INTERPELLANZA 2/00281 presentata da VELTRI CORNELIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19961105
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I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che: il 5 marzo 1996, il senatore Massimo Brutti, presidente del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato ha presentato al Parlamento una relazione "Sull'acquisizione illegittima di informazioni riservate e controllo parlamentare"; la prima parte della relazione, da pagina sette a pagina diciannove, e' interamente dedicata alle informazioni e ai controlli illegali che hanno subi'to il dottor Di Pietro e altri magistrati del pool milanese da parte di appartenenti alla Guardia di finanza ed ai servizi segreti; il 26 ottobre 1995 il Comitato aveva altresi' inviato una relazione al Parlamento contenente "rilievi e valutazioni su un'ampia raccolta di documenti, trasmessi all'autorita' giudiziaria di Milano, che erano stati sequestrati presso l'ufficio romano dell'ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi"; "il Comitato individuo', tra questi, una serie di appunti, per lo piu' anonimi, con notizie riservate su indagini giudiziarie e su magistrati, tra le quali numerose informazioni o speudo-informazioni relative al dottor Antonio Di Pietro e fabbricate contro di lui"; il Comitato sollecitava il Governo ad una "rigorosa vigilanza sugli archivi dei servizi, per accertare se vi fossero tracce di una simile deviazione dai compiti istituzionali"; gli ulteriori interrogativi che il Comitato sottoponeva all'attenzione del Parlamento con la relazione del 5 marzo 1996 "riguardano innanzitutto la illegittima acquisizione di informazioni concernenti magistrati, ad opera di pubblici ufficiali appartenenti alla Guardia di finanza"; il 7 dicembre 1995 "il Comitato domando' al comandante generale della Guardia di finanza (riproponendo un quesito gia' indirizzato al responsabile del II reparto, colonnello Mariella) se risultavano attivita' informative da parte della Guardia di finanza sul conto del dottor Di Pietro e di altri magistrati", ricevendo una risposta "nettamente negativa"; "il Comitato ha acquisito documenti provenienti dall'autorita' giudiziaria di Milano e da quella di Brescia, i quali dimostrano che singoli appartenenti alla Guardia di finanza hanno invece raccolto informazioni su magistrati", tanto che nei confronti di Paolo Simonetti, brigadiere della Guardia di finanza, la procura della Repubblica di Brescia "ha segnalato, il 25 gennaio 1996, l'esistenza di indagini preliminari per il reato di abuso continuato in atti di ufficio, anche in danno di magistrati"; "il contenuto di tali attivita' risulta essere stato a conoscenza del capitano Gian Costabile Salato" (poi trasferito, al pari del Simonetti, presso il secondo reparto della Guardia di finanza); il Comitato si e' chiesto se "vi e' stato un coinvolgimento di altri sottufficiali e ufficiali in questa attivita' informativa" e "quali ragioni hanno determinato il trasferimento del Simonetti e del Salato ad una delicata ed importante struttura come il secondo reparto della Guardia di finanza"; "la procura della Repubblica di Milano ha fatto pervenire al Comitato alcuni documenti sequestrati nel procedimento penale n. 9260/95 R.G.N.R. a carico di Francesco Nanocchio piu' altri ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza, per il reato di associazione per delinquere" e i documenti "rivelano un complesso ed intenso lavoro volto a raccogliere note informative sui magistrati (tra i quali il dottor Di Pietro, il dottor Colombo ed altri), sulla loro vita, sulle indagini, sui rapporti dell'uno e dell'altro con i colleghi e con individuati elementi della polizia giudiziaria"; si tratta di un'attivita' di dossieraggio "nella quale rientrano tra l'altro le stesse insinuazioni contro il dottor Di Pietro utilizzate a piu' riprese dall'onorevole Bettino Craxi" ed esiste "una sinergia informativa tra le carte in possesso dell'ex Presidente del Consiglio e questi documenti"; "dai documenti acquisiti e da alcune audizioni svolte (tra le quali quella del dottor Antonio Di Pietro) risulta che negli ultimi anni si sono concretizzate varie attivita' e strategie volte a interferire nei procedimenti penali in corso a Milano, che avevano ed hanno ad oggetto fatti di corruzione politica e che hanno portato, tra il 1992 e il 1994, ad una vera e propria decapitazione del sistema di Governo"; il controllo sul dottor Di Pietro e su altri magistrati del pool diviene piu' pressante nell'autunno del 1994, quando vengono compiuti passi decisivi che "riguardano soprattutto i conti all'estero su cui transita il denaro delle tangenti", per cui e' possibile individuare le responsabilita' relative al cosiddetto Conto protezione, che "legava assieme personaggi come Licio Gelli, Bettino Craxi, Claudio Martelli, rappresentando un elemento di giuntura e di continuita' tra il sistema di affari che faceva capo alla P2 e quello della corruzione politica sviluppatasi durante gli anni ottanta"; inoltre, "tra il settembre e l'ottobre del 1994 fu messo a fuoco il ruolo di Mauro Giallombardo", di Giorgio Tradati e "si avvia la ricerca su altri conti che sono dietro alle attivita' dello stesso Tradati (tra i quali quello denominato All Iberian, scoperto un anno dopo, al quale risultera' interessato Vannoni, alto esponente Fininvest)"; oltre ad appartenenti alla Guardia di finanza, anche appartenenti ai servizi segreti hanno spiato, controllato, pedinato, fotografato, ascoltato il dottor Di Pietro ed altri magistrati del pool; anche in questo caso, tutti i dirigenti dei servizi di sicurezza che si sono succeduti, da Gaetano Marino ad Alessandro Voci, da Francesco Falchi ad Angelo Finocchiaro, da Franco De Biasi a Fulvio Martini, hanno sempre smentito; analoga posizione ha tenuto l'ex Ministro dell'interno Coronas, pur avendo ammesso comportamenti devianti del Sisde di fronte al Comitato e avendo comunicato che "il Presidente del Consiglio avrebbe convocato il Comitato interministeriale per l'informazione e la sicurezza, allo scopo di affrontare l'argomento"; pur avendo il Comitato richiesto l'intero "dossier Achille", non gli e' stato mai consegnato; il prefetto Fausto Ganni, vicedirettore del Sisde, venne in possesso di informazioni sulle indagini in corso a Milano e, in un appunto del 1992, e' scritta "l'intenzione di Di Pietro di non fermarsi nelle indagini pur in presenza di preoccupazioni, che gli sono state espresse da alcuni colleghi e amici, circa i rischi di destabilizzazione derivanti dai procedimenti penali in corso"; come si desume sempre dalla relazione del Comitato del 5 marzo 1996 particolarmente preoccupato era l'onorevole Amato, Presidente del Consiglio dei ministri dell'epoca; lo stesso onorevole Amato ha confermato cio' in un colloquio con l'onorevole Ripa di Meana; pur negando l'onorevole Amato di avere fatto riferimento, nel corso del colloquio a "valutazioni o intenzioni dei servizi segreti o della polizia" nel senso di fermare l'inchiesta milanese e di avere avuto rapporti con i servizi, "e' noto il suo interessamento proprio nell'estate del 1992 perche' Michele Finocchi fosse nominato direttore o vicedirettore del Sisde" e che e' "di questo periodo la nomina da parte del Presidente del Consiglio dell'Ammiraglio Fulvio Martini come suo consulente" contemporaneamente alla sostituzione del generale Luigi Ramponi; l'onorevole Amato "riconosce di avere espresso al Ministro dell'ambiente le sue preoccupazioni sulla delegittimazione che l'inchiesta in corso a Milano rischiava di provocare sui partiti di maggioranza e su quello del Presidente del Consiglio in particolare"; "queste preoccupazioni, come la segnalazione di episodi negativi della vita privata di Di Pietro" da parte dell'onorevole Amato "indicano un preciso orientamento politico: un rigetto e un'avversione per il lavoro dei magistrati che stavano scoprendo i responsabili della corruzione italiana" -: quale sia l'opinione del Governo sulla relazione circostanziata e documentata del Comitato, presentata a firma del senatore Massimo Brutti; se non ritenga che i ripetuti tentativi da parte di appartenenti alla Guardia di finanza e dei servizi di sicurezza di fermare il dottor Di Pietro ed i magistrati del pool attraverso il controllo illegale, attuato con tutti i mezzi, costituiscano un attentato alla Costituzione; se non ritenga che le azioni illegali messe in atto da parte di funzionari dello Stato per bloccare l'inchiesta "mani pulite" avrebbe dovuto comportare un impegno straordinario del Governo e del Parlamento, almeno pari a quello manifestato per il ritrovamento della cimice nello studio dell'onorevole Silvio Berlusconi; se il Governo abbia adottato provvedimenti nei confronti dei funzionari responsabili degli atti di illegalita'; se il sottufficiale Simonetti e l'ufficiale Salato della Guardia di finanza siano ancora in servizio al secondo reparto e, in caso positivo, per quali ragioni vi siano stati assegnati e vi rimangano; se il Governo non ritenga di dover chiarire in tempi brevissimi l'intera vicenda contenuta nella relazione del Comitato per i servizi di fronte al Parlamento. (2-00281)
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INTERPELLANZA 2/00281 presentata da VELTRI CORNELIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19961105
INTERPELLANZA
BIONDI ALFREDO (FORZA ITALIA)
DANIELI FRANCO (MISTO)
OLIVIERI LUIGI (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO)
PISCITELLO CALOGERO (MISTO)
SCOZZARI GIUSEPPE (MISTO)
ORLANDO FEDERICO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO)
MOLINARI GIUSEPPE MARIO (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO)
ANGELICI VITTORIO (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO)
SINISCALCHI VINCENZO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO)
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2014-05-15T09:26:01Z
2/00281
VELTRI CORNELIO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO)