INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01544 presentata da GRANDI ALFIERO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 31/10/2002

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Interrogazione a risposta orale Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-01544 presentata da ALFIERO GRANDI giovedì 31 ottobre 2002 nella seduta n. 215 GRANDI, PARISI, GRILLINI, ZANOTTI, CENTO, TITTI DE SIMONE, PAPINI, BOSELLI, GRIGNAFFINI, ZANI e SABATTINI. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che: la Edoardo Weber Fabbrica Italiana Carburatori nasce a Bologna sul finire degli anni venti del secolo scorso; grazie ad una serie notevole di innovazioni: l'azienda si afferma rapidamente sul mercato non solo nazionale ma anche europeo; negli anni trenta nasce l'attuale stabilimento e dopo la fine del secondo conflitto mondiale riprende l'attività nello stabilimento di Bologna e il gruppo FIAT ne acquisisce il controllo a partire dal 1952 e conseguentemente muta l'assetto della Weber con lo sviluppo automobilistico; successivamente nasce un secondo stabilimento ad Asti, si duplica la superficie coperta a Bologna, nasce una nuova attività produttiva a Crevalcore dove viene trasferita l'attività della fonderia. Negli anni successivi viene acquisita un'altra azienda, Altecna, a Bari; con questo assetto la Weber raggiunge una posizione di assoluto primato in Europa nel mercato dell'alimentazione dei motori, con una quota di circa il 65 per cento dell'intero mercato; nello stabilimento «madre» di via Timavo, convivevano un'alto livello di produzione ed un importante centro di ricerca e messa a punto al servizio di tutti i nomi più importanti della produzione automobilistica europea, e non solo; verso la fine degli anni ottanta si avvia una riorganizzazione complessiva del settore della componentistica auto del gruppo FIAT e la Weber è interessata da una integrazione maggiore nell'universo FIAT; la Weber cessa di essere tale e viene inserita nel complesso della Magneti Marelli, società attraverso la quale avviene la concentrazione della filiera di componentistica auto del marchio FIAT; il processo produttivo viene organizzato attraverso la specializzazione dei singoli stabilimenti sui tre componenti fondamentali del sistema ad iniezione e per due grandi ripartizioni Italia (FIAT ed altri produttori esteri) e Francia (tutti produttori francesi RENAULT e PSA), malgrado i segnali di ripresa, a differenza di un tempo, risulta evidente la dipendenza più accentuata dalla sola produzione FIAT auto; comunque si arriva ad ottimizzare un prodotto fortemente innovativo, l'Unijet, più noto come Common Rail, che è un vero salto generazionale per l'alimentazione dei motori Diesel e che riscuote un vero successo di mercato; verso la fine degli anni novanta con il progressivo appesantirsi della capo gruppo (FIAT), si matura la scelta di cedere ad un gruppo concorrente questa tecnologia, seguendo una logica più «finanziaria» che industriale; malgrado le prime difficoltà viene messo a punto un altro prodotto fortemente innovativo, anche se di minore impatto produttivo e a più contenuto costo di industrializzazione: il selespeed (più noto come il cambio da Formula Uno), in questo secondo caso si decide l'industrializzazione, che allo stato attuale rimane limitata solo alle alte gamme motoristiche; dal 1998 la Magneti Marelli affronta un nuovo passaggio critico dalla tecnologia che ha retto i primi 5 anni dell'era dell'iniezione (la Single Point, una sorta di ibrido, potremmo definirlo carburatore con iniettore che richiedeva una forte intensità di «lavoro vivo», sia per le lavorazioni che per i montaggi), ad una fase più evoluta dell'iniezione, la Multi Point in cui i contenuti «meccanici» calano vistosamente (soprattutto fase di montaggio) a favore dei contenuti elettronici (centralina) ed elettromeccanici (iniettori) molto più sofisticati; comincia così un marcato calo occupazionale, una ridefinizione della missione del sito di Bologna con una prevalenza della ricerca e sviluppo e di conseguenza cambia il mix pelle figure professionali (più tecnici ed impiegati calo marcato dei lavoratori dello stabilimento), l'occupazione totale cala in misura apprezzabile; a partire dal 2000 comincia un rallentamento, evidente nelle attività di trasformazione e produzione, che a partire dal 2001 comincia ad estendersi alle attività di ricerca e sviluppo; con il progredire della crisi della FIAT appare chiaro che non ci sono le risorse per continuare a sviluppare ed investire, si arriva alla decisione di porre in vendita la Magneti Marelli (30.000 dipendenti in tutto il mondo), attraverso lo scorporo delle diverse divisioni in vere e proprie società autonome che possono essere vendute separatamente; questo avviene per 4 delle 5 società nate dalla scissione, mentre la Magneti Marelli Powertrain di cui Bologna rappresenta il 50 per cento circa, rimane alla FIAT; la Magneti Marelli Powertrain ha dichiarato esuberi strutturali in una dimensione tra il 10 per cento ed il 15 per cento della forza lavoro; le difficoltà che la crisi FIAT riverbera sugli stabilimenti Magneti Marelli, il cui azionariato è oggi interamente di proprietà FIAT, di cui sono elementi caratteristici il preannuncio di circa 90 lavoratori eccedenti da parte dell'azienda e l'avvio di un periodo di cassa integrazione per circa 200 lavoratori; l'intenzione espressa da oltre 2 anni dall'azionista FIAT di vendere la proprietà dell'azienda e l'esigenza che questo avvenga in modo tale da garantire alla Magneti Marelli le condizioni per rilanciare e consolidare il ruolo di progettazione e di sviluppo produttivo qualificato nel settore della componentistica; la FIAT ha bisogno di coraggiosi interventi per la soluzione di una crisi che rischia di compromettere la presenza autonoma dell'Italia nel settore dell'auto e di incidere pesantemente in aree territoriali già difficili e che nell'ambito di questa soluzione complessiva occorre trovare un futuro adeguato anche ai settori della componentistica, come nel caso della Magneti Marelli, che garantisca insieme un mercato di sbocco e un adeguato assetto proprietario; l'incertezza di questi anni ha sicuramente influito sulla politica degli investimenti condizionandola pesantemente, tanto più in mancanza di un chiaro progetto industriale da parte della proprietà, causando difficoltà nella competitività dell'azienda a fronte del processo di concentrazione in atto nei concorrenti soprattutto nella sfida dell'innovazione; le istituzioni locali, comune di Bologna e di Crevalcore, provincia di Bologna e Regione stanno prendendo iniziative per contribuire al superamento dell'attuale fase di difficoltà -: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione descritta che sta creando gravi preoccupazioni tra i lavoratori interessati e nella città; quali iniziative intendano prendere per salvaguardare il futuro produttivo, di forte specializzazione del gruppo e quindi del patrimonio occupazionale e professionale se non ritengano necessario che nell'ambito della soluzione dei problemi del gruppo FIAT debba esserci un tavolo di discussione sulla Magneti-Marelli; se non intendano coinvolgere le istituzioni locali, che già si sono attivate, nel quadro degli impegni che il Governo dovrà ottenere dalla proprietà per il risanamento della FIAT e il rilancio e la specializzazione della Magneti Marelli. (3-01544)
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Camera dei Deputati 
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20021031 
20021031 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01544 presentata da GRANDI ALFIERO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) in data 31/10/2002 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 
CENTO PIER PAOLO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) 
DE SIMONE TITTI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
GRILLINI FRANCO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
PAPINI ANDREA (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) 
PARISI ARTURO MARIO LUIGI (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) 
SABATTINI SERGIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
ZANI MAURO (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
ZANOTTI KATIA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
BOSELLI ENRICO (MISTO-SOCIALISTI DEMOCRATICI ITALIANI) 
GRIGNAFFINI GIOVANNA (DEMOCRATICI DI SINISTRA-L'ULIVO) 
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