sarebbe da sola sufficiente potendo apparire come un temporaneo sollievo al solo scopo di ridurre la tensione, ma al di fuori della decisione generale dell'Eni di confermare la sua volonta' di garantire la continuazione dell'impegno nella chimica, almeno in Sardegna, insieme al mantenimento in funzione degli impianti; decisione che rappresenta l'unica e vera grande posta in gioco nella straordinaria vertenza in atto; e' parimenti essenziale che Eni confermi ed amplifichi gli investimenti che circa un anno fa aveva previsto per Porto Torres e che erano pari a 100 milioni di euro, senza scambi di carattere industriale. La politica dei due tempi ha sempre portato alla chiusura dell'esistente e alla non realizzazione del promesso: pur se non si ignora che il Governo avrebbe in passato autorizzato l'Eni, nel suo piano industriale, a dismettere la chimica come attivita' produttiva, si deve tuttavia affermare con forza che lo stesso Governo puo' invece esercitare ogni intervento, e persino pressione affinche' l'Eni stesso mantenga la sua attivita' nella chimica, almeno in Sardegna, considerato anche che lo stesso Ente ricava importanti profitti dall'attivita' nel settore dell'energia e che, con adeguati investimenti, puo' comunque essere competitivo anche nel mercato della chimica; ancor piu' tale intervento si appalesa essenziale per evitare la dismissione dell'impegno italiano in un settore altamente strategico quale quello della chimica; l'interrogante e' certo che il Governo sia consapevole che, nel caso in cui l'Eni non dovesse mantenere l'impegno nel settore della chimica in Sardegna, l'isola andrebbe incontro ad una disoccupazione sempre piu' selvaggia che potrebbe determinare gravi preoccupazioni e conseguenze incalcolabili sulla pace sociale, non essendo il tessuto socioeconomico sardo in grado di assorbire i disoccupati dell'industria e di sopportarne il grave carico umano ed economico: situazione che potrebbe degenerare, dato lo stato di piu' che comprensibile esasperazione della comunita' sarda, pienamente solidale con i lavoratori e le loro famiglie -: quali siano gli intendimenti del Governo in relazione a quanto riportato in premessa e se intenda esercitare ogni influenza presso l'Eni affinche' revochi la decisione di chiudere per due mesi l'impianto del cracking e confermi, invece, la volonta' di mantenere il suo impegno nel settore strategico della chimica, almeno in Sardegna; se il Governo intenda assumere iniziative volte a promuovere e condurre a buon fine un tavolo nazionale sulla chimica presso la sede di palazzo Chigi nel quale assumere decisioni e dare rassicurazioni cogenti per l'Eni.(5-01658)
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