INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14111 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20111201

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14111 presentata da GIORGIO JANNONE giovedi' 1 dicembre 2011, seduta n.556 JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: compresa tra la Lanterna e l'aeroporto Cristoforo Colombo, Sampierdarena, a Genova, e' una storica e'nclave strappata all'assedio del dominante tifo genoano grazie alla sua storia diversa: qui nacque l'Uc Sampdoria, nel 1946, fondendo la Sampierdarenese e l'Andrea Doria, societa' dell'Ottocento, oggi, e' un quartiere ad appannaggio di baby gang. I giovani che vi abitano provengono soprattutto dal Sud America; insieme alle loro famiglie hanno portato le loro abitudini nella citta' riservata e iniziato a cambiare i nomi dei quartieri. In seguito, pero', sono arrivati gli scontri alla sudamericana: mazze da baseball, coltelli, forchette arrotate. A seguire gli omicidi, tre in sei anni. L'ultima rissa tra Latin e Diamantes sull'autobus numero uno in movimento ha sfondato un bus e terrorizzato i passeggeri. Bastoni tra le mani dei sudamericani sopra il mezzo, spranghe per chi stava sotto. Non e' noto perche' Genova, la citta' che non figlia piu', ha conosciuto in anteprima il fenomeno delle pandillas, le bande latine. In questa citta' i sudamericani migranti hanno fondato alla fine dei Novanta, prima nel centro storico poi spostandosi per contagio verso Ponente, le gang-nazione ispirate alle citta' di provenienza: a Quito, a Medellin, a Puerto Rico e ancor piu' a Chicago, approdo delle bande negli anni Quaranta. Si autodefiniscono gang-nazione perche' il cordone ombelicale - il paese di provenienza - e' presente in ogni azione e nei riti: «Siamo un gruppo di persone, una raza, con un solo governo»; grazie a un enorme flusso migratorio iniziato nel 1999 con il crollo dell'Ecuador dollarizzato (il 27 per cento delle persone lascio' il paese), a Genova si e' sistemata la comunita' ecuadoriana piu' grande d'Italia: ventimila persone. È di gran lunga il ceppo straniero piu' importante della citta', da solo vale il tre per cento. La meta' abbondante degli studenti forestieri, oggi, viene dall'Ecuador, e per loro Genova non ha molto da offrire. «Ho solo amici sudamericani ed e' meglio cosi', non devo imparare una nuova lingua», dicono gli adolescenti: «Appena salgo sul bus i vecchi cercano con la mano il loro portafogli, per proteggerlo». Gli ecuadoriani di primo sbarco sono tutti sotto i quarant'anni e con low cost successivi hanno fatto arrivare le mogli, i figli, i cugini, i nipoti. Hanno trovato tutti lavoro in una citta' in crisi strutturale e dentro una crisi mondiale. A Sampierdarena e al Campasso, alla Certosa, a Rivarolo, oltre la ferrovia alla Fiumara si stanno comprando il loro «due camere e salotto». Lo raccontano all'immobiliare casa latina, dove le impiegate sono sudamericane: «Vendiamo otto appartamenti al mese, quando un'agenzia con una clientela italiana ne vende solo due». In questa semiperiferia post-industriale 75 metri quadrati costano 180 mila euro. Gli ecuadoriani, comunita' in salute, insieme al pan duce hanno importato Latin King e Vatos Locos, Manhattan e Los Diamantes. Sono bande violente formate a Quito e a Guayaquil, citta', tra l'altro, con un'ampia comunita' genovese. Lo sono diventate anche a Genova. Le pandillas da esportazione hanno affinato gli interessi, i territori da controllare e tutti i fine settimana fanno registrare numerosi scontri; nel maggio del 2006 un'operazione del commissariato di Pre', diventata tesi di studio giudiziario, certifico' in citta' 435 affiliati e diciassette bande. È l'ultimo dato conosciuto. Cinque anni fa in giro per le strade di Genova c'erano quattromila ragazzi sudamericani, uno su nove stava in una gang e le cose - dicono gli esperti - non sono cambiate. Furono quattordici gli arrestati allora, perlopiu' adolescenti. Tra loro, i capi ventenni dei Latin e dei Netas (significa «La nuova vita», ma anche «Lotta e resistenza»). La polizia conto' trentotto episodi criminali, sequestro' mazze ferrate, una pistola. L'operazione Pandillas aveva seguito l'operazione Colors, ed entrambe per i loro aspetti folk e tribali, i riti di iniziazione, gli stupri delle donne costrette ad aderire, erano planate sui notiziari della Cnn. Quindi nelle case di Quito, Medellin, Chicago. Il messaggio era arrivato: i ragazzi migranti continuavano a dettare legge lontano, ricevevano le strategie dai «capi supremi» e le imponevano sul nuovo territorio. Di piu', iniziavano ad affiliare disadattati italiani. Dopo la Cnn arrivarono i dibattiti in consiglio comunale, gli interventi della prefettura e dell'universita' di Genova, quindi le iniziative del centro sociale Zapata e dei ricercatori marxisti. Una coltellata in via di Sampierdarena, in una notte di festa allo Zapata, diede la morte a Stefano Perez Soto, 17 anni. Dicembre 2009, era il terzo omicidio nella storia genovese delle pandillas. Seguiva il ragazzo colombiano ucciso alla discoteca Victor Latino (in centro, nel 2003) e l'operaio dominicano all'Estrella (al porto, nel 2008). Il colpo al cuore di Perez Soto spezzo' la tela dell'integrazione; le gang tornarono a picchiarsi in strada, con nuovi protagonisti come i Diamantes, cresciuti a Cornigliano sulle ceneri dei Rebeldes, a sfidare gli eterni Latin Kings; con quella morte il fenomeno delle baby gang sudamericane a Genova si e' parcellizzato senza spegnersi, frantumandosi in cento ritorsioni. Nelle ultime due stagioni, inoltre, si sono intensificati i gesti brutali compiuti per meritare di essere accolti in banda: ecuadoriani hanno pestato a sangue due clochard rumeni nei giardinetti della stazione Brignole e il barista intervenuto per difenderlo. Il pubblico ministero Patrizia Petruzziello definisce le bande che ha affrontato in alcuni processi «istituzioni clandestine dove si gestisce una giustizia interna con atteggiamenti fortemente omertosi». Global gang, ma anche mafie latine; se Genova e' la culla delle gang sudamericane in Italia, oggi e' Milano la citta' dove sono piu' agguerrite. I gruppi rivali si contendono a colpi di coltello o di spranga i mezzanini del metro' o le piazze e i parcheggi di periferia. In palio il controllo delle rapine e dello spaccio di cocaina. Il commissariato Mecenate, Milano orientale a corona dell'aeroporto di Linate, ha sequestrato immagini dure ed esplicite girate dagli affiliati. Si vedono donne costrette a prendersi cinghiate per guadagnare l'ingresso nel gruppo e, quindi, a loro volta pronte agli scontri piu' cattivi. Le pandillas qui sono diventate organizzazioni criminali che si mantengono spacciando cocaina (sempre all'interno del gruppo sudamericano, mai in piazza) e realizzando rapine in strada con una frequenza impressionante; al commissariato Mecenate, che tra maggio e giugno ha chiuso due operazioni anti-gang, spiegano come l'ultima modalita' di attacco dei «piranhas» si consumi nei parcheggi: coltello alla mano, si spoglia un ragazzo, una donna, un anziano e ci si fanno consegnare le chiavi dell'auto con cui si andra' a svaligiare una banca. Sette colpi li hanno realizzati cosi'. Nelle ultime stagioni, si sono contati sei omicidi da gang tra Milano e la sua provincia, l'ultimo ad agosto in Brianza, a Sovico. Sfondo naturale di questa violenza sono rimasti gli scontri tra peruviani ed ecuadoriani, i Commando e i Netas. Si contendono mezzanini del metro' milanese e piazze di periferia. Alcuni psicologi hanno provato a seguire le famiglie immigrate di questi ragazzi violenti e ora spiegano: «L'arrivo in Italia degli adolescenti e' troppo duro, spaesante. Il rifugio nella banda diventa un approdo naturale. Noi chiediamo alle loro madri di educarli da capo, partorirli una seconda volta». Gli anni piu' recenti hanno visto lo sbarco a Milano dei duri Trinitarios (dominicani) e dei salvadoregni Ms, i Mara Salvatrucha, Maria salvatrice. Dio e la madonna, patria e liberta'. Molti di loro si sono forgiati nei dodici anni di sanguinosa guerra civile del Salvador e poi hanno messo base a Los Angeles per diventare una gang criminale capace di affiliare mezzo milione di ragazzi. Lo sbarco in Europa e' questione degli ultimi mesi. Ai Trinitarios apparteneva il dominicano di 21 anni che fece fuori un egiziano in via Padova, lo scorso febbraio -: quali interventi il Ministro intenda adottare al fine di creare gli strumenti adeguati al contrasto e allo sradicamento delle baby gang sud americane nel Nord Italia. (4-14111)
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