. . "2014-05-14T19:46:08Z"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04825 presentata da PIERONI MAURIZIO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19920910"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04825 presentata da PIERONI MAURIZIO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19920910" . . "1"^^ . . "19920910-19930420" . "PIERONI MAURIZIO (FEDERAZIONE DEI VERDI)" . . "Ai Ministri dell'ambiente e per il coordinamento della protezione civile. - Per sapere - premesso che: e' nota dal 1983 l'emergenza idrogeologica da cromo esavalente che interessa il comune di Monsano, in provincia di Ancona, provocata dallo stabilimento ex Rcd: nel giugno 1983 furono rilevate le prime tracce di cromo nei pozzi privati e nei fanghi dei canali di scolo, e da testimonianze di anziani operai risulta che negli anni sono stati interrati quintali di fanghi cromici. La Usl 10 compie attualmente rilievi settimanali su decine e decine di pozzi-spia distribuiti tra Jesi e Monsano, e da questi risulta che i parametri di inquinamento da cromo esavalente non scendono di livello, confermando una situazione di rischio per le sue dimensioni unica in Europa; dal 1989 lo stabilimento ex Rcd e' proprieta' della Sima Industrie, che se ne avvale per la cromatura dei componenti metallici prodotti nella fabbrica jesina di Roncaglia; su invito della regione Marche, il sindaco di Monsano ha emesso il 28 maggio 1992 un'ordinanza che assegnava all'azienda suddetta 45 giorni di tempo per \"eseguire direttamente tutti gli interventi di ripristino delle condizioni di sicurezza\", individuati dalla ditta e da una commissione tecnica di protezione civile nominata dalla Giunta regionale nel novembre 1991: i lavori ingiunti alla Sima riguardavano impermeabilizzazione del piazzale, asfaltature, drenaggi, nuove protezioni e adeguamento della rete fognaria, per investimenti pari a circa un miliardo e 200 milioni; la Sima Industrie risulta aver realizzato interventi relativi al ciclo lavorativo interno, ma si e' rifiutata di eseguire altri lavori che, pur ritenuti necessari, sono considerati dall'azienda retaggio sfavorevole della passata gestione. Il consiglio di amministrazione della Sima Industrie ha cosi' deliberato nel luglio 1992 di mettere in liquidazione la societa' e di licenziare i 250 dipendenti, nel caso non fosse revocata l'ordinanza del sindaco; dopo ordinanza, ricorsi al Tar, proroga dell'ordinanza, risulta ora sufficiente stendere con una certa pendenza un telone impermeabile sull'area verde che circonda lo stabilimento ex Rcd: e' questa la conclusione di assidue consultazioni fra i comuni di Jesi e Monsano da una parte e la regione Marche dall'altra. Dopo anni di polemiche su chi debba accollarsi la bonifica dell'area, la sicurezza degli acquedotti pubblici nella zona esterna e a valle dello stabilimento e' affidato a una cosiddetta \"geomembrana impermeabile\", nulla piu' che un telone in plastica -: se non si intenda intervenire direttamente presso la regione Marche, perche' promuova la bonifica radicale dell'area, attraverso il dissotterramento della carica inquinante rappresentata dal cromo esavalente; quali provvedimenti si intendano assumere nei confronti della stessa regione Marche che attraverso l'escamotage del telone in plastica, con cui pretenderebbe di risolvere il problema della sicurezza e della protezione dell'area, e' venuta palesemente meno ai suoi obblighi istituzionali in campo ambientale e sanitario, e alle sue competenze in materia di protezione civile. (4-04825)" . "4/04825" . _:Bda21d5c5d77b74050acd28a44bc447c2 . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . _:Bda21d5c5d77b74050acd28a44bc447c2 "In merito al grave problema dell'inquinamento da cromo delle acque sotterranee in Vallesina che interessa il comune di Monsano e marginalmente i comuni di Iesi, Chiaravalle e Monte S. Vito si ritiene opportuno illustrare brevemente l'evoluzione dei fatti e di riferire sugli interventi fino ad oggi adottati sia dalle competenti autorita' locali, sia dal dipartimento della protezione civile, per fronteggiare la situazione. L'origine del fenomeno e' stata individuata in attivita' risalenti al periodo compreso tra il 1968 ed il 1974 e consistenti nello smaltimento incontrollato di fanghi e reflui liquidi che contenevano cromo esavalente, operato dalla ditta R.C.D. di Monsano, oggi Sima che effettuava trattamenti galvanici delle superfici metalliche. A seguito delle indicazioni della commissione tecnica insediata dal Ministro della protezione civile nel marzo 1986, veniva all'epoca elaborato un progetto complessivo di risanamento, del costo totale di lire 4,6 miliardi. Esso prevedeva: la messa in opera di barriere fisiche (paratie) perimetralmente allo stabilimento ex R.C.D. e opere di drenaggio delle acque meteoriche, al fine di assicurare il contenimento della massa di rifiuti cromici; opere di rifacimento fognature interne allo stabilimento; impianto di trattamento delle acque cromiche drenate dai pozzi; opere di soccorso quali la realizzazione di acquedotti ad uso irriguo; il tutto accompagnato dall'indicazione dei costi di gestione e servitu', sia per le opere di intervento, che per quelle di soccorso. Con ordinanza del Ministro per la protezione civile n. 766 del 4 luglio 1986 veniva finanziato il primo stralcio del progetto in parola per un importo di lire 770 milioni: il relativo costo era posto a carico del fondo per la protezione civile. I lavori iniziati nell'agosto 1986, furono ultimati nel febbraio 1987; furono realizzati soltanto la paratia ed i pozzi di emungimento poiche' lo stanziamento risulto' insufficiente a realizzare l'impianto di trattamento delle acque e le opere di soccorso. Nel marzo 1987, il servizio decentrato opere pubbliche della regione Marche, redigeva il progetto definitivo delle opere di completamento, per un importo complessivo di 1,2 miliardi. Inoltrato detto progetto al dipartimento per la protezione civile, esso non trovava finanziamento essendo esaurito lo stanziamento previsto dalla legge n. 730/86. Essendosi in seguito, a partire dal 1989, rilevata la presenza di cromo nelle acque sotterranee anche a notevole distanza dal sito contaminato, la commissione tecnica a suo tempo insediata, convocata dal prefetto di Ancona il 6 febbraio 1990, indicava la necessita' di pompare le acque invasate e portarle a depurazione, onde evitare il verificarsi di tracimazioni ed il conseguente ulteriore inquinamento del suolo e sottosuolo. Detta commissione suggeriva altresi' il trasporto delle acque cosi' pompate, presso la raffineria Api di Falconara per il loro trattamento di depurazione. Scongiurato in tal modo il pericolo di tracimazione, il comune di Monsano e la regione Marche, con propri atti ed in particolare con tre ordinanze emesse dal sindaco di Monsano rispettivamente il 28 maggio 1992, il 14 luglio 1992 e il 1^ settembre 1992, ingiungevano alla ditta Sima, diventata proprietaria dello stabilimento, di realizzare gli ulteriori interventi necessari per completare la messa in sicurezza del sito. In particolare detti interventi dovevano consistere nella posa in opera di una geomembrana impermeabile su tutte le superfici dello stabilimento non impermeabilizzate ed in una verifica sia dello stato e della tenuta della rete fognaria all'interno dello stabilimento, sia delle condotte all'interno dell'area circoscritta dalla paratia impermeabile a suo tempo realizzata. La ditta Sima proponeva ricorso al TAR Marche chiedendo la sospensione dell'efficacia dell'ordinanza n. 11 del 28 maggio 1992 del sindaco di Monsano; il TAR rinviava la decisione, preannunciando altresi' di voler disporre una propria perizia di ufficio. Al momento sono in corso di valutazione tecnica le riserve eccepite dalla ditta in ordine alla reale necessita' di eseguire i suddetti lavori. Tale essendo lo stato di fatto, poiche' la contaminazione delle acque sotterranee, atteso il lungo lasso di tempo trascorso dall'evento che l'ha originato, ha ormai un'estensione a largo raggio, e' evidente che la messa in sicurezza del sito contaminato attraverso la sua sigillatura, non rappresenta un intervento risolutivo. Attualmente, pur non risultando che le acque siano usi potabili delle acque interessate, il Ministero dell'ambiente ha ritenuto tuttavia necessario dare impulso alla unita' sanitaria locale n. 10 di Ancona affinche' venga avviato un attento monitoraggio del fenomeno per controllare l'evoluzione della contaminazione. Tale organo sanitario dovra' contestualmente sottoporre a controllo anche l'idoneita' all'uso irriguo delle acque interessate. Il Ministero dell'ambiente ha inoltre dato incarico all'Avvocatura generale dello Stato di tutelare l'interesse pubblico di cui e' portanome richiedendo alla societa' Sima il risarcimento del danno ambientale e il rimborso degli oneri di risanamento sopportati dallo Stato nelle sue varie articolazioni. Il dipartimento della protezione civile, informato di tale iniziativa, sta inoltre valutando se ricorrano gli estremi per l'adozione dei provvedimenti previsti dall'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 sulla istituzione del servizio nazionale della protezione civile (articolo 5: deliberazione dello stato di emergenza e potere di ordinanza). Tanto si rappresenta, rilevando che questo Ministero avra' cura di seguire gli ulteriori sviluppi del problema. Il Ministro dell'ambiente: Ripa di Meana." . _:Bda21d5c5d77b74050acd28a44bc447c2 "19930211" . _:Bda21d5c5d77b74050acd28a44bc447c2 "MINISTRO MINISTERO DELL'AMBIENTE" . _:Bda21d5c5d77b74050acd28a44bc447c2 .