INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02995 presentata da L'ABBATE GIUSEPPE (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 18/12/2013

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02995 presentato da L'ABBATE Giuseppe testo di Mercoledì 18 dicembre 2013, seduta n. 140 L'ABBATE , SCAGLIUSI , DE LORENZIS , CARIELLO , BRESCIA , D'AMBROSIO , BALDASSARRE , DAGA , SEGONI , ZOLEZZI , BUSTO , MANNINO , TERZONI , PARENTELA , TOFALO , GAGNARLI , INVERNIZZI , LUPO , GALLINELLA , MASSIMILIANO BERNINI e BENEDETTI . — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: all'interrogazione a risposta scritta 4/00762 del 6 giugno 2013 trasformata in interrogazione a risposta in commissione 5/00813 il 1 o agosto 2013 riguardante la discarica presente in contrada Martucci a Conversano (BA), ha risposto in data 17 settembre 2013 il Sottosegretario all'ambiente Marco Flavio Cirillo; in data 8 ottobre 2013 è stato approvato il nuovo PRGRU (Piano regionale gestione rifiuti urbani) della regione Puglia che continua ad inserire al suo interno la megadiscarica di contrada Martucci; in agro di Conversano (BA), in una delle contrade più fertili della campagna pugliese (Contrada Martucci) si sta perpetuando un enorme danno ambientale per la presenza: a) di una discarica comunale (incontrollata, attiva dal 1975 al 1982 e saltuariamente dal 1990 al 1996) mai bonificata; b) del primo lotto della discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» (autorizzato sulla scorta di un documento, sulla cui fondatezza non sono mancate controversie, che attestava la sua esistenza prima dell'entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n.915 del 1982, gestito in modo incontrollato dal 1984 al 1990 e dal 1994 al 1996), esaurito e dal 18 aprile 2013 posto sotto sequestro dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale della Procura della Repubblica di Bari che ipotizza il reato di disastro ambientale; c) del terzo lotto della discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» (su 10 ettari, attivo dal 1996 al 2011, esaurito e sequestrato dal tribunale della Procura della Repubblica di Bari); d) del secondo lotto della discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» diventato poi la discarica di servizio/soccorso (anch'essa sequestrata) annessa all'impianto complesso per il trattamento dei rifiuti dell'ex ATO Bari 5, comprendente 12 celle per la biostabilizzazione dei rifiuti e un impianto per la produzione di CDR; e) di un centro di raccolta e selezione del materiale proveniente dalla raccolta differenziata, completato nel 2001 e mai attivato; f) di un parco fotovoltaico di 8 ettari (quattro dei quali sul primo lotto della discarica) realizzato con semplice DIA grazie a quattro istanze per installare unità di potenza inferiore ad 1 Megawatt; g) di campi (soprattutto vigneti) coltivati su rifiuti smaltiti illegalmente e di tre pozzi, a valle idraulica del primo lotto della discarica, inquinati da piombo, manganese e ferro (tutti sequestrati dalla Procura della Repubblica di Bari il 24 giugno 2013); dalla consultazione del libro « L'ultimo chiuda la discarica » (Pietro Santamaria, Levante editori, Bari, 2010), che riporta «trent'anni di storia di cave di terreno trasformate in discariche più o meno controllate, tra Conversano e Mola di Bari, durante l'infinita emergenza rifiuti in Puglia» emerge che: il primo lotto della discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» è stato inserito dall'ENEA nel «Piano regionale dei siti potenzialmente contaminati ai sensi del decreto ministeriale 16 maggio 1989» (pagina 66). Infatti, con delibere 8 settembre 1994 n.6021 della giunta regionale e 20 dicembre 1995 n.67 del Consiglio regionale pugliese fu approvato il piano regionale di bonifica dei siti contaminati commissionato all'ENEA ai sensi dell'articolo 5 legge n.441 del 1987 e dei decreti ministeriali 16 maggio 1989 e 30 dicembre 1989. Il Piano rilevò 1212 aree potenzialmente contaminate, elencate separatamente a seconda che fossero giudicate meritevoli di bonifica a breve, medio o lungo termine in funzione del livello di rischio ambientale associato a ciascuna area. Nell'elenco dei siti da bonificare a lungo termine era inserito al 264 o posto (su 289 complessivi, ordinati in ordine decrescente di rischio) la discarica Lombardi – 1 o lotto (codice 19-02). Nello stesso elenco, al 149 o posto, l'ENEA collocò altresì la vecchia discarica comunale, sempre in contrada Martucci (codice BA 19-03), non controllata e non autorizzata ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n.915 del 1982; il terzo e secondo lotto della discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» sono adiacenti al primo lotto, da bonificare, ma questo non è stato considerato dallo studio di impatto ambientale (SIA) presentato dall'ATI COGEAM e «Lombardi Ecologia S.r.l.» che si aggiudicò nel 2006 la gara di appalto per la costruzione e la gestione dell'impianto complesso in contrada Martucci (pagina 98); in contrada Martucci sono presenti doline e inghiottitoi tipici dei territori carsici (come riportato in eloquenti fotografie a pagina 157, 161 e 162), mai considerati dal suddetto SIA. Inoltre, nel provvedimento con cui il GIP Annachiara Mastrorilli il 18 aprile 2013 ha disposto il sequestro delle discariche autorizzate è scritto che «in occasione del sopralluogo eseguito il 31 gennaio 2013» la procura di Bari ha riscontrato «la presenza di vore (...). Quanto riscontrato evidenzia la possibile presenza di rischio di contaminazione delle acque di falda a causa della diretta comunicazione del percolato di discarica attraverso i predetti punti di comunicazione (vore e doline)». La presenza di simili formazioni carsiche è confermata nella relazione geologica e geotecnica allegata agli atti del procedimento attualmente in corso per il rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale dell'impianto complesso di trattamento dei rifiuti con discarica di servizio/soccorso a servizio del bacino Bari 5 realizzato in contrada Martucci. Tanto che il Comitato tecnico provinciale, il 12 marzo 2013 in seguito alla lettura della stessa relazione ha affermato che «l'intervento non è coerente con le prescrizioni di normativa». Infatti, il decreto legislativo n.36 del 2003 afferma che le discariche non vanno ubicate «in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale» (punto 2.1 dell'allegato 1); la valutazione di impatto ambientale per l'impianto complesso di trattamento dei rifiuti, con annessa discarica, si concluse con esito positivo «esclusivamente in considerazione del contesto determinatosi nella Regione Puglia in materia di smaltimento rifiuti e della conseguente e persistente emergenza e con lo scopo di completare il ciclo integrato di gestione dei rifiuti» (determinazione n.506/2006 del dirigente del settore ecologia della regione Puglia); il terzo lotto della discarica della Lombardi Ecologia è stato realizzato in una cava non autorizzata e non controllata di terreno e ha inghiottito la strada vicinale «Pozzovivo» per un tratto lungo 175 metri. Il Tribunale di Bari il 26 febbraio 1988 con procedimento n.20/87 R.G. condannò i due responsabili: Giovanni Giovene e Antonio Di Bari (pagina 85); durante la gestione del primo lotto della discarica, l'andamento altimetrico della strada vicinale «Capone Martucci» fu modificato con l'aumento del livello lungo il confine nord della discarica (pagina 85); dall'esame delle ortofoto (pagine 127-129), si ritiene che anche la quota di altre aree di contrada Martucci sia stata alzata (pagina 161) smaltendo illegalmente rifiuti e coltivando sopra vigneti (come del resto hanno dimostrato le stesse indagini disposte dalla Procura di Bari); il I e III lotto di discarica della «Lombardi Ecologia S.r.l.» sono stati realizzati in cave abusive di terreno scavate negli anni ’70. Dalle foto (pagine 22, 25 e 26) è evidente che per realizzare la discarica di servizio/soccorso l'attività di estrazione del terreno è continuata anche negli anni successivi, tanto da portare alcune piccole cave a diventare un'unica depressione di diversi ettari; secondo le testimonianze di ex-dipendenti della «Lombardi Ecologia S.r.l.», il percolato prodotto dall'esercizio delle discariche veniva utilizzato per innaffiare i vicini campi coltivati ad ortaggi e frutta, immesso direttamente in falda o «riciclato sulla superficie della discarica» (pagina 85); secondo il decreto legislativo n.152 del 2006 è compito del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in caso di minaccia di danno ambientale, imporre ai soggetti responsabili l'adozione di misure preventive e di sostituirsi loro nell'adottarle. In caso di danno ambientale verificatosi, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare deve imporre ai soggetti responsabili l'adozione di misure di ripristino e di sostituirsi loro nell'adottarle–: se, coerentemente con quanto previsto dal decreto legislativo n.152 del 2006, alla luce di quanto riportato in premessa, il Ministero interrogato intenda valutare un immediato intervento per avviare le procedure per il risarcimento del danno ambientale subìto a causa del ritardo nell'attivazione delle misure di precauzione, di prevenzione o di contenimento del danno stesso. (4-02995)
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Camera dei Deputati 
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20140806 
20131218 
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
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BALDASSARRE MARCO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BENEDETTI SILVIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BERNINI MASSIMILIANO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BRESCIA GIUSEPPE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
BUSTO MIRKO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CARIELLO FRANCESCO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
D'AMBROSIO GIUSEPPE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DAGA FEDERICA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
DE LORENZIS DIEGO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GAGNARLI CHIARA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
GALLINELLA FILIPPO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
INVERNIZZI CRISTIAN (LEGA NORD E AUTONOMIE) 
LUPO LOREDANA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
MANNINO CLAUDIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
PARENTELA PAOLO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SCAGLIUSI EMANUELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
SEGONI SAMUELE (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TERZONI PATRIZIA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
TOFALO ANGELO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
ZOLEZZI ALBERTO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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