_:B19203b1f49f54209b83a340504c475ce "Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedi' 16 luglio 2012 nell'allegato B della seduta n. 666 All'Interrogazione 4-14111\n presentata da GIORGIO JANNONE Risposta. - Con l'interrogazione in esame l'interrogante chiede quali iniziative intende assumere il Governo per contrastare e smantellare le «baby gang» costituite da cittadini di origine sud americana presenti nel nord Italia. Al riguardo, assicuro che le problematiche connesse alla presenza delle «bande» e' alla costante attenzione delle autorita' di pubblica sicurezza e delle Forze di polizia, le quali effettuano un costante monitoraggio della loro attivita', anche al fine di prevenire i comportamenti illeciti e antisociali. Peraltro, l'azione delle forze dell'ordine, negli ultimi anni, ha permesso di consegnare quasi sempre alla giustizia gli autori dei reati perpetrati da componenti dei citati sodalizi. L'attivita' di contrasto condotta dagli uffici investigativi territoriali della Polizia di Stato ha rilevato che figli minorenni di extracomunitari prevalentemente di nazionalita' ecuadoriana, peruviana e cinese - residenti per lo piu' nelle grandi citta' del nord e del centro Italia quali Genova, Milano, Torino e Roma - tendono ad aggregarsi in bande, attraverso le quali si rendono corresponsabili di comportamenti violenti posti in essere prevalentemente ai danni di giovani connazionali. L'aumento degli episodi delittuosi ha indotto le Forze di polizia a confrontarsi con il nuovo fenomeno, studiandone le caratteristiche al fine di adottare adeguati dispositivi di contrasto. Gli investigatori hanno individuato tali bande, denominate «pandillas», le quali sono dotate di proprie simbologie e presenti in determinati quartieri, in contrapposizione ad altri gruppi. Queste formazioni richiamano lo schema tipico delle bande giovanili di strada sudamericane, presenti negli anni sessanta anche negli Stati Uniti d'America, ove si erano inizialmente costituite nella commissione dei piu' svariati tipi di reati. Le attivita' criminali poste in essere dalle bande in parola hanno interessato, soprattutto, le grandi citta' del Nord, in particolare Genova e Milano, ove storicamente e' forte la presenza delle comunita' latinoamericane. Nella citta' di Milano agiscono le «bande» denominate «Comando», composta per lo piu' da peruviani, e la «latin king» collegata alle compagini liguri di Genova e Chiavari, formata da circa ottanta affiliati principalmente ecuadoriani e' divisa nei gruppi «New York», «Chicago» e «Luzbel». Le citate «bande» sono costantemente monitorate sia dalla locale squadra mobile, che da diversi commissariati, in primis dal commissariato di pubblica sicurezza «Mecenate». Nel novembre del 2005 e' stato istituito, in seno alla squadra mobile, un gruppo di lavoro dedicato ai fenomeni criminali che vedono coinvolti soggetti di origine latino americana, la cui attivita' ha reso possibile la individuazione della descritta articolazione delle gang. Il suddetto gruppo di lavoro, nel corso degli anni, ha anche svolto un'attivita' informativa che ha portato a censire gli affiliati alle singole bande, che sono in continua evoluzione nel numero e nelle alleanze. Nella citta' di Genova, invece, sono presenti le «bande» note con i nomi di «latin king's», «Netas», «Vatos Locos» e «Diamantes», i cui componenti sono quasi esclusivamente figli di immigrati sudamericani. I «latin king's», gruppo dominante e numericamente piu' importante, e' presente sin dal 2004. Le «bande» generano allarme sociale sia per la commissione di reati di tipo predatorio che per i violenti scontri che si consumano tra componenti di gang differenti. Tra i reati contro la persona, e' stato rilevato che spesso le violenze sessuali, anche di gruppo, commesse da ragazzi sudamericani, sono perpetrate in pregiudizio di connazionali, in diversi casi anche di minore eta'. L'azione di controllo e di contrasto da parte delle Forze di polizia garantisce un costante monitoraggio delle dinamiche interne ai singoli gruppi e delle tensioni fra le diverse compagini; cio' anche grazie all'istituzione all'interno della sezione «reati contro la persona» di un apposito gruppo di lavoro dedito all'analisi dei dati ed al contrasto alle fattispecie di reato consumate. Le prime operazioni di polizia denominate «Pandillas» e «latin king», svolte nelle due metropoli nei confronti delle citate «bande», risalgono al 2006. Tali operazioni portarono all'arresto di numerosi individui, tra cui alcuni minorenni, responsabili di gravi reati. Nel corso degli anni numerose sono state le indagini che hanno portato all'arresto di componenti delle «bande» nelle due citta', l'ultima il 7 febbraio scorso, quando personale della squadra mobile di Milano e del locale commissariato di pubblica sicurezza «Mecenate» ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e un decreto di fermo di indiziato di reato nei confronti di 27 soggetti, di cui 7 minorenni (destinatari della misura cautelare della «permanenza in casa») originari di Peru', Ecuador ed El Salvador, presunti responsabili di reati, quali il tentato omicidio; i fatti contestati risalgono al periodo settembre-novembre 2011. Il Ministero dell'interno ha da tempo avviato numerose iniziative finalizzate alla prevenzione dei fenomeni legati alla «devianza» minorile, rientranti nel piu' ampio quadro degli interventi diretti ad affrontare, con criteri specialistici, le multiformi problematiche concernenti i minori. Sin dal 1996, nell'ambito del «Progetto Arcobaleno», sono stati costituiti gli «uffici minori» presso le Questure; dal 30 ottobre 1998, con decreto del Ministro dell'interno, sono operative presso le squadre mobili anche le «Sezioni specializzate» nelle indagini concernenti lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia ed il turismo sessuale in danno di minori. Mentre gli uffici minori, incardinati nelle divisioni anticrimine delle Questure, acquisiscono e analizzano informazioni concernenti le indagini condotte da tutti gli organismi investigativi della provincia e promuovono iniziative di carattere preventivo da avviare con enti pubblici e privati, impegnati nel settore minorile, le «sezioni specializzate» svolgono esclusivamente attivita' investigativa. A livello centrale, all'interno del servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, opera la «sezione minori», che svolge un'azione di monitoraggio degli episodi delittuosi al fine di dare impulso e coordinare le attivita' investigative degli organi territoriali, impegnati nel contrasto di tali fenomenologie delittuose. Per concretizzare innovativi percorsi di educazione alla legalita' e favorire la crescita, nelle nuove generazioni, della consapevolezza di una polizia vicina alla gente, sono state avviate proficue intese con il Ministero della pubblica istruzione e con il comitato italiano per l'Unicef che, dal 2001, hanno portato alla realizzazione del progetto «Il poliziotto: un amico in piu'», tuttora attivo, che si articola in visite presso le strutture di polizia da parte dei ragazzi, incontri nelle scuole, concorsi di disegno, la distribuzione di «gadget» e materiali informativi. Ulteriori iniziative sono state intraprese a livello territoriale, in particolare, d'intesa con diversi uffici scolastici provinciali, le questure organizzano periodicamente incontri tra operatori di polizia e classi di studenti, sia presso le scuole che presso le strutture della polizia di Stato; nel corso degli incontri vengono illustrate le possibili situazioni di rischio per i bambini, fornendo appropriati suggerimenti per evitarle. Negli anni scorsi il servizio centrale operativo ha realizzato un dispositivo di carattere investigativo e preventivo. L'iniziativa, denominata «progetto Davide», era rivolta a compulsare l'azione di contrasto delle squadre mobili affinche' sviluppassero ogni iniziativa ritenuta valida per contrastare dette forme delittuose, operando, per i profili di competenza, in sinergia con la polizia postale e delle comunicazioni. In detto contesto, gli uffici minori delle divisioni anticrimine, nello stesso periodo, hanno intensificato l'azione di prevenzione, con particolare riguardo al fenomeno del «bullismo» nelle scuole, finalizzata a diffondere la cultura della legalita' nel mondo giovanile. L'attivita' di contrasto dei reati commessi dai minori e' attentamente monitorata dal predetto servizio attraverso l'analisi delle segnalazioni provenienti dagli uffici investigativi territoriali. Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano." . _:B19203b1f49f54209b83a340504c475ce "20120716" . _:B19203b1f49f54209b83a340504c475ce "SOTTOSEGRETARIO DI STATO INTERNO" . _:B19203b1f49f54209b83a340504c475ce . . "JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14111 presentata da GIORGIO JANNONE giovedi' 1 dicembre 2011, seduta n.556 JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: compresa tra la Lanterna e l'aeroporto Cristoforo Colombo, Sampierdarena, a Genova, e' una storica e'nclave strappata all'assedio del dominante tifo genoano grazie alla sua storia diversa: qui nacque l'Uc Sampdoria, nel 1946, fondendo la Sampierdarenese e l'Andrea Doria, societa' dell'Ottocento, oggi, e' un quartiere ad appannaggio di baby gang. I giovani che vi abitano provengono soprattutto dal Sud America; insieme alle loro famiglie hanno portato le loro abitudini nella citta' riservata e iniziato a cambiare i nomi dei quartieri. In seguito, pero', sono arrivati gli scontri alla sudamericana: mazze da baseball, coltelli, forchette arrotate. A seguire gli omicidi, tre in sei anni. L'ultima rissa tra Latin e Diamantes sull'autobus numero uno in movimento ha sfondato un bus e terrorizzato i passeggeri. Bastoni tra le mani dei sudamericani sopra il mezzo, spranghe per chi stava sotto. Non e' noto perche' Genova, la citta' che non figlia piu', ha conosciuto in anteprima il fenomeno delle pandillas, le bande latine. In questa citta' i sudamericani migranti hanno fondato alla fine dei Novanta, prima nel centro storico poi spostandosi per contagio verso Ponente, le gang-nazione ispirate alle citta' di provenienza: a Quito, a Medellin, a Puerto Rico e ancor piu' a Chicago, approdo delle bande negli anni Quaranta. Si autodefiniscono gang-nazione perche' il cordone ombelicale - il paese di provenienza - e' presente in ogni azione e nei riti: «Siamo un gruppo di persone, una raza, con un solo governo»; grazie a un enorme flusso migratorio iniziato nel 1999 con il crollo dell'Ecuador dollarizzato (il 27 per cento delle persone lascio' il paese), a Genova si e' sistemata la comunita' ecuadoriana piu' grande d'Italia: ventimila persone. È di gran lunga il ceppo straniero piu' importante della citta', da solo vale il tre per cento. La meta' abbondante degli studenti forestieri, oggi, viene dall'Ecuador, e per loro Genova non ha molto da offrire. «Ho solo amici sudamericani ed e' meglio cosi', non devo imparare una nuova lingua», dicono gli adolescenti: «Appena salgo sul bus i vecchi cercano con la mano il loro portafogli, per proteggerlo». Gli ecuadoriani di primo sbarco sono tutti sotto i quarant'anni e con low cost successivi hanno fatto arrivare le mogli, i figli, i cugini, i nipoti. Hanno trovato tutti lavoro in una citta' in crisi strutturale e dentro una crisi mondiale. A Sampierdarena e al Campasso, alla Certosa, a Rivarolo, oltre la ferrovia alla Fiumara si stanno comprando il loro «due camere e salotto». Lo raccontano all'immobiliare casa latina, dove le impiegate sono sudamericane: «Vendiamo otto appartamenti al mese, quando un'agenzia con una clientela italiana ne vende solo due». In questa semiperiferia post-industriale 75 metri quadrati costano 180 mila euro. Gli ecuadoriani, comunita' in salute, insieme al pan duce hanno importato Latin King e Vatos Locos, Manhattan e Los Diamantes. Sono bande violente formate a Quito e a Guayaquil, citta', tra l'altro, con un'ampia comunita' genovese. Lo sono diventate anche a Genova. Le pandillas da esportazione hanno affinato gli interessi, i territori da controllare e tutti i fine settimana fanno registrare numerosi scontri; nel maggio del 2006 un'operazione del commissariato di Pre', diventata tesi di studio giudiziario, certifico' in citta' 435 affiliati e diciassette bande. È l'ultimo dato conosciuto. Cinque anni fa in giro per le strade di Genova c'erano quattromila ragazzi sudamericani, uno su nove stava in una gang e le cose - dicono gli esperti - non sono cambiate. Furono quattordici gli arrestati allora, perlopiu' adolescenti. Tra loro, i capi ventenni dei Latin e dei Netas (significa «La nuova vita», ma anche «Lotta e resistenza»). La polizia conto' trentotto episodi criminali, sequestro' mazze ferrate, una pistola. L'operazione Pandillas aveva seguito l'operazione Colors, ed entrambe per i loro aspetti folk e tribali, i riti di iniziazione, gli stupri delle donne costrette ad aderire, erano planate sui notiziari della Cnn. Quindi nelle case di Quito, Medellin, Chicago. Il messaggio era arrivato: i ragazzi migranti continuavano a dettare legge lontano, ricevevano le strategie dai «capi supremi» e le imponevano sul nuovo territorio. Di piu', iniziavano ad affiliare disadattati italiani. Dopo la Cnn arrivarono i dibattiti in consiglio comunale, gli interventi della prefettura e dell'universita' di Genova, quindi le iniziative del centro sociale Zapata e dei ricercatori marxisti. Una coltellata in via di Sampierdarena, in una notte di festa allo Zapata, diede la morte a Stefano Perez Soto, 17 anni. Dicembre 2009, era il terzo omicidio nella storia genovese delle pandillas. Seguiva il ragazzo colombiano ucciso alla discoteca Victor Latino (in centro, nel 2003) e l'operaio dominicano all'Estrella (al porto, nel 2008). Il colpo al cuore di Perez Soto spezzo' la tela dell'integrazione; le gang tornarono a picchiarsi in strada, con nuovi protagonisti come i Diamantes, cresciuti a Cornigliano sulle ceneri dei Rebeldes, a sfidare gli eterni Latin Kings; con quella morte il fenomeno delle baby gang sudamericane a Genova si e' parcellizzato senza spegnersi, frantumandosi in cento ritorsioni. Nelle ultime due stagioni, inoltre, si sono intensificati i gesti brutali compiuti per meritare di essere accolti in banda: ecuadoriani hanno pestato a sangue due clochard rumeni nei giardinetti della stazione Brignole e il barista intervenuto per difenderlo. Il pubblico ministero Patrizia Petruzziello definisce le bande che ha affrontato in alcuni processi «istituzioni clandestine dove si gestisce una giustizia interna con atteggiamenti fortemente omertosi». Global gang, ma anche mafie latine; se Genova e' la culla delle gang sudamericane in Italia, oggi e' Milano la citta' dove sono piu' agguerrite. I gruppi rivali si contendono a colpi di coltello o di spranga i mezzanini del metro' o le piazze e i parcheggi di periferia. In palio il controllo delle rapine e dello spaccio di cocaina. Il commissariato Mecenate, Milano orientale a corona dell'aeroporto di Linate, ha sequestrato immagini dure ed esplicite girate dagli affiliati. Si vedono donne costrette a prendersi cinghiate per guadagnare l'ingresso nel gruppo e, quindi, a loro volta pronte agli scontri piu' cattivi. Le pandillas qui sono diventate organizzazioni criminali che si mantengono spacciando cocaina (sempre all'interno del gruppo sudamericano, mai in piazza) e realizzando rapine in strada con una frequenza impressionante; al commissariato Mecenate, che tra maggio e giugno ha chiuso due operazioni anti-gang, spiegano come l'ultima modalita' di attacco dei «piranhas» si consumi nei parcheggi: coltello alla mano, si spoglia un ragazzo, una donna, un anziano e ci si fanno consegnare le chiavi dell'auto con cui si andra' a svaligiare una banca. Sette colpi li hanno realizzati cosi'. Nelle ultime stagioni, si sono contati sei omicidi da gang tra Milano e la sua provincia, l'ultimo ad agosto in Brianza, a Sovico. Sfondo naturale di questa violenza sono rimasti gli scontri tra peruviani ed ecuadoriani, i Commando e i Netas. Si contendono mezzanini del metro' milanese e piazze di periferia. Alcuni psicologi hanno provato a seguire le famiglie immigrate di questi ragazzi violenti e ora spiegano: «L'arrivo in Italia degli adolescenti e' troppo duro, spaesante. Il rifugio nella banda diventa un approdo naturale. Noi chiediamo alle loro madri di educarli da capo, partorirli una seconda volta». Gli anni piu' recenti hanno visto lo sbarco a Milano dei duri Trinitarios (dominicani) e dei salvadoregni Ms, i Mara Salvatrucha, Maria salvatrice. Dio e la madonna, patria e liberta'. Molti di loro si sono forgiati nei dodici anni di sanguinosa guerra civile del Salvador e poi hanno messo base a Los Angeles per diventare una gang criminale capace di affiliare mezzo milione di ragazzi. Lo sbarco in Europa e' questione degli ultimi mesi. Ai Trinitarios apparteneva il dominicano di 21 anni che fece fuori un egiziano in via Padova, lo scorso febbraio -: quali interventi il Ministro intenda adottare al fine di creare gli strumenti adeguati al contrasto e allo sradicamento delle baby gang sud americane nel Nord Italia. (4-14111)" . "1"^^ . . "4/14111" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14111 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20111201" . "2014-05-15T01:21:22Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . "20111201-20120716" . _:B19203b1f49f54209b83a340504c475ce . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14111 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20111201"^^ .