ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05052-A/007 presentata da MURA SILVANA (ITALIA DEI VALORI) in data 20120411
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Atto Camera Ordine del Giorno 9/5052-A/7 presentato da SILVANA MURA testo di mercoledi' 11 aprile 2012, seduta n.619 La Camera, premesso che: il provvedimento al nostro esame detta le modalita' per l'esercizio di poteri speciali sugli assetti proprietari nelle attivita' di rilevanza strategica anche nel settore dei trasporti; nel corso di questa legislatura l'unico vero intervento di «politica industriale» del Governo Berlusconi e' stata la privatizzazione dell'Alitalia a favore di un gruppo di imprenditori italiani la cui funzione e' sostanzialmente - a parere dei firmatari del presente ordine del giorno - quella di traghettare la compagnia verso Air France -KLM. Rispetto all'accordo con Air France del 2008, il maggior costo della privatizzazione e costituzione della nuova Alitalia si e' collocato - secondo una stima avanzata da piu' parti - tra i 2,8 ed i 4,4 miliardi di euro; l'Alitalia-Compagnia aerea italiana Spa (la «nuova Alitalia») nasce dalla trasformazione (Vedi inchiesta di «Sbilanciamoci-info» sulle grandi imprese italiane) della Compagnia aerea italiana srl (Cai) costituitasi nell'agosto 2008 con il proposito di rilevare il marchio e le attivita' della «vecchia» Alitalia e di AirOne . Nell'ottobre dello stesso anno la Cai si trasforma in Spa con un capitale di 1,1 miliardi di euro, con il quale acquista parte degli asset della «vecchia» Alitalia (in liquidazione) e il suo marchio industriale per 1.052 milioni di euro. Nel gennaio 2009 Air France -KLM entra in Alitalia con il 25 per cento del capitale e con un esborso di poco piu' di 300 milioni di euro. L'altro 75 per cento del capitale e' di proprieta' della «cordata» di azionisti che hanno partecipato a Cai: il 45 per cento distribuito in varie percentuali tra gruppo Riva, gruppo Benetton, Intesa-San Paolo Spa, Roberto Colaninno, Antonio Angelucci e Carlo Toto e il rimanente 30 per cento nelle mani di altre diciotto societa'; gli azionisti sono soggetti a un vincolo sociale (clausola di lock-up ) per cui nei primi quattro anni non potranno vendere le proprie azioni, se non ad altri soci italiani; comunque la vendita e' possibile; nel caso che non si raggiunga, nei primi tre anni, almeno il 50 per cento degli obiettivi fissati e' stabilito anche l'obbligo per il socio che superi il 50 per cento delle azioni con diritto di voto di lanciare un'offerta pubblica di acquisto (OPA) su tutte le azioni detenute dagli altri soci che intendano vendere; al consiglio di amministrazione - composto da 19 membri, inclusi i quattro designati da Air France -KLM, di cui due sono presenti anche nel comitato esecutivo insieme al presidente e all'amministratore delegato e ad altri cinque azionisti - sono riservati le decisioni strategiche di gestione e ampi poteri di amministrazione (approvazione dei piani industriali e strategici, approvazione degli accordi di collaborazione, investimenti per soglie di valore superiori a 50 milioni di euro); negli anni precedenti, per contrastare il declino di Alitalia, il management ricercava alleanze a livello internazionale. In questo contesto si colloca il tentativo prima di costituire una joint venture con la compagnia olandese KLM e poi, dopo il fallimento di questa iniziativa, un analogo accordo, in condizioni di minore potere contrattuale, con Air France -KLM. Ostacoli, interni ed esterni, si frappongono alla riuscita di questi tentativi di risanare, ristrutturare e rilanciare l'azienda: la difficolta' di definire e di sviluppare piani industriali di lungo respiro; le insufficienze infrastrutturali del sistema-Paese per l'eccessiva polverizzazione della struttura aeroportuale; gli interessi locali nel dualismo tra gli aeroporti Malpensa, Linate e Fiumicino; la frammentazione delle rappresentanze sindacali nate per proteggere interessi diversificati; ma anche l'incapacita' politica nell'affrontare i nodi strutturali di un'industria pubblica considerata rilevante per il Paese per un'ottica rivolta sostanzialmente a privilegiare gli interessi particolari delle forze politiche nazionali e locali. L'esito sara' la liquidazione della (vecchia) Alitalia; la nuova Alitalia avvia la sua attivita' come fosse un'impresa « start up », ma con cinquanta e piu' anni di avviamento. Inoltre, acquisisce a buon prezzo i migliori asset materiali e immateriali (aerei e slot ) della vecchia compagnia senza doversi assumere i suoi debiti pregressi, posti a carico della collettivita'; in questo processo lo Stato italiano subisce una perdita, come azionista e come creditore della vecchia Alitalia, a favore sia della costituenda compagnia che di AirOne , di cui il Governo si assume l'onere di farla uscire dalla crisi in cui versa. A questi costi diretti si aggiungono i costi indiretti per la collettivita' dovuti: alla cassa integrazione guadagni per i dipendenti in esubero; quelli associati all'impatto occupazionale sull'indotto; gli indennizzi ai piccoli azionisti e obbligazionisti; i minori introiti contributivi ed erariali; i maggiori costi a carico di consumatori e delle imprese private per la sospensione del controlli dell'Autorita' garante della concorrenza e del mercato; i costi relativi ai crediti che il fallimento Alitalia lascia insoluti; la partnership europea e' confermata con l'alleanza Skyteam , al cui interno e' forte il legame con AirFrance per l'importante ruolo di feederaggio che lega le due compagnie (54 voli giornalieri su Parigi dall'Italia; mentre a Linate arrivano giornalmente 61 voli dalla Francia), dal quale emerge l'intenzione di Air France di far svolgere ad Alitalia un ruolo di alimentazione del proprio hub di Parigi. La subordinazione ad Air France si manifesta non solo nel «sentir parlare francese nei corridoi del palazzo», ma da molti altri fatti: molti manager francesi sono ormai interni all'organizzazione (Sansavini di provenienza prima KLM e poi Air France , capo vendite worldwide di Alitalia); molti degli asset storici di Alitalia sono passati a partner legati ad Air France (possibile passaggio da Travelport ad Amadeus come sistema GDS per la vendita dei voli presso gli agenti di viaggio; passaggio delle attivita' di call center da quello di Palermo a quello di Tirana che serve Air France ); all'Alitalia rimane un compito di corto-medio raggio rafforzando una vocazione regionale che non e' coerente con la condizione posta alla base della privatizzazione di realizzare una compagnia competitiva e non ancillare; in origine, il piano Cai, elaborato da Intesa San Paolo - guidata all'epoca da Corrado Passera - prevedeva l'utile al terzo anno (il 2011). Tale obiettivo e' stato rinviato all'anno 2012; la nuova Alitalia ha tagliato 7mila posti di lavoro, ma anche la «nuova» Alitalia, dal 1 o novembre 2011, ha messo in cassa integrazione 700 dipendenti. La Cai, inoltre, perde quote di mercato (dati riferiti ai primi 6 mesi del 2011): sulle destinazioni nazionali si e' passati dal 50,4 per cento dello stesso periodo del 2010, al 48,5 per cento; su tutte le destinazioni all'estero si e' passati dal 13,1 per cento al 12,6 per cento; nel traffico tra l'Italia e i paesi dell'Unione europea il primo vettore e' diventato Ryanair con una quota del 24 per cento (Alitalia sta al 14 per cento); nel gennaio 2013 scade il vincolo che obbligava i soci italiani a vendersi le quote tra loro. Da quel momento infatti possono vendere ad Air France -KLM. Dall'ottobre 2013 invece ciascun azionista potra' decidere liberamente di vendere anche al di fuori del perimetro dei soci attuali; tutto cio' induce molti osservatori a ritenere che e' vicino il momento in cui l'Alitalia potrebbe passare definitivamente e totalmente nelle mani di Air France anche se rimane l'incognita delle reali intenzioni di Air France -KLM che ha chiuso i conti del 2011 con pesanti perdite, impegna il Governo a trasmettere al Parlamento una relazione contenente i dati completi dei risultati conseguiti dalle misure messe in opera per la difesa della cosiddetta «italianita'» di Alitalia, e le iniziative che il Governo intende assumere in merito al futuro della nuova Alitalia, in particolare, qualora Air France -KLM non intendesse comprare le quote dei soci italiani. 9/5052-A/ 7 . (Testo modificato nel corso della seduta). Mura, Monai, Borghesi, Barbato, Messina, Paladini.
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20120411-20120411
ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05052-A/007 presentata da MURA SILVANA (ITALIA DEI VALORI) in data 20120411
ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA
BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI)
BARBATO FRANCESCO (ITALIA DEI VALORI)
MESSINA IGNAZIO (ITALIA DEI VALORI)
MONAI CARLO (ITALIA DEI VALORI)
PALADINI GIOVANNI (ITALIA DEI VALORI)
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2014-05-15T04:29:24Z
9/05052-A/007
MURA SILVANA (ITALIA DEI VALORI)