INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17075 presentata da CITO GIANCARLO (MISTO) in data 19980427
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Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: l'interrogante ha ricevuto nel pomeriggio del 10 marzo 1998, intorno alle 17 circa, la lettera di un detenuto nella casa circondariale di Taranto, in regime di carcerazione preventiva dal 7 novembre 1996, nella quale il firmatario denunciava di aver visto respingere ogni istanza presentata dai suoi difensori al pubblico ministero della Procura presso il Tribunale, dottor Pietro Argentino, nonostante le pessime condizioni di salute in cui versava; alla citata lettera erano allegate due perizie mediche - una effettuata dal dottor Maurizio Chironi, medico legale, in data 7 novembre 1997 su incarico del gip del tribunale di Lecce, l'altra condotta, su richiesta dei difensori del detenuto in data 23 dicembre 1997, dal dottor Francesco Scapati, psichiatra forense - entrambe con un quadro clinico allarmante sulle condizioni di salute dell'interessato; gia' il dottor Chironi scriveva nella sua perizia che "la detenzione si ritiene essere una condizione non compatibile con l'attuale stato psico-fisico del periziando"; in seguito alla successiva visita a cui il detenuto e' stato sottoposto dal dottor Scapati, quest'ultimo, nel condividere "il giudizio di non compatibilita' delle attuali condizioni di salute del paziente con il regime carcerario gia' espresse dal dottor Chironi nella sua relazione medico-legale", segnalava la necessita' "che il paziente venga ricoverato in una idonea struttura ospedaliera dove il paziente possa effettuare accertamenti complessi legati in primo luogo alla condizione di anoressia e dimagrimento (venti chili persi dall'inizio della detenzione e sette chili nell'ultimo mese), alla rilevante sindrome depressiva osservata (alla quale va verosimilmente ricondotta la condizione di anoressia ove non si dimostrasse legata a cause organiche) ed agli altri disturbi metabolici (diabete mellito, dislipidemia) e psicosomatici (psoriasi), nonche' ad eventuali disturbi psicoorganici (Tac cranio con lieve atrofia cerebrale corticale)"; resosi conto della drammatica situazione in cui versava il firmatario della lettera, l'interrogante ha deciso di recarsi a fargli visita nella casa circondariale l'indomani mattina ed ha fatto inoltrare all'autorita' carceraria la richiesta di permesso ad accompagnarlo per una troupe di una emittente televisiva locale; in conseguenza di cio' la visita programmata alla casa circondariale di Taranto non ha avuto piu' motivo di effettuarsi giacche' la mattina fissata il detenuto in oggetto e' stato in tutta urgenza ricoverato nella sezione carceraria del Policlinico di Bari; inoltre, alla richiesta della citata emittente televisiva non e' stato dato riscontro se non dopo oltre un mese (vale a dire in data 14 aprile 1998, Fono n. 532 del 1998) quando via fax e' stato comunicato dalla segreteria stampa del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del ministero di grazia e giustizia, a firma del magistrato addetto, che il dipartimento, "sentita l'A.G. procedente", non riteneva "opportuno" autorizzarla "per motivi di riservatezza processuale"; l'improvvisa sollecitudine con cui e' stato predisposto il ricovero - dopo ben quattro mesi di dinieghi opposti nonostante le reiterate autorevoli ed attendibili perizie mediche - solleva ed avvalora il sospetto che si sia voluto porre riparo in extremis a una situazione di inammissibile volonta' persecutoria e in quanto tale, secondo l'interrogante, arbitraria e illegale, da parte del pubblico ministero dottor Pietro Argentino; tale legittimo sospetto riceve conferma dal giudizio di "inopportunita'" opposto - con grave e incomprensibile ritardo - dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria alla richiesta di riprese televisive, sulla base di non altrimenti esplicitati "motivi di riservatezza processuale" e soprattutto in virtu' della posizione assunta dalla "A.G. procedente"; il comportamento tenuto dal citato dottor Pietro Argentino nella vicenda teste' descritta e' secondo l'interrogante fortemente censurabile, in quanto indice di un uso scorretto degli strumenti giurisdizionali affidati al magistrato; avvalora vieppiu' la convinzione che il dottor Pietro Argentino sia aduso ad un impiego scorretto e inammissibile dei suoi poteri giurisdizionali il fatto che egli avrebbe affermato, nel corso di una udienza davanti al tribunale della liberta', svoltasi il 19 febbraio 1998, nel chiedere la conferma dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcuni imputati, che il carcere era "probabilmente poca cosa" per quegli indagati, e che sarebbe potuto "non bastare" -: quali siano le valutazioni del Governo su quanto premesso e se, alla luce dei fatti esposti, non ritenga doveroso e urgente disporre un intervento volto ad accertare gli eventuali abusi posti in essere dal magistrato citato, in servizio presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Taranto, nonche' ad evitare che nella segnata procura si perpetui un uso scorretto e condannabile della legge e delle facolta' giurisdizionali. (4-17075)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17075 presentata da CITO GIANCARLO (MISTO) in data 19980427
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19980427-19990326
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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2014-05-15T11:37:06Z
4/17075
CITO GIANCARLO (MISTO)
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MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
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