INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04825 presentata da PIERONI MAURIZIO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19920910

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Ai Ministri dell'ambiente e per il coordinamento della protezione civile. - Per sapere - premesso che: e' nota dal 1983 l'emergenza idrogeologica da cromo esavalente che interessa il comune di Monsano, in provincia di Ancona, provocata dallo stabilimento ex Rcd: nel giugno 1983 furono rilevate le prime tracce di cromo nei pozzi privati e nei fanghi dei canali di scolo, e da testimonianze di anziani operai risulta che negli anni sono stati interrati quintali di fanghi cromici. La Usl 10 compie attualmente rilievi settimanali su decine e decine di pozzi-spia distribuiti tra Jesi e Monsano, e da questi risulta che i parametri di inquinamento da cromo esavalente non scendono di livello, confermando una situazione di rischio per le sue dimensioni unica in Europa; dal 1989 lo stabilimento ex Rcd e' proprieta' della Sima Industrie, che se ne avvale per la cromatura dei componenti metallici prodotti nella fabbrica jesina di Roncaglia; su invito della regione Marche, il sindaco di Monsano ha emesso il 28 maggio 1992 un'ordinanza che assegnava all'azienda suddetta 45 giorni di tempo per "eseguire direttamente tutti gli interventi di ripristino delle condizioni di sicurezza", individuati dalla ditta e da una commissione tecnica di protezione civile nominata dalla Giunta regionale nel novembre 1991: i lavori ingiunti alla Sima riguardavano impermeabilizzazione del piazzale, asfaltature, drenaggi, nuove protezioni e adeguamento della rete fognaria, per investimenti pari a circa un miliardo e 200 milioni; la Sima Industrie risulta aver realizzato interventi relativi al ciclo lavorativo interno, ma si e' rifiutata di eseguire altri lavori che, pur ritenuti necessari, sono considerati dall'azienda retaggio sfavorevole della passata gestione. Il consiglio di amministrazione della Sima Industrie ha cosi' deliberato nel luglio 1992 di mettere in liquidazione la societa' e di licenziare i 250 dipendenti, nel caso non fosse revocata l'ordinanza del sindaco; dopo ordinanza, ricorsi al Tar, proroga dell'ordinanza, risulta ora sufficiente stendere con una certa pendenza un telone impermeabile sull'area verde che circonda lo stabilimento ex Rcd: e' questa la conclusione di assidue consultazioni fra i comuni di Jesi e Monsano da una parte e la regione Marche dall'altra. Dopo anni di polemiche su chi debba accollarsi la bonifica dell'area, la sicurezza degli acquedotti pubblici nella zona esterna e a valle dello stabilimento e' affidato a una cosiddetta "geomembrana impermeabile", nulla piu' che un telone in plastica -: se non si intenda intervenire direttamente presso la regione Marche, perche' promuova la bonifica radicale dell'area, attraverso il dissotterramento della carica inquinante rappresentata dal cromo esavalente; quali provvedimenti si intendano assumere nei confronti della stessa regione Marche che attraverso l'escamotage del telone in plastica, con cui pretenderebbe di risolvere il problema della sicurezza e della protezione dell'area, e' venuta palesemente meno ai suoi obblighi istituzionali in campo ambientale e sanitario, e alle sue competenze in materia di protezione civile. (4-04825)
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