MOZIONE 1/00032 presentata da BONO NICOLA (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960926
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La Camera, considerato inaccettabile, nonostante decenni di politiche fallimentari per il Sud, che il Governo Prodi voglia continuare, come dimostra la trattativa in corso con la "triplice" sindacale, nel solco delle proposte discutibili del predecessore Dini, elevando a dignita' di soluzione dei problemi irrisolti del sottosviluppo e dell'occupazione meridionale il principio della "flessibilita' salariale", eufemistica definizione delle trite ipotesi di "gabbie salariali", senza porsi l'obiettivo, piuttosto, dell'aumento della capacita' produttiva, con conseguenti positivi effetti sull'occupazione; rilevato come in questi anni sia andata sprecata la possibilita' di introdurre alcuni inediti e significativi istituti, tra cui la partecipazione alla gestione e agli utili d'impresa, che avrebbero potuto costituire realmente la base per il rilancio moderno e funzionale delle aree depresse; ricordato che sono ben altre le cause della minore produttivita' del Mezzogiorno e, in particolare, tra queste primeggiano la marginalita' del Sud, la generale insufficienza di infrastrutture, l'arretratezza dei trasporti, l'insussistenza di servizi reali alle imprese, la scarsissima efficienza della pubblica amministrazione e, soprattutto, il costo abnorme del denaro; ritenuto necessario superare il fallimento dell'attuale modello di sviluppo e perseguire scelte capaci di incidere sui veri nodi che hanno finora impedito di risolvere la questione meridionale; impegna il Governo: a riformare il Comitato interministeriale per la programmazione economica nel senso del necessario coinvolgimento nell'attivita' di tale organo delle regioni e di tutti i dicasteri funzionali allo sviluppo economico delle aree marginali del Paese; a restituire alle "cabine di regia" nazionale e regionali quella essenziale funzione di centro unitario di riferimento, per rendere concretamente attuabili gli obiettivi fissati dalla legge n. 341 e, in particolare, l'efficace utilizzazione dei fondi strutturali comunitari nel territorio nazionale e di tutte le risorse finalizzate allo sviluppo delle regioni economicamente piu' deboli del Paese; ad attuare strumenti capaci di coinvolgere il capitale privato nella realizzazione di opere pubbliche suscettibili di redditivita' attraverso l'istituto del project financing, per il cui effettivo avvio occorrono semplici, ma essenziali, accorgimenti, tra cui la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'elenco completo di tutte le opere pubbliche da completare o realizzare e la definizione di un quadro tariffario di riferimento, che indichi le condizioni di gestione tariffaria di ogni singola opera pubblica da realizzarsi con il sistema della costruzione e gestione; a promuovere ogni iniziativa per l'effettiva attuazione del fondo per la progettualita', nonche' l'avvio e conseguente erogazione dei finanziamenti dei patti territoriali; a negoziare con l'Unione europea nuovi parametri per la corretta individuazione delle aree di riequilibrio che, nel recuperare alcune Regioni, in procinto di essere espulse dall'obiettivo 1, consenta altresi' di rivedere l'attuale distribuzione delle aree di cui all'obiettivo 2, alla luce di criteri maggiormente pertinenti ai princi'pi ispiratori delle politiche di coesione; ad adottare strumenti normativi che impediscano a istituti di credito con diffusione sull'intero territorio nazionale di applicare tassi di interesse nel Sud ben superiori a quelli praticati al Nord, determinando proprio nelle aree depresse un abnorme costo del denaro, che produce ogni anno un differenziale nel meridione tra depositi e impieghi di quarantacinque- cinquanta mila miliardi ed un conseguente enorme flusso di denaro che va via dal Sud per essere impiegato a tassi piu' convenienti al Nord, relegando ai margini del mercato gli operatori meridionali, con la scusa di non meglio precisate "sofferenze" e "maggiori rischi di investimento"; a procedere alla radicale revisione della struttura e delle procedure burocratico-amministrative del nostro Paese, che determinano l'iperbolica cifra di centotrentamila posti di lavoro congelati dai ritardi, le remore e i veri e propri ostacoli di cui la pubblica amministrazione costella l'iter delle autorizzazioni in tutti i settori produttivi, a cominciare proprio da quelli operanti nel Mezzogiorno; ad attuare, ai fini dello sviluppo economico e sociale delle aree depresse, un profondo intervento riformatore della risorsa rappresentata dal turismo, il cui pieno utilizzo passa dalla volonta' di ridisegnare il modello organizzativo e gli ambiti istituzionali centrali, regionali e locali in grado di attuare le necessarie politiche di sostegno a difesa del settore; ad adottare iniziative ed interventi in favore dell'enorme giacimento di attrattive culturali, storiche, artistiche paesaggistiche e ambientali del Mezziogiorno, la cui valorizzazione e' indispensabile per ridurre lo squilibrio territoriale tra il Nord e il Sud, tanto piu' ricco di risorse ambientali e giacenti storici e culturali, quanto meno dotato di infrastrutture, posti letto, musei e servizi turistici; ad adottare tutti gli interventi necessari al rilancio e modernizzazione delle tradizionali attivita', dall'agricoltura, all'artigianato, al commercio, alla pesca, che, ancorche' mortificate dalle carenze infrastrutturali e dalle sciagurate politiche del passato, rappresentano tuttora il tessuto connettivo dell'economia delle aree depresse e una ricchezza del Paese da salvaguardare e potenziare, in vista delle sfide che impone l'unificazione dei mercati europei; a elaborare iniziative per esaltare il ruolo del Mezzogiorno di cerniera tra l'UE e i Paesi del Mediterraneo, attraverso l'adozione di una nuova politica estera e del commercio estero, nonche' di programmazione e realizzazione di infrastrutture, soprattutto portuali e aeroportuali, che privilegino l'identita' produttiva delle regioni meridionali e le loro potenzialita' di interscambio; a considerare, infine, questa la via maestra per realizzare su basi certe e sicure le condizioni essenziali non solo alla crescita economica, ma anche al miglioramento della qualita' della vita delle popolazioni delle aree depresse, avviando finalmente una articolata politica di rilancio del Mezzogiorno, il cui sviluppo rappresenta un obiettivo strategico non solo del Sud ma dell'intero Paese e, con esso, dell'UE. (1-00032)
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MOZIONE 1/00032 presentata da BONO NICOLA (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19960926
MOZIONE
ALOI FORTUNATO (ALLEANZA NAZIONALE)
AMORUSO FRANCESCO MARIA (ALLEANZA NAZIONALE)
ANEDDA GIAN FRANCO (ALLEANZA NAZIONALE)
CARRARA ANTONINO (ALLEANZA NAZIONALE)
CARUSO ENZO (ALLEANZA NAZIONALE)
COLA SERGIO (ALLEANZA NAZIONALE)
COLUCCI GAETANO NINO (ALLEANZA NAZIONALE)
CUSCUNA' NICOLO' ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE)
FRAGALA' VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE)
GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE)
GISSI ANDREA (ALLEANZA NAZIONALE)
LANDOLFI MARIO (ALLEANZA NAZIONALE)
MANZONI VALENTINO (ALLEANZA NAZIONALE)
MARENGO LUCIO (ALLEANZA NAZIONALE)
NANIA DOMENICO (ALLEANZA NAZIONALE)
NAPOLI ANGELA (ALLEANZA NAZIONALE)
NERI SEBASTIANO (ALLEANZA NAZIONALE)
PACE GIOVANNI (ALLEANZA NAZIONALE)
PAMPO FEDELE (ALLEANZA NAZIONALE)
PEPE ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE)
POLI BORTONE ADRIANA (ALLEANZA NAZIONALE)
PORCU CARMELO (ALLEANZA NAZIONALE)
RIZZO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE)
SIMEONE ALBERTO (ALLEANZA NAZIONALE)
STORACE FRANCESCO (ALLEANZA NAZIONALE)
TATARELLA GIUSEPPE (ALLEANZA NAZIONALE)
TRANTINO VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE)
URSO ADOLFO (ALLEANZA NAZIONALE)
VALENSISE RAFFAELE (ALLEANZA NAZIONALE)
ALBONI ROBERTO (ALLEANZA NAZIONALE)
ARMANI PIETRO (ALLEANZA NAZIONALE)
COLONNA LUIGI (ALLEANZA NAZIONALE)
FINO FRANCESCO (ALLEANZA NAZIONALE)
LO PRESTI ANTONINO (ALLEANZA NAZIONALE)
LOSURDO STEFANO (ALLEANZA NAZIONALE)
MALGIERI GENNARO (ALLEANZA NAZIONALE)
MANTOVANO ALFREDO (ALLEANZA NAZIONALE)
RASI GAETANO (ALLEANZA NAZIONALE)
TOSOLINI RENZO (ALLEANZA NAZIONALE)
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BONO NICOLA (ALLEANZA NAZIONALE)