INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06677 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20100331

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06677 presentata da DOMENICO SCILIPOTI mercoledi' 31 marzo 2010, seduta n.303 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: da diversi anni nel settore industriale si sta sviluppando un metodo che mira sostanzialmente a disfarsi di personale, procedendo a licenziamenti collettivi di migliaia di lavoratori attraverso trasferimenti di rami d'azienda a societa' «satelliti» o create ad hoc per consentire queste operazioni; si aggira in tal modo la normativa sui licenziamenti collettivi e si impedisce ai lavoratori una reale tutela dei loro diritti, mascherando un licenziamento con una fittizia continuita' di rapporto lavorativo, destinato a concludersi in breve tempo con il definitivo licenziamento dei lavoratori operato dalla societa', solo apparentemente acquirente, che spesso fallisce o chiude definitivamente; spesso le aziende acquirenti hanno gia' al momento dell'acquisto dei lavoratori un bilancio in rosso; nel settore farmaceutico, che e' il settore a maggior valore aggiunto industriale e che non conosce crisi, si sta perpetrando da diversi anni, ad avviso dell'interrogante, un sostanziale aggiramento delle norme in materia di licenziamenti collettivi attraverso l'abuso dello strumento delle cessioni di ramo d'azienda e della mobilita'; la Marvecspharma ha acquisito numerosi rami d'azienda dalle maggiori aziende farmaceutiche multinazionali. Si citano alcune di queste operazioni a titolo di esempio; in data 31 gennaio 2007 ha acquisito da Pfizer 440 informatori scientifici al prezzo totale di 1000 euro. Non c'e' chi non veda in cio' una palese anomalia in ordine al prezzo e all'oggetto della compravendita; in data 25 luglio 2007 ha acquisito 120 informatori scientifici dalla multinazionale Astrazeneca (consociata Simesa); in data 26 luglio 2007 ha acquisito 141 informatori scientifici del farmaco sempre da Astrazeneca; in data 5 ottobre 2007 ha acquisito 15 informatori scientifici del farmaco sempre da Astrazeneca; le acquisizioni di informatori scientifici sono proseguite al punto tale da rendere Marvecspharma la piu' grande impresa farmaceutica italiana per numero di informatori scientifici, cioe' 1200 unita' lavorative. Da notare che un numero di informatori scientifici pari a 1200 unita' lavorative e' un numero notevolmente superiore alla forza lavoro delle stesse societa' venditrici; a questo punto comincia una progressiva attivita' di contrazione degli informatori scientifici gia' ceduti con le operazioni di trasferimento di ramo d'azienda, sulle cui reali finalita' l'interrogante ritiene che sussistano molti dubbi; quindi, in data 11 gennaio 2008 la Marvecspharma attiva la riduzione di personale e pone inizialmente in cassa integrazione guadagni straordinaria 200 informatori scientifici per arrivare in brevissimo tempo a 450 unita', scaricando sulla collettivita' gli oneri economici di operazioni che all'interrogante appaiono ciniche e socialmente dannose; questi processi, a quanto consta all'interrogante, hanno indotto numerose persone a lasciare volontariamente l'azienda anche attraverso operazioni di mobilita' mirate, per cui l'organico e' passato in poco tempo da 1200 unita' a 604; in data 12 marzo 2010 l'azienda annuncia di voler collocare in cassa integrazione guadagni straordinaria ben 420 lavoratori mediante richiesta di proroga della stessa a partire dal 7 aprile 2010; l'azienda sembrerebbe voler portare l'organico nel 2010 a 213 unita' lavorative. Quindi in poco piu' di due anni, dei 1200 informatori scientifici fatti transitare da altre aziende verso Marvecspharma ne resterebbero in attivita' 213, con quello che all'interrogante appare di fatto un licenziamento di ben 987 unita'; inoltre, l'azienda Astrazeneca, che ha recentemente ceduto a Marvecspharma un consistente numero di informatori scientifici, ha attribuito tale inevitabile decisione a: a) l'avvento dei farmaci generici che avrebbero eroso parte delle quote di mercato della stessa Astrazeneca; b) le pressioni delle regioni con regolamenti sulle visite degli informatori scientifici presso i medici; c) il taglio del prezzo dei farmaci operato dal Governo; d) gli interventi dell'Aifa per il contenimento dei costi; la medesima azienda ha effettuato le riduzioni di personale operando nel seguente modo: in data 25 luglio 2007, con una cessione di ramo d'azienda (consociata Simesa) a Marvecspharma, 120 informatori scientifici del farmaco vengono ricollocati attraverso questo strumento; in data 26 luglio 2007 con una cessione di ramo d'azienda altri 141 informatori scientifici del farmaco della stessa Astrazeneca sono stati ceduti sempre a Marvecspharma; in data 5 ottobre 2007 viene effettuata ancora una cessione di ramo d'azienda a Marvecspharma, che riguarda altri 15 informatori scientifici; da febbraio a dicembre 2009, per l'accordo di mobilita' firmato all'agenzia regionale di Milano il 21 gennaio 2009, la stessa azienda ha licenziato n. 256 informatori scientifici del farmaco e 32 lavoratori della sede di Basiglio (Milano), dichiarando peraltro che non vi sarebbero stati altri licenziamenti; in data 23 novembre 2009 - a distanza di soli sei mesi dal licenziamento collettivo operato per ben 256 informatori scientifici - Astrazeneca ha acquisito da Simesa spa, azienda di sua proprieta' e da essa direttamente gestita, 170 informatori scientifici del farmaco; in data 9 marzo 2010, dopo aver chiuso la precedente mobilita' in data 31 dicembre 2009, Astrazeneca apre una nuova procedura di mobilita' con le stesse motivazioni per ulteriori 41 persone; queste scelte effettuate da aziende che hanno ceduto o che hanno acquistato rami d'azienda, di fatto con gli stessi effetti di licenziamenti collettivi, finiscono per impedire oggi il rientro dei cassintegrati al termine del periodo di cassa integrazione guadagni straordinaria, scaricandone quindi ingiustamente i costi sulla collettivita'; lo Stato pertanto si ritrova ad avere erogato risorse per cosiddetti investimenti alle societa' che hanno ceduto i lavoratori (Pfizer, Astrazeneca e altre) e, insieme, a farsi carico di dover corrispondere ammortizzatori sociali non dovuti, atteso che chi ha ceduto i lavoratori non avrebbe avuto diritto, a giudizio dell'interrogante, ad accedere a tali risorse; per quanto concerne l'emergenza occupazionale del settore, relativa, in particolare, alle figure professionali degli addetti all'informazione scientifica, si ricorda che e' stato sottoscritto un articolato accordo tra Farmindustria e le organizzazioni sindacali, che hanno dato vita al progetto denominato Welfarma; tale progetto la cui dotazione, erogata dallo Stato, risulta pari a 10 milioni di euro parrebbe aver registrato un totale fallimento, giacche', a fronte di 12.000 esuberi, solo 122 informatori scientifici del farmaco hanno firmato il patto per entrare in questo apparato, che dovrebbe ridare collocazione a lavoratori che pero' difficilmente riusciranno a ricollocarsi; ad avviso dell'interrogante, le operazioni sopra descritte, verosimilmente, nascondono la volonta' di effettuare consistenti riduzioni di personale ed operazioni che formalmente appaiono conformi alla disciplina vigente, ma in realta' tendono ad aggirare la normativa in materia; inoltre l'interrogante ritiene che non vi siano i motivi e le condizioni per avviare procedure di mobilita' in settori che sono stati gia' oggetto di riduzione di personale -: se il Governo disponga di elementi che confermino la ricostruzione di cui in premessa; in caso affermativo, quali iniziative si intendano adottare affinche' siano recuperati i costi di tutti gli ammortizzatori non dovuti, restituendo allo Stato quanto i competenti uffici rileveranno; se si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, volte ad un'accurata verifica della politica dei prezzi dei farmaci delle aziende che hanno abbattuto i costi di produzione attraverso drastici tagli di personale; se non si intenda, per quanto di competenza, effettuare una verifica dei contratti di cessione di ramo d'azienda e delle procedure di mobilita' attivate dalle aziende farmaceutiche che vi hanno fatto ricorso, per accertare il rispetto della normativa ed operare il recupero delle somme eventualmente erogate in virtu' del ricorso ad ammortizzatori sociali in mancanza dei presupposti di legge; se non si ritenga di riconsiderare il sostegno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali al progetto Welfarma, che, ad avviso dell'interrogante, e' risultato del tutto fallimentare. (4-06677)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO LAVORO E POLITICHE SOCIALI 
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