INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02403 presentata da MELCHIORRE DANIELA (MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-REPUBBLICANI) in data 20090225
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02403 presentata da DANIELA MELCHIORRE mercoledi' 25 febbraio 2009, seduta n.140 MELCHIORRE e TANONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: in data 6 ottobre 2007 cinque consiglieri comunali del Comune di Labico chiedevano la convocazione del consiglio comunale ai sensi dell'articolo 39 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, recante «Ordinamento degli Enti Locali»; il Sindaco del comune non solo non convocava il consiglio cosi' come stabilito dalla legge, ma non forniva alcuna spiegazione del comportamento omissivo; in data 15 settembre 2008 i medesimi consiglieri comunali chiedevano nuovamente la convocazione del consiglio comunale ai sensi del citato articolo 39 del decreto legislativo 267 del 2000; ancora una volta il Sindaco non dava seguito alla legittima richiesta dei consiglieri senza motivare in alcun modo la ragione di tale omissione; in data 15 ottobre 2008 i succitati consiglieri comunali scrivevano al Prefetto di Roma chiedendo un suo intervento ai sensi del citato articolo 39 del decreto legislativo 267 del 2000; giova sottolineare che l'orientamento della giurisprudenza penalistica e' quello di configurare il mancato seguito alla richiesta di convocazione quale omissione di atti d'ufficio ai sensi dell'articolo 628 del codice penale (Pret. Bassano del Grappa, 27 febbraio 1981, Pretura di Alessandria, 22 febbraio 1966) ed e' in tale ottica che la Procura di Velletri ha avviato un'indagine; in data 24 novembre 2008 i consiglieri comunali, in assenza di riscontro da parte della prefettura, sollecitavano nuovamente l'intervento del Prefetto e, in particolare, l'adozione dei poteri sostitutivi, cosi' come previsto dal citato articolo39; in data 2 dicembre 2008 la prefettura inviava agli interessati una nota con la quale veniva dato sostanzialmente credito alle affermazioni del Sindaco di Labico, senza verificarne la veridicita'; la nota predisposta dalla prefettura, cosi' come era avvenuto in circostanze analoghe in passato, affidava le proprie considerazioni a quanto affermato dal Sindaco di Labico, senza che sembri sia stata effettuata alcuna indagine supplementare per accertarne la corrispondenza alla realta' e, soprattutto, interpellando solamente una delle due parti in causa, quella responsabile dell'inadempienza, senza preoccuparsi di rivolgersi anche a coloro i quali hanno subito la lesione di un proprio diritto; inoltre la nota sopra citata sposava a quel che pare agli interroganti una linea di carattere «giustificatorio» del comportamento omissivo e trascurando l'unico elemento incontrovertibile: il mancato adempimento da parte del sindaco ad un preciso dovere di ufficio; la prefettura ha dato ampio credito a quanto asserito dal Sindaco di Labico, il quale, senza preoccuparsi minimamente di dare alcuna spiegazione ai consiglieri della mancata convocazione del consiglio, ha addotto argomentazioni che agli interroganti appaiono del tutto risibili alla prefettura e in alcuni casi anche non corrispondenti al vero; le medesime argomentazioni sono state successivamente «girate» dalla prefettura ai consiglieri comunali; in particolare il Sindaco avrebbe dichiarato di aver dato comunicazione verbale sulla presunta mancanza di competenza del consiglio comunale su uno dei punti all'ordine del giorno, quando di questa comunicazione non vi e' alcuna traccia, mentre appare evidente il tentativo di individuare a posteriori una giustificazione al comportamento omissivo del Sindaco; tra le giustificazioni formulate dal Sindaco alla Prefettura e da questa, per gli interroganti acriticamente rimandate ai consiglieri di opposizione, vi e' un riferimento al comma 2 dell'articolo 42 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che riporta l'elenco tassativo degli atti fondamentali di competenza esclusiva del Consiglio Comunale, sulla base del quale si vorrebbe attribuire al Sindaco un potere di cui non dispone, ossia la sindacabilita' da parte del titolare del potere di convocazione degli argomenti di cui si chiede l'inserimento all'ordine del giorno, come confermato da ampia e autorevole dottrina; del resto l'attribuzione di un simile potere in capo al presidente del consiglio comunale vanificherebbe di fatto il diritto di autoconvocazione; molto grave appare l'affidamento da parte della prefettura alle affermazioni del sindaco per quanto riguarda la richiesta di discussione in sede consiliare delle interrogazioni: vi e' la falsa asserzione di aver dato seguito a tutte le interrogazioni presentate dall'opposizione e in ogni caso non e' stato rispettato il dettato regolamentare che prevede che la risposta venga data in consiglio comunale, consentendo cosi' all'interrogante di replicare; come sottolineato dai consiglieri comunali in una successiva missiva inviata al prefetto il 22 dicembre 2008 e alla quale, a tutt'oggi non e' stata data risposta, ben tre punti dei quattro posti inseriti all'ordine del giorno risultano tuttora inevasi: la nomina del Presidente del Consiglio, l'esame di una proposta di delibera e la risposta alle interrogazioni consiliari; il principio ispiratore del comma 5 dell'articolo 39 del Testo Unico sugli enti locali e' molto chiaro ed e' quello di affidare ad un organo sovraordinato di garanzia il diritto-dovere di utilizzare i poteri sostitutivi per ottemperare ad un vero e proprio «rifiuto d'ufficio» perpetrato da parte di un Sindaco; un diritto-dovere che deve essere posto in essere in tempi ragionevoli per evitare una ulteriore mortificazione del ruolo degli eletti negli enti locali -: quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per garantire il pieno rispetto e la pronta applicazione di una norma dello Stato sottesa a fornire le necessarie garanzie affinche' gli eletti negli enti locali possano esercitare il proprio mandato e a dare seguito alle proprie prerogative, nell'interesse di un pieno e compiuto esercizio della democrazia; se non ritenga che, in generale, le prefetture debbano seguire un iter piu' celere nel valutare le istanze in circostanze analoghe a quelle dianzi esposte, tenuto conto che tempi eccessivamente lunghi rischiano di indebolire uno dei pochi strumenti normativi che l'ordinamento degli enti locali attribuisce ai consiglieri di minoranza per svolgere un'azione di proposta e di stimolo.(4-02403)
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20090225-20090709
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02403 presentata da MELCHIORRE DANIELA (MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-REPUBBLICANI) in data 20090225
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
TANONI ITALO (MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-REPUBBLICANI)
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2014-05-15T00:02:38Z
4/02403
MELCHIORRE DANIELA (MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-REPUBBLICANI)